sabato 29 dicembre 2012

♥ Poliglotta.

Passeggiando con Caji, un cane incrocia la nostra strada.
Caji lo guarda, il cane guarda lui, si fissano per un lungo istante.
Poi il cane se ne va e Caji mi dice: " Sai babbo, se ne è andato dopo che ci siamo salutati."
E io : " Davvero? "
" Certo, io parlo la lingua dei cani, il cagnolese.." mi risponde Caji.
Io lo guardo incuriosito, e Caji continua "... e conosco anche altre lingue come l'ululese! "
Incuriosito gli chiedo: " Ma chi parla l'ululese?"
" Ma dai babbo! sono i lupi che parlano l'ululese! " mi risponde Caji quasi infastidito dalla banalità della domanda.
Ora, capisco che possa parlare il cagnolese, di cani in zona ce ne sono, ma mi sfugge dove possa aver imparato la lingua dei lupi, e allora lo chiedo: " Caji, dove hai imparato queste lingue? "
E lui, con un sorriso disarmante: " Ma sui libri della fantasia! "
( sottinteso: ma che ne vuoi sapere tu, babbo...)

martedì 25 dicembre 2012

♥ Canto di Natale !


Non è facile uscire dalla frenetica quotidianità, per festeggiare il Natale.
Quest'anno faccio molta fatica.

Ma passerà, Verranno momenti migliori, il tempo è una ruota che gira....

Fatico però a seguire i riti triti e ritriti del Natale.

Però....  Brindo idealmente con voi con un bicchiere di scura,
 e un giro di Valzer...




domenica 23 dicembre 2012

♥/♦ canzoni sotto la pelle _ 1

Ci sono canzoni che ci piacciono.
Ci sono canzoni che ci piacciono anche tantissimo.
E poi ci sono canzoni che ci entrano sotto la pelle,
che descrivono un nostro particolare momento o stato d'animo,
Che sembrano state scritte per noi.
Questa è una di quelle.
Quando posso, rubo una serata alla vita famigliare, e, ascoltando musica da rigattiere, scrivo qualcosa, oppure commento in giro.
A volte la musica da accompagnatoria diventa protagonista.
E allora smetto di scrivere e ascolto, lasciandomi cullare dalle emozioni e dai ricordi risvegliati
E quando da loro vengo travolto, mi viene voglia di fissarli e condividerli.
Così è stato ascoltando la canzone qui di seguito:
La canzone è del 1996, il mio anno orribile, il periodo della difficile storia con Martina , naufragata dopo circa due anni. E dopo la fine della storia con Martina, ero svuotato, arrabbiato e deluso, ma nonostante tutto avevo un briciolo di speranza.
Ho ascoltato smilanta volte "Cyrano" ritrovandomi in quelle parole:

Non me ne frega niente se anch' io sono sbagliato, spiacere è il mio piacere, io amo essere odiato; 
coi furbi e i prepotenti da sempre mi balocco e al fin della licenza io non perdono e tocco, 
io non perdono, non perdono e tocco! 



(ero talmente arrabbiato , che amavo essere antipatico, 
non volevo nessuno vicino.
ma in quella solitudine, spesso cercata,a volte, 
c'era nostalgia per che non c'era più....)

Ma quando sono solo con questo naso al piede 
che almeno di mezz' ora da sempre mi precede 
si spegne la mia rabbia e ricordo con dolore 
che a me è quasi proibito il sogno di un amore; 
non so quante ne ho amate, non so quante ne ho avute, 
per colpa o per destino le donne le ho perdute 
e quando sento il peso d' essere sempre solo 
mi chiudo in casa e scrivo e scrivendo mi consolo, 
ma dentro di me sento che il grande amore esiste, 
amo senza peccato, amo, ma sono triste 
perchè Rossana è bella, siamo così diversi, 
a parlarle non riesco: le parlerò coi versi, le parlerò coi versi... 


Venite gente vuota, facciamola finita, voi preti che vendete a tutti un' altra vita; 
se c'è, come voi dite, un Dio nell' infinito, guardatevi nel cuore, l' avete già tradito 
e voi materialisti, col vostro chiodo fisso, che Dio è morto e l' uomo è solo in questo abisso, 
le verità cercate per terra, da maiali, tenetevi le ghiande, lasciatemi le ali; 
tornate a casa nani, levatevi davanti, per la mia rabbia enorme mi servono giganti. 
Ai dogmi e ai pregiudizi da sempre non abbocco e al fin della licenza io non perdono e tocco, 
io non perdono, non perdono e tocco! 



(era anche il periodo in cui si è concretizzato  il definitivo
strappo con il mondo della parrocchia dove, tra alti e bassi,
 avevo vissuto tanti anni.
E dove l'ipocrisia di un certo clero e annessi 
mi aveva deluso e infastidito....)


Io tocco i miei nemici col naso e con la spada, 
ma in questa vita oggi non trovo più la strada. 
Non voglio rassegnarmi ad essere cattivo, 
tu sola puoi salvarmi, tu sola e te lo scrivo: 
dev' esserci, lo sento, in terra o in cielo un posto 
dove non soffriremo e tutto sarà giusto. 
Non ridere, ti prego, di queste mie parole, 
io sono solo un' ombra e tu, Rossana, il sole, 
ma tu, lo so, non ridi, dolcissima signora 
ed io non mi nascondo sotto la tua dimora 
perchè oramai lo sento, non ho sofferto invano, 
se mi ami come sono, per sempre tuo, per sempre tuo, per sempre tuo...Cirano

Per alcuni anni ho cercato di rassegnarmi ad non essere cattivo
Poi ho capito di non avere sofferto invano,
avevo trovato chi mi amava per come ero;
non era Rossana  ma Pitulice
ed io sono Lopo 
e non un cadetto di Guascogna
(anche se il naso è molto simile....)




sabato 22 dicembre 2012

♥ The happiest days of our lives....

La prima volta che ho visto la Maestra, 
mi ha fatto una impressione molto buona,
non giovanissima, ma sempre molto curata,
molto ben vestita, 
capello molto curato,
molti sorrisi,
molta cordialità,
molto preparata,
insomma, molto vicino alla perfezione....
...molto......   troppo molto!

Caji, invece, è tanto lontano dalla perfezione.
Sembra non sia nato sotto una buona stella.
E' sempre una lotta, una conquista continua.
Niente di scontato.
Niente di grave, per carità, ma tutta una serie di piccoli inciampi.
Dal ricovero in ospedale a un mese (Notte di Capodanno 2006/07..)
alla logopedia, all'esclusione dall'asilo per mancanza di posti (primo degli esclusi...) al caratterino che si ritrova...

Già l'inizio della scuola non è stato semplice per Caji ma tutto sommato è  bravo, si impegna, è curioso di imparare, non si risparmia...
Ma ogni tanto va ancora in crisi, se c'è qualche inghippo in cui non riesce, si chiude in se stesso e lascia fuori il mondo....

La Maestra troppo brava e troppo perfetta, fatica a collocare Caji in una delle caselline preparate per i suoi alunni.
come nei peggiori clichè,questa "robotica" Maestra, dovendo misurarsi con chi sfugge alla logica, ma con comportamenti più  istintivi, non sa che pesci pigliare, commettendo errori assurdi.
La prima avvisaglia l'abbbiamo avuto al colloquio. La Maestra ha parlato dei momenti di chiusura di Caji della sua preoccupazione di quello che potrebbe succedere nelle attività che prevedono uscite dalla scuola.
La rassicuro, anche gli anni scorsi, nelle uscite (a teatro, in fattoria, in biblioteca...) non ha mai avuto problemi, è sempre stato bravo....
   Arriva il momento di andare a teatro. La sera prima, Caji dice con la mamma: " Domani i miei amici vanno a teatro, ma io non ci posso andare!".
" Perchè non ci puoi andare? " gli chiede mamma.
" Perchè non ho l'avviso firmato da te" risponde Caji. Ma sul quaderno non c'è nessun avviso.
La mattina dopo Pitulice accompagna Caji. La Maestra è sulla porta, ma non ha più il sorriso, ma uno sguardo molto interrogativo ( come dire: cosa ci fai tu qui?....).
Pitulice dice alla Maestra, che, nonostante manchi sia avviso e che firma, Caji può e deve andare a teatro.
L'espressione della Maestra si incupisce ancor di più: " Ma non so, ma se va in crisi, come faccio, ne devo gestire altri venti..." Pitulice le offre la soluzione 
" Io sono a casa, se c'è bisogno vengo subito".
Con il viso molto tirato la Maestra accetta. Pitulice torna a casa ma non si cambia, sa già che sarà chiamata.
Passano pochi minuti.
E la telefonata arriva: " Signora, il bambino fa i capricci e disturba gli altri, lo venga a prendere!"
Pitulice corre. Lo spettacolo non è ancora iniziato, la Maestra accompagna Caji
 e ritorna immediatamente dagli altri bambini.
Pitulice chiede a Caji cos'è successo, se vuole vedere lo spettacolo. E Caji, candidamente: " ma io ho solo chiesto se si poteva spostare il bimbo davanti a me, perchè non vedevo! ".
Pitulice torna dalla Maestra e le dice che Caji vuole vedere lo spettacolo, come è giusto che sia, e che, per ogni evenienza lei starà nel corridoio...
E lo dice con un tono che non ammette repliche.
Caji vede lo spettacolo. Ovviamente senza nessun problema. 
Se non una  malcelata irritazione della Maestra.
Io vengo a conoscenza del tutto alla sera. 
Guardo Caji. 
Mi sorride con quegli occhietti furbi.
Mi viene in mente una vecchia canzone:


Riguardo Caji.
Dovrebbero essere i giorni più felici della sua vita...
Appunto.


  

domenica 9 dicembre 2012

♥ i bambini crescono....

I bambini crescono.
In altezza, e.....
in numero!

E sì.
se tutto andrà come deve andare,
in primavera ci sarà un altro piccolo
ad allietare (o massacrare...) la nostra vita.....

♠ maneggiare con cura.

(dal sito corriere.it)

Sono piuttosto turbato nel vedere le immagini di ciò che sta succedendo in Egitto, tanta violenza che distrugge tante aspettative e  speranze.
Sono turbato ma non sorpreso.
Non è una novità, anzi è una situazione che si ripete con poche eccezioni,  quando viene abbattuto un regime.
Spesso viene sostituito da un altro.
Successe alla rivoluzione Francese, successe alla rivoluzione Russa. 
E allora chi è un rivoluzionario? Chi vuole cambiare le cose? No; quello è un innovatore.
Un rivoluzionario è chi vuole sostituire un sistema di potere, con un altro sistema di potere, per poi mantenerlo. Anche con l'uso della forza.
Dicevo, non è una novità, successe anche in periodo più recente, con la fine del colonialismo (1950/1975), dove la fine del dominio coloniale fu spesso sostituito con feroci dittature.
E allora sembra che la Libertà sia una cosa molto delicata, da maneggiare con cura.
Vogliamo dire una cosa politicamente scorretta?
A volte si ha la sensazione che la Libertà sia un lusso che alcuni popoli non sappiano/riescano a maneggiare.
Detta così sembra la negazione della Democrazia. Non temete; anche se gli Egiziani sembra non ne abbiano fatto un buon uso, è un loro legittimo diritto.
Ma devono imparare ad usarla.

Ci sono poche eccezioni di buon uso della Libertà e della Democrazia, anche perchè dopo anni di dittatura non esiste una classe dirigente alternativa (oppure una classe dirigente...).
E allora voglio ricordare due capi di Stato, veri uomini di Stato che, seppur diversissimi,  hanno avuto la lungimiranza di traghettare i loro stati verso un regime democratico.
  Il primo è il polacco Wojciech Jaruzelski: Si trovò ad affrontare il sindacato cattolico Solidarnosc all'inizio degli anni '80, e poi in seguito la caduta del Muro.
Jaruzelski prese il potere nel 1981 ed emanò la legge marziale e fece arrestare Walesa, leader di Solidarnosc.
Lo so. Ma probabilmente lo fece anticipando un intervento diretto dell'Unione Sovietica. Il che sarebbe stato enormemente peggiore. Facendo la faccia da cattivo in realtà fu l'occulto regista del passaggio alla democrazia.
Ma nell'immaginario popolare, lui è il cattivo, mentre Walesa è il buono.
Ma crede che anche a Jaruzelki i polacchi debbano molto...

Destino analogo per un altro capo di stato, Willem de Klerk, presidente del Sud Africa dal 1989 al 1994.
E' stato sotto la sua presidenza che Nelson Mandela ha ritrovato la libertà dopo 26 anni di prigionia.
E' stato anche lui il regista della integrazione politica dell'African National Congress, e della nomina alla sua successione alla presidenza si Nelson Mandela, primo presidente di colore del Sud Africa.
Ha evitato un probabile bagno di sangue, molto frequenti nei cambi di regime nei paesi africani. 
Ma anche a lui, l'immaginario popolare ha ritagliato il ruolo di cattivo (o quanto meno di meno buono...) mentre l'eroe buono è Mandela...

Triste destino per questi due giganti della storia....

   

sabato 8 dicembre 2012

♥ il mio personale “ what if..”


Una delle serie più interessanti e particolari ( e per fortuna non troppo sfruttata! ) della Marvel  è la serie “What if” , traducibile come “ e se…”.
In questa serie vengono proposte storie alternative come ad esempio “E se i Fantastici Quattro non avessero avuto i superpoteri? “ oppure “ E se lo zio Ben (di Peter Parker) non fosse morto? “….
Qualche giorno fa  ho vissuto una sorta di “what if” personale.
Sono in ufficio. Suona il telefono. Rispondo; dall’altra parte una voce molto cordiale:
“Lopo, proprio te!, finalmente ti ho trovato! Come va? Ma hai capito chi sono?”
Ma certo che mi ricordo: Giovanni.

Io e Giovanni siamo quasi coetanei e abbiamo iniziato a lavorare nella stessa azienda,  a poche settimane di distanza, poco più che ventenni, un (bel) po’ di anni fa….
Abbiamo sempre avuto un buon rapporto, collaborativo, cordiale , un po’ di simpatia  reciproca, che non guasta.
Abbiamo lavorato insieme 5 o 6 anni, poi Giovanni ha deciso di cercare fortune in altre aziende, per cui ci siamo un persi di vista.

“Bisogna che ci incontriamo, che dobbiamo parlare” mi fa Giovanni “ tra qualche giorno vengo a Forlì e andiamo a pranzo assieme!”
E’ di parola, e non avevo dubbi. Dove andiamo a mangiare? E ovvio: nel ristorante dove abbiamo mangiato per tanti anni, quando lavoravamo insieme…
Il padrone del ristorante è ancora lui, solo lievemente invecchiato. Ci riconosce subito,  e ci si fa incontro con un ampio sorriso…
Ci sediamo e cominciamo ad aggiornarci reciprocamente sugli anni passati, sulla carriera professionale e sugli sviluppi familiari
Per Giovanni, andare via dall’azienda dove ci siamo conosciuti sembrava un azzardo, ma dopo la prima (provvisoria) sistemazione, ha trovato una azienda dove è potuto crescere professionalmente diventando capocantiere, poi nel tempo capocommessa, per poi passare al commerciale….Ed ora da un annetto fa parte di un grosso gruppo, sempre come commerciale.
E io?  Io invece sono rimasto in quell’azienda per quasi vent’anni, facendola diventare una specie di seconda casa, andandomene solo quando non ho visto più un futuro dell’azienda (non NELL’azienda…).  Sono poi andato in una azienda più piccola, che però (a parole) voleva diventare grandina; ma non tutte le anime remavano dalla stessa parte, per cui quando ne ho avuto l’occasione ho cambiato azienda, quella attuale, sempre piccola….
Giovanni, nel suo nuovo ruolo cerca dei nuovi fornitori, meglio se partner,  e si è ricordato di un antico collega, con cui c’era collaborazione e stima reciproca…

Sentire i racconti di Giovanni, di quella che è la sua quotidianità, di viaggi nel norditalia in grosse commesse sull’ordine di qualche milione di Euro, mi ha fatto vedere quella che poteva essere anche la mia carriera. E non è stata.
Non c’è invidia nelle mie parole.  Non mi appartiene l’invidia. Giovanni ha sicuramente lavorato duro per  ottenere quei risultati; attorno ai 30 anni, quando è il momento di spiccare il volo,  una zampata del drago mi ha fatto rotolare a terra.

E’ solo un semplice “what if”.

Non ci sono rimpianti nelle mie riflessioni.
Non rimpiango nulla di ciò che stato.
Che non vuol dire che non ho fatto mai errori,  o che oggi, col senno di poi, non prenderei decisioni diverse.
Semplicemente non rimpiango le decisioni (rivelatesi) sbagliate.
Se in un determinato momento ho preso ( o non ho preso…) una decisone, un motivo c’era:
O mi sembrava la cosa migliore.
O mi sembra la cosa meno peggiore.
Oppure (pensavo che) non avevo scelta.

♥ Amici..

Gli amici si vedono nel momento del bisogno.

Loro.

domenica 2 dicembre 2012

♥ seven seconds

l'altro giorno, per caso, ho sentito questa canzone:

un turbine di ricordi,
Whisky canadese e acqua gas.
Il sorriso della fornaia mentre ci affettava uno strudel lungo un metro.
il lavarsi il viso al mattino al fiume
il campeggio della terza eta
Io e 3 amici, di cui uno speciale.
Vorrei che tu fossi (ancora) qui.

♣ ne rimarrà soltanto una….


Nel giugno dell’anno scorso ho raccontato della storia della  squadra di calcio del Wimbledon, The Crazy Gang, e del suo fallimento. 
E di come il nuovo proprietario l’ha trasferita a Milton Keynes a 80 km a nord di Londra, ribattezzandola Milton Keynes Dons.
E di come i tifosi hanno creato la squadra dell’AFC Wimbledon,  che in pochi anni  è arrivata al calcio professionistico, una categoria sotto all’odiato  MKD.
E di come diventasse sempre più probabile una sfida ufficiale tra le 2 squadre che si rifanno al Wimbledon.
E così sarà.
Tra poche ore,  l’FA Cup metterà di fronte il Milton Keynes Dons e l’AFC Wimbledon, in un incontro ad eliminazione diretta.
Sarà un incontro epico.
Tra la passione e l’interesse.
Tra la folle scommessa di un manipolo di tifosi e il calcolo commerciale di un finanziere (da strapazzo)

… ne rimarrà soltanto una……
                            (colta citazione….)

( e io spero sia l’AFC Wimbledon…)

Aggiornamento, ore 18 
Purtroppo, all'ultimo respiro, l'MK Dons  ha sconfitto l'AFC Wimbledon per 2-1.
Peccato.
Ma per chi ama il lato romantico del calcio, si è persa solo una battaglia....

sabato 1 dicembre 2012

♥ con tutta la mia buona volontà...

... riesco a trovare tempo per scrivere e per legger(vi)  sempre più di rado.

Mi spiace.

Davvero.