sabato 29 agosto 2020

♥ lettera a un padre...

 Mi fa strano vederlo abbandonato su una sedia, come una vecchia giacca.

Ma è solo un attimo, eppoi ritorna composto, con i suoi occhi fiammeggianti.

Non è la prima volta che affronta una sfida, lo ha fatto tante volte...

Ma questa sarà diversa, quel corpo che lo ha portato in giro per il mondo sarà la sua prigione, quella determinazione feroce sarà il suo limite.

E ancora una volta ci siamo trovati a un bivio, una strada per (re)incontrarci, una strada per allontanarci.

E ancora una volta ha scelto lui. Che strano, conosce il mondo ma non conosce suo figlio...

Sorrido tra me e me, se cerco un ricordo che mi lega a lui, non ne trovo...

Vorrei un ricordo per cullarmi. O per impiccarmi. 

Quando pensavo a un titolo per questo post, mi è venuto in mente lettera a un padre mai nato, con ovvia ispirazione al libro della Fallaci. 

E per certi versi è così. Credo che il padre sia un ruolo che non gli si addice ma 50 anni fa c'era un percorso tracciato: sposarsi per uscire di casa, comprare casa, avere uno (o due) figli, il lavorare 30 anni nella stessa azienda...

Se fosse giovane adulto adesso penso che inseguirebbe i suoi sogni  con ancora più determinazione e più libertà. E forse sarebbe anche meglio.

Peccato che invece la situazione non è così.

Andremo avanti, per non troppo tempo, e avrò la sensazione di aver perso un'altra occasione. 

Una delle ultime.

Purtroppo. O per fortuna.

sabato 15 agosto 2020

♥♠ professori

 Ognuno di noi, nella propria carriera scolastica, incontra diversi professori. Di molti di questi, nel tempo, non rimarrà ricordo... nè un nome, o un viso... saranno passati come acqua su un vetro.

Alcuni invece saranno nell'olimpo delle persone fondamentali per la nostra formazione.

E' stato un grande professore Luigi Carlo che alle medie di 40 anni fa ci insegnava "Comunicazione", a leggere e interpretare il quotidiano.

E' stata una grande professoressa Camilla che credeva nelle mie qualità più di me (e delle persone che mi erano vicine), che mi spingeva a fare un scuola più consona al mio valore. 

Non le ho dato retta. Ho abbassato il mio orizzonte. Quando sono uscito dalle scuola media ero svuotato, non ne volevo sapere più della scuola, volevo andare a lavorare (eh sì, all'epoca si andava anche ad imparare un mestiere "a bottega", facendo l'apprendista da un artigiano...)

E invece no.

Non ho abbandonato gli studi, ho frequentato un'istituto professionale che mi permetteva una "uscita di sicurezza" dopo tre anni..

E per fortuna in quella scuola ho incontrato il professor Giancarlo....

Per il professor Giancarlo insegnare era molto di più che un mestiere fatto con passione, era il gusto di tramettere conoscenza, era una missione...

il tutto condito da una rara umanità; per lui rimandare a settembre un ragazzo era una sofferenza, una sconfitta. 

E allora, durante l'estate, si faceva prestare un aula dalla scuola, scendeva in pianura dal suo paesello sulle colline, per fare lezioni agli studenti da lui rimandati. Ovviamente a titolo gratuito...

Il prof Giancarlo ci ha donato il gusto di imparare, di scoprire nuove cose. E poi un po' di Elettrotecnica, ma questo è secondario.

Al terzo anno ci avevo preso gusto con la scuola e ho continuato, arrivando ad un rotondo 60/60esimi alla maturità.

Ci sono stati altri insegnati che ho apprezzato, come il professor Oriano, che ci ha fatto capire la storia (e non semplicemente impararla) ma Il prof Giancarlo mi ha cambiato la vita. letteralmente. Se ancora oggi mi piace imparare cose nuove ogni giorno lo devo a lui.


Casualmente, poche settimane fa ho incontrato il figlio del professor Giancarlo, gli ho detto che ero stato studente di suo padre, dello splendido ricordo che ho di lui come uomo e come insegnante, della gratitudine e della stima che nutro.

Sentimenti condivisi dalle altre persone presenti che hanno avuto la fortuna di conoscerlo. 

Mi ha detto che suo padre è mancato qualche anno fa, dopo una breve malattia. 

Mi spiace non averlo più incontrato, per ringraziarlo di persona.

L'ho fatto attraverso quel giovane uomo, a cui brillavano gli occhi quando gli parlavo di suo padre. Ne hai ben donde di esserne orgoglioso.