Camilla potrebbe essere mia figlia.
Sì, perchè suo padre pochi anni più di me, anche se è diventato padre che era poco più che un ragazzo.
Camilla non è più con noi, una (lunga) malattia l'ha portata via.
A poco più di vent'anni, quando si dispiegano i sogni e si impegnano le forze per realizzarli, lei ha dovuto ripiegare i suoi perchè le sue forze servivano per combattere la malattia, che cominciava a manifestarsi.
Gli ultimi 10 anni abbondanti sono stati un saliscendi di speranze, paure, momenti di pace e peggioramenti.
Nell'ultimo periodo, il dolore era diventato insopportabile, lenito solo dalla morfina, e Camilla, intorpidita, voleva solo la visita dei suoi parenti stretti.
Non c'era più speranza. E Camilla lo sapeva.
A 31 anni la sua storia si è conclusa.
Non conoscevo Camilla, conosco però suo padre e ma soprattutto sua nonna, grande amica di mia madre.
Aldilà di tutto, sono rimasto molto addolorato dalla scomparsa di questa giovane donna.
31 anni.
Mi è venuto spontaneo pensare io a 31 anni. Non avevo ancora conosciuto la compagna della mia vita, i miei cuccioli erano solo nei sogni più arditi, la casa dove vivo era ancora quasi un rudere...
A 31 anni non avevo ancora posto le basi di quello che è il mio mondo.
La vita di Camilla è stata troppo breve, non ha avuto il tempo di costruire il suo mondo.
E forse non ha avuto il tempo di sognarlo, dovendo lottare contro un malattia che non lasciava molte speranze.
E lasciava poco tempo.
Ovunque tu sia, Camilla, spero tu abbia, finalmente, la possibilità di sognare.
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