venerdì 26 dicembre 2014

♥ ..una storia di Natale (2006)

premessa:
NATALE 2006: Ajie ha poco più di 2 anni. Caji è nato da pochi giorni. 
Le dade dell'asilo frequentato da Ajie coinvolgono i genitori per preparare un regalo per l'imminente Natale.
Per qualche motivo, decido di partecipare e compongo una piccola favola.
Le stesse dade di 8 anni fa ora sono le dade di Cock, e anche quest'anno hanno organizzato una serata di lavoro dei genitori.
E ancora ricordano quella piccola favola.
L'ho ritrovata e la voglio condividere.


NATALE 2006

IL SOGNO DI UN PUPAZZO DI NEVE

Un Natale di qualche anno fa, un pupazzo di neve vide per la prima volta la Luna, un pallido spicchio di luna, e ne rimase affascinato:
-Che bella che è! - pensò sospirando.
Il pupazzo rimase tutta la notte in silenzio ad ammirarla.
Il giorno dopo aspettò con impazienza la sera per poterla rivedere.

La Luna tornò e al pupazzo sembrava ancor più bella e pensò: - Che bello sarebbe poter parlare con lei.... Chissà come posso fare... ho trovato! Cercherò di fare un salto, più alto che posso, per farmi vedere! -
Provò e riprovò ma non riusciva a staccarsi dal soffice manto di neve che ricopriva il terreno, infine, stanchissimo, si addormentò.

Per tante notti provò e riprovò di farsi vedere dalla Luna, ma mai gli riusci di farsi notare.

Ogni giorno si ripeteva: - Questa notte ce la farò! Sono sicuro...



Erano passati troppi giorni, e ormai il pupazzo si era arreso: - Tra qualche settimana incomincerà a fare caldo, io mi scioglierò e non potrò più vedere la Luna, che cosa posso fare? - disse quasi piangendo.

Una stellina senti il pianto del pupazzo, si avvicino e gli disse:
- Ciao pupazzo, perché piangi? -
- Sono triste perché vorrei conoscere la Luna ma non ci riesco. - gli rispose il pupazzo.
- Forse io posso aiutarti! - gli sorrise la stellina.
- Davvero ?  E come ? - disse sorpreso il pupazzo.
- Non è difficile, prendi le mie manine, chiudi gli occhi e.... sogna con tutto il cuore!... Proviamo ? -
- Sì, sì, subito! - rispose il pupazzo, allungando le sue fredde manone di neve.
Poi chiuse gli occhi e sognò con tutto il cuore. Poi senti un onda di calore fortissimo e incomincio a girargli la testa.
- Ora puoi aprire gli occhi. -  gli disse una voce dolcissima.
Il pupazzo aprì gli occhi e si accorse che quella che aveva sentito era la voce della Luna, che da vicino era ancora più bella.
Poi si accorse che qualcosa era cambiato in lui, guardò la stellina che gli sorrise e gli disse: -  Sì, ora sei anche tu una stella, la forza del tuo sogno e del tuo cuore ti ha trasformato in stella. -

E ancora oggi c'è uno spicchio di cielo felice dove si può vedere la Luna in compagnia di una stellona un po' grossa e due stelline carine carine.


Dedicato a tutti quelli che credono alla realizzazione dei sogni

Dedicato a Ajie, il mio bimbo-bimbo

Dedicato alla mia famiglia, che mi fa sentire stella

Dedicato a Pitulice

Dedicato alle Dade che mi hanno dato questa opportunità

Dedicato a che sa vedere la stella che c'è dentro ad un pupazzo di neve e a chi sa vedere l'affetto che c'è dietro una stella disegnata sbilenca....


giovedì 20 novembre 2014

♥ sembra l'inizio di una brutta barzelletta......

Ci sono un italiano, un polacco, un ucraino e un (italo)rumeno...
sembra l'inizio di una brutta barzelletta,
di quelle che ci raccontavamo da ragazzini.

Invece no.

Non è una brutta barzelletta.

E' una bella festa di compleanno, e questi sono 4 amici, che festeggiano l'ottavo  compleanno di uno di loro.
Sono bambini e sono amici; e il fatto che i loro genitori vengono da paesi diversi è solo un dettaglio.

E grazie alla  noncuranza alle differenze culturali di questi 4 piccoli-grandi amici, anche noi genitori abbiamo cominciato a conoscerci ed apprezzarci.

Ci sono un italiano, un polacco, un ucraino e un (italo)rumeno...

Non è una brutta barzelletta.
E' una bella storia.

domenica 16 novembre 2014

♥ Il fratello maggiore del figliol prodigo

      Credo che tutti conoscano la parabola del figliol prodigo:

 Nella parabola che Gesù racconta, un uomo ha due figli e, nonostante non manchi loro nulla, il più giovane pretende la sua parte di eredità mentre il padre è ancora in vita. 
Ottenutala, si reca in un paese lontano dove spreca tutte le sue ricchezze con una vita dissoluta. Ridotto alla fame, per sopravvivere è costretto a fare il mandriano di porci. Medita pertanto in cuor suo di andare da suo padre e dirgli: :"Padre non merito di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi servi"
Ma, mentre è ancora per strada, il padre lo scorge e gli corre incontro, accogliendolo a braccia aperte e ordina ai servi di rivestirlo e di fare una gran festa, ammazzando per l'occasione il vitello grasso.
E cominciarono a far festa.
Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, vide i festeggiamenti e ne chiese motivo ai servi che gli risposero che il fratello era tornato e il padre aveva fatto ammazzare il vitello grasso.
Egli si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. Ma egli rispose a suo padre: “Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze per lui hai ammazzato il vitello grasso”. Gli rispose il padre: “Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”».

Anche io ho due figli (vabbè ora 3, ma il piccolo è ancora un cucciolino...); 

Ajie, il primogenito, non ha mai dato grandi pensieri o grattacapi.
Non altrettanto si può dire di Caji che, tra problemini fisici, e la logopedia, ha avuto qualche inciampo. 
E spesso ho dovuto aiutarlo a superare momenti difficili.
E questo crea un rapporto speciale. Purtroppo.
E il "purtroppo" lo si scopre quando meno lo si aspetta.
Come successe al padre del figliol prodigo, che non si aspettava quella reazione del suo primogenito ad un suo atto di generosità, che capisce che i suoi gesti sono stati fraintesi, non compresi....

Purtroppo mi sono occupato molto di Caji perché (oggettivamente) ha avuto bisogno; mi sono occupato meno di Ajie perché pensavo che avesse meno bisogno. Ma forse mi sbagliavo.


E allora una frase buttata la da Ajie è come una pugnalata.


E allora dopo un momento di disorientamento, mi è venuto in mente la parabola del figliol prodigo, e quel padre, che si trova davanti all'accusa di non trattare i figli allo stesso modo.


Ho deciso di raccontare quella storia al mio "figliol prodigo" e al suo fratello maggiore.

E mi sono emozionato quando ho marcato “Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo"

Ajie mi ha guardato. Mi ha detto che ha capito. Lo spero, ma non ne sono sicuro.

Anch'io spero di aver capito.
Ma non ne sono completamente sicuro.......

sabato 8 novembre 2014

♦ ..di Uomini ( più che di topi....)

" Come stai? 
 Devi stringere i denti... Devi farcela
Non devi morire! "
" E perché? "
Respiro il suo odore
E' roba buona.

"Il tuo mondo non mi vuole,
Il tuo mondo non mi vuole.....
E io non voglio lui....
E io non vo...."


Queste sono le ultime battute di "Uomini e topi", un racconto, scritto da Lorenzo Bartoli e splendidamente  disegnato da Massimo Carnevali nel 1997 (o giù di lì).
Mi colpì molto questa storia, era un periodo complicato per me, c'era una lei ma il suo mondo non mi voleva.
E alla fine io non volli più il suo mondo....

Sono passati tanti anni, ma il ricordo di questa storia è ancora vivo.
Segno che mi è entrata nel cuore, e lì ha trovato  un posto.
Come la lei di quel periodo.
Segno che Lorenzo Bartoli ha scritto una bella storia. Una gran bella storia.

Come tante altre che Bartoli ha scritto.

Tra le tante mi piace ricordare una serie di una trentina di numeri di umorismo e fantascienza a piene mani... E storie ispirate da titoli di canzoni ( S'io fossi foco di De Andrè, Bussando alle porte del cielo di Dylan per esempio ).



Siamo anche qui all'inizio degli anni '90, e Lorenzo Bartoli insieme con Andrea Domestici creano Arthur King un divertente cacciatore di cyborg (Blade Runner vi dice qualcosa?) aiutato da un draghetto di nome Rex.

Fu un piacere collezionarlo, all'epoca.
Fu divertente leggerlo.
Ossigeno puro.

E' tanto che non lo rileggo; forse è arrivato il momento di farlo.






Lorenzo Bartoli è venuto a mancare qualche giorno fa.
Non ho mai incontrato di persona Lorenzo Bartoli, ma mi è capitato di leggere molte sue storie.
Che rimangono a farci compagnia.

Per fortuna.

martedì 21 ottobre 2014

♥ la fine dell'Eden

Fino a pochi giorni fa le giornate di Cock erano una specie di paradiso in terra:
mamma, tanta mamma.
E un po' di nonna.
E due fratelloni che stravedono per te.
E un papà che... vabbè lasciamo stare...
E quella casa così protettiva, così accogliente.

E poi, il cambiamento. Quasi improvviso.
Prima l'inserimento all'asilo,
questo posto non ancora famigliare,

Poi un po' di raffreddore, che richiede sgraditi lavaggi nasali serali.

E anche un po di collirio, mattina e sera, per una lieve allergia ad un occhio.

Tutte e tre contemporaneamente.

L'occhietto di Cock è cupo. Piange con dei lacrimoni degni di miglior causa.
Poi fa una pausa.
E ti scruta con uno sguardo che sembra dire:
-" pagherete caro, pagherete tutto!"-
( e poi riprende a piangere...)


martedì 30 settembre 2014

♥ impressioni di ( fine ) settembre....

Eccoci ancora qua, alla fine di un'altra estate.
Con l'autunno cominciano le prime criticità, anche se l'onda lunga delle vacanze ancora un po' ci sostiene.
Ma questo maledetto clima di incertezza sul futuro non ci aiuta,
si aggiunga Ajie che si è avventurato nella terra di mezzo tra fanciullezza e adolescenza, Caji che è sempre teso nell'affrontare nuove sfide, e la terza elementare, con l'introduzione di nuove materie, per certi versi lo è.
E non dimentichiamo Cock, che sta affrontando il distacco dalla mamma ( o è la mamma che sta affrontando il distacco da Cock ?).  Insomma un quadretto complicato....
...cerco il sole ma non c'è
dorme ancora la campagna, forse no..

A volte mi incupisco, sento il peso di queste tensioni,
vorrei avere la bacchetta magica,
anzi no. Vorrei avere la sfera di cristallo per vedere al di là di questa nebbia che ci impedisce di vedere il futuro.
... e la vita nel mio petto batte piano,
respiro la nebbia, penso a te

E penso a te. 
Il collante di tutto, che vuole che i suoi uomini siano sempre in ordine; che è sempre molto esigente con noi, ma sempre pronta ad incoraggiare chi è un po' in difficoltà.
E io sono in difficoltà?
Forse sì. 
O forse sono solo stanco...
cosa sono adesso non lo so 
sono un uomo in cerca di se stesso...
No! cosa sono adesso non lo so
sono solo, solo il suono del mio passo...

o forse sono un uomo ancora alla ricerca di se stesso,
O forse è la scusa per riascoltare 
una (bellissima) canzone:



... Ma intanto il sole tra la nebbia filtra già
Il giorno come sempre sarà....



venerdì 5 settembre 2014

♥ i 10 anni che hanno cambiato il (mio) mondo.....

Ho sempre ammirato chi fin da giovane o giovanissimo, aveva le idee chiare su cosa avrebbe fatto da grande: il medico, l'avvocato o che altro.
Io no.
Io non ho avuto sogni nel cassetto. Non avevo progetti.
Non avevo un percorso da seguire. Vivevo alla giornata, le decisioni erano quasi casuali.
Come la scelta delle scuole superiori. Ho scelto quell'istituto perchè era frequentato da una persona che stimavo. E cose così.
Fino a quel giorno

Ricordo perfettamente quel giorno. 
Come potrei scordare il giorno che mi ha aperto gli occhi?
Il 5 settembre 2004, una tiepida domenica di fine estate.
La giornata era iniziata presto, anche se avevo dormito poche ore. Era una delle poche, pochissime notti che io e Pitulice non avevamo dormito insieme.
Eh sì, Pitulice era in ospedale: il nostro primo figlio, Ajie stava per nascere, ma non ne aveva grande voglia. O forse era i primi segnali della sua pigrizia...
Un giorno mooolto lungo, con la sensazione che quando Dio disse a Eva che avrebbe partorito con dolore, non scherzava. Per niente.
Finalmente, alle 18 e 30, Ajie si decideva a nascere.
E quando ho avuto in braccio quel fagottino ho capito, come se una ventata di aria nuova avesse sgombrato il (mio) cielo dalle nubi che l'offuscavano.
Essere padre era il mio sogno nel cassetto.
Sapevo che la mia vita sarebbe cambiata, ma non sapevo quanto.
Ma un po' lo scoprii subito, la sera stessa. Da neo-padre mi era stato permesso di trattenermi in ospedale ben oltre all'orario di visita.
Poi, stanco e felice sono uscito per tornare a casa. L'ingresso al parcheggio era chiuso. Suono al citofono. Mi risponde una voce infastidita: -" Che cosa ci fa al parcheggio a quest'ora? l'orario di visita è passato da un pezzo!"
Con voce stanca rispondo: -"ha ragione, ma vede sono diventato papà da poche ore e ho fatto un po' tardi..."
La voce non è più infastidita, ma simpaticamente complice : - " Mi scusi! congratulazioni! le apro immediatamente! buonanotte!"....

Il 5 settembre di 10 anni fa è cambiato il mio mondo, completamente.
E non me ne sono mai pentito.

Anzi, il fatto che poi sono arrivati Caji e Cock non è assolutamente un caso.

Tanti auguri Ajie! 


venerdì 29 agosto 2014

♥ Ferie...

No.
Quest'anno non farò le ferie.

le prendo già fatte.

(.... e spendo anche meno...)

sabato 26 aprile 2014

♥ "... senza di te non crolla il mondo! "

vorrei che questa frase me la avesse detta una compagna delusa, tradita, lasciandomi.

Invece me l'ha detta mia moglie, come dolce rimprovero, per la mia difficoltà di prendere qualche giorno di ferie. di staccarmi dal lavoro.
Non è la poca voglia di stare in famiglia.
A differenza di coppie che vanno in crisi durante le vacanze perchè non abituati alla convivenza, io e Pitulice abbiamo momenti di tensione quando ci vediamo poco, mentre nei periodi in cui siamo insieme con un minimo di calma si sta veramente bene insieme.

Avevo maledettamente bisogno di questi giorni di ferie, sono stanco, mentalmente stanco. Lo vedo. Faccio troppi errori.
Purtroppo il mio è un lavoro di servizi, non di produzione, per cui non ci sono periodi di ferie programmate. Siamo al servizio dei clienti. E dalla loro soddisfazione dipende (ora più che mai!) la nostra sopravvivenza.

Alla fine i giorni di ferie li ho presi.

E per stare veramente con la mia famiglia, ho spento anche il cellulare di lavoro. Con grande sofferenza. 

... Maledetto senso del dovere...

" senza di te non crolla il mondo! "

Lo so.

Ci credo.

Ma ne riparliamo lunedì sera.

venerdì 18 aprile 2014

♦ .... un titolo profetico ( o no?)

E così, alla veneranda età di 87 anni, si è spento Gabriel Garcìa Marquez.

Il mio ricordo è legato a "Cent'anni di solitudine"

Ne ho già parlato su questo blog, facendo una riflessione sulla situazione politica prendendo spunto da un episodio riguardante il Colonnello Aureliano Buendia.

Ma la cosa più importante è come scoprii questo libro.

Me lo regalò la mia prima morosa per il mio compleanno.

Quando mi lasciò.

venerdì 28 marzo 2014

♥ in un giorno di pioggia

Siamo arrivati alla spicciolata,
lo sguardo triste, anche un po' arrabbiato.
Siamo arrivati alla spicciolata,
per un ultimo saluto al nostro amico Daniele.
Siamo arrivati alla spicciolata,
ma c'eravamo quasi tutti;
ci sentiamo eterni ragazzi,
ma oramai siamo alla soglia del mezzo secolo.
Sembra ieri che cazzeggiavamo nel bar gestito da Daniele e da suo fratello.
Suo fratello, un bambino mai cresciuto, racchiuso dentro un omone di oltre un quintale, con i capelli brizzolati.
Suo fratello, che si aggira tra le persone che lo abbracciano, con lo sguardo perso, ripetendo quelle due/tre frasi di circostanza, che nascondono la paura, l'incertezza del domani senza Daniele.
Il bar di Daniele e suo fratello, quasi una seconda casa per noi, quasi vent'anni fa; bei momenti, gli ultimi prima della malattia.

...voglio però ricordarti com'eri, pensare che ancora vivi
voglio pensare che ancora mi ascolti e come allora sorridi...

Abbiamo trovato sollievo nei ricordi.
Come i vecchi.
Ma il più "arrabbiato" è Chicco, troppe volte le malattie gli hanno portato via le persone a cui voleva bene: il papà quando era poco più di un ragazzo, una sorella, la mamma da poco tempo...

E' triste perdere un genitore quando si è giovani ma credo sia devastante invece seppellire un figlio... E il babbo di Daniele sembra ancora più minuto, ingobbito dal peso di quel terribile peso.

Piove.

Quasi una mescolanza tra le nostre lacrime e quelle del cielo.

E c'è anche un bambino, color cioccolata, che non avrà ricordi di quel babbo, ma solo immagini e racconti di altri.

Il rito è oramai finito.

Le condoglianze di rito, un abbraccio fraterno al fratello di Daniele, così grande e grosso ma così indifeso.

Sento il figlio di Daniele che dice alla mamma: "Andiamo a casa che sono stanco ed è freddo"

Sì, hai ragione, andiamo a casa 

che è tardi.

forse anche per noi.

venerdì 21 marzo 2014

♥ ... la vita è così forte (ma a volte non lo è abbastanza)

... la vita è così forte... 

così era intitolato un post di quasi 2 anni fa.

Raccontavo di un mio caro amico, Daniele, che, nonostante fosse malato, cercava di vivere nel modo più normale possibile.

Da pochi minuti mi è giunto un messaggio da un comune amico.


La malattia di Daniele ha avuto il sopravvento.

C'è una profonda tristezza nel mio cuore, quel senso di ingiustizia che mi prende quando perdo una delle (poche) persone che compongo il mio mondo.

Non è mai facile scrivere dopo una notizia così, si rischia di essere banali o ridicoli.

Allora la finiamo qui.

avevo solo bisogno di scriverti 

Addio Daniele.






mercoledì 12 febbraio 2014

♦ Non c'è gusto in Italia ad essere intelligenti

Non posso che sottoscrivere.

E tu intelligente lo eri.

Ero appena un ragazzo (o poco meno...) quando ti ho scoperto, in una calda estate di tanti anni fa, 1980 o giù di lì, con una canzoncina divertente che, al giorno d'oggi di ipocrita buonismo potrebbe essere tacciata di pedofilia:

 mi piaccion le sbarbine..

Ma quella che mi è rimasta nel cuore (perché mi rassomiglia...) è questa:

sono un ribelle mamma


Addio.

Roberto "Freak" Antoni
( * 1954 - † 2014 )








domenica 2 febbraio 2014

♠♥♣♦ ...le cose che non vi ho detto...

Sempre più raramente riesco a trovare il tempo per scrivere.
Colpa della stanchezza, dovuta all'età, dovuta a troppi impegni accumulati....
Oppure dovuta all'ultimo nato che ha compresso ulteriormente i miei spazi ( a proposito, avevo scritto un bel post sugli spazi, che andrebbe oramai aggiornato....).

Nell'ultimo periodo poi ho dedicato molto tempo alla ristrutturazione di una parte di casa, per razionalizzare gli spazi, visto che siamo diventati in cinque.

E allora ci sono tante cose che non vi ho detto, cose che non vi ho raccontato:

- Cock è cresciuto, ha oramai 10 mesi, ha cominciato a gattonare ed è ovviamente un piccolo terremoto.

- i miei primi 10 anni di matrimonio!

- un concerto di Eugenio Finardi, con l'occasione di scambiare alcune parole con lui. Un desiderio realizzato!

- Poteva, chi si è ispirato a The Wall per dare un nome al suo blog, non andare al concerto di Roger Waters a Padova? No. 26 luglio 2013, io c'ero.

- La tana degli orsi

- L'incidente del mio capo, per cui ho dovuto sobbarcarmi un quota lavoro supplementare

- qualche bella canzone che mi ha emozionato, e di cui volevo parlare

- "Macchie bizzarre" e altre storie

- il fascino delle minigonne ( e non parliamo di moda....)

- la prima, vera  sconfitta di Ajie

- questa maledetta crisi che ci sta rubando la voglia di futuro

- quella stortura chiamata I.S.E.E.

Di alcune cose racconterò.
Soprattutto per fissare le emozioni di queste situazioni.
Per poterle rileggere più in la nel tempo.
Magari con i miei cuccioli, magari diventati ragazzi.

Ma c'è un'altra cosa che non vi ho detto:
mi è mancato il colloquio a distanza con voi!

A presto
(spero!)