domenica 22 novembre 2015

♠ Francesco ha (spesso) ragione...

Ho sentito un commento sui fatti di Parigi di Francesco Guccini che ricordava una sua canzone di tanti, tanti anni fa  "Libera nos domine" :

...da tutti gli imbecilli d'ogni razza e colore
[..] da visionari e martiri dell'odio e del terrore
da chi ti paradisa dicendo: è per amore
dai manichei che ti urlano "O con noi o traditore!"
libera, libera, libera nos Domine!

[..]

Da te, dalle tue immagini e dalla tua paura
dai preti d'ogni credo, da ogni impostura
da inferni e paradisi, da una vita futura
da utopie per lenire questa morte sicura
da crociati e crociate, da ogni sacra scrittura
da fedeli invasati d'ogni tipo e natura
libera, libera, libera nos Domine!

C'è da aggiungere altro?


sabato 14 novembre 2015

♠ "non condivido la tua idea, ma darei la vita perché tu la possa esprimere.."

Vorrei partire da qui.
Da questa frase attribuita a Voltaire.
Direi che è il fondamento della nostra cultura.
Loro no, hanno disprezzo delle idee altrui. E delle vite altrui.

non condivido la tua idea e ti toglierò la vita perché tu NON possa esprimerla

Sembra essere questo il loro credo.

Ed è questa, forse, la parte più spaventosa.

Dobbiamo capire che non possiamo più permetterci il lusso di essere buoni.
Perchè loro buoni non lo sono.
E non dobbiamo più essere buonisti, perché con questa ipocrisia ci stiamo scavando la fossa.

Non sono cattolico praticante ma la mia, la nostra cultura è cristiana, una cultura che mi permette di essere critico con la chiesa ed i suoi uomini, senza rischiare nulla.
E allora non dobbiamo permettere a nessuno di farci togliere i nostri simboli (come i crocefissi) "perchè offende la loro sensibilità".

Se permettete gli oltre  200 morti del volo russo o quasi 150 morti a Parigi  offendono  la mia sensibilità!

Non è facile districarsi tra diritti e doveri, tra paura e accoglienza, non è facile il da farsi.
Una cosa è certa, queste 2 battaglie le han vinte loro;  ci hanno terrorizzato, ci hanno colpito nei nostri momenti belli: una vacanza, un concerto, una cena al ristorante, una partita di calcio...

Sta a noi decidere se vogliamo vincere la guerra.

Settant'anni fa (abbondanti) l'Europa si trovò a combattere contro un'altra  forza che dimostrava di disprezzare la vita, come i Nazisti.
E si allearono con il diavolo in persona (nell'incarnazione di Josep Stalin) pur di vincere.

La situazione non mi sembra molto dissimile.

Speriamo che lo sia anche la coclusione

lunedì 9 novembre 2015

♥ Enrica

Estate 1997.
Una serata come tante, senza tanto da fare.
Mi fermo a guardare un torneo di calcetto, appoggiato alla ringhiera a bordocampo. Si avvicina una mia cara amica, in compagnia di Enrica, bionda, il cui abbigliamento estivo fa risaltare le forme. 
Rimango colpito dal colpo d'occhio, poi passiamo un paio d'ore insieme e rimango ancor più colpito dalla sua competenza e passione per il calcio....
Veramente inusuale in una ragazza!
C'è simpatia reciproca, capita così che mi inviti ad uscire con lei e i suoi amici.
Cosa che avviene per circa un anno.
In questo anno imparo a conoscere meglio Enrica e la sua storia, direi singolare. Capita di parlare di tante cose, ma soprattutto di calcio e politica (sua grande passione ).

Figlia di una famiglia borghese aveva grandi sogni e grandi progetti per il futuro.
Come il cerchio dei suoi amici.
I suoi amici.
Dopo un po' di mesi di loro ne ho le tasche piene.
E cambio aria.

Nel tempo, capita saltuariamente di incontrala,  sempre bella.  Capita anche di scambiare due parole; è indubbio che c'è stima reciproca.

Da qualche tempo capita che la domenica mattina, passeggiando con uno o più dei miei figli, ci si veda, lei in compagnia del cane. un caloroso saluto con la mano e nulla di più.
Ma non ieri, ieri ero solo. 
Enrica mi ha fermato e abbiamo colto l'occasione per raccontarci qualche frammento di vita.
Dei suoi sogni ne è rimasto qualche frammento, perso qua e la, tra una quotidianità diversa da quella immaginata anni fa.
Io avevo meno sogni. Ma ora ho una bella famiglia.
E nei suoi occhi mi è parso di vedere un'ombra di malinconia...

Mi spiace Enrica.
Meriteresti di essere felice.  

sabato 7 novembre 2015

♥ Camilla

Camilla potrebbe essere mia figlia.
Sì, perchè suo padre pochi anni più di me, anche se è diventato padre che era poco più che un ragazzo.
Camilla non è più con noi, una (lunga) malattia l'ha portata via.
A poco più di vent'anni, quando si dispiegano i sogni e si impegnano le forze per realizzarli, lei ha dovuto ripiegare i suoi perchè le sue forze servivano per combattere la malattia, che cominciava a manifestarsi.
Gli ultimi 10 anni abbondanti sono stati un saliscendi di speranze, paure, momenti di pace e peggioramenti.
Nell'ultimo periodo, il dolore era diventato insopportabile, lenito solo dalla morfina, e Camilla, intorpidita, voleva solo la visita dei suoi parenti stretti.
Non c'era più speranza. E Camilla lo sapeva.
A 31 anni la sua storia si è conclusa.

Non conoscevo Camilla, conosco però suo padre e ma soprattutto sua nonna, grande amica di mia madre.
Aldilà di tutto, sono rimasto molto addolorato dalla scomparsa di questa giovane donna.
31 anni.
Mi è venuto spontaneo pensare io a 31 anni. Non avevo ancora conosciuto la compagna della mia vita, i miei cuccioli erano solo nei sogni più arditi, la casa dove vivo era ancora quasi un rudere...
A 31 anni non avevo ancora posto le basi di quello che è il mio mondo.

La vita di Camilla è stata troppo breve, non ha avuto il tempo di costruire il suo mondo.
E forse non ha avuto il tempo di sognarlo, dovendo lottare contro un malattia che non lasciava molte speranze.
E lasciava poco tempo.

Ovunque tu sia, Camilla, spero tu abbia, finalmente, la possibilità di sognare.