sabato 29 dicembre 2012

♥ Poliglotta.

Passeggiando con Caji, un cane incrocia la nostra strada.
Caji lo guarda, il cane guarda lui, si fissano per un lungo istante.
Poi il cane se ne va e Caji mi dice: " Sai babbo, se ne è andato dopo che ci siamo salutati."
E io : " Davvero? "
" Certo, io parlo la lingua dei cani, il cagnolese.." mi risponde Caji.
Io lo guardo incuriosito, e Caji continua "... e conosco anche altre lingue come l'ululese! "
Incuriosito gli chiedo: " Ma chi parla l'ululese?"
" Ma dai babbo! sono i lupi che parlano l'ululese! " mi risponde Caji quasi infastidito dalla banalità della domanda.
Ora, capisco che possa parlare il cagnolese, di cani in zona ce ne sono, ma mi sfugge dove possa aver imparato la lingua dei lupi, e allora lo chiedo: " Caji, dove hai imparato queste lingue? "
E lui, con un sorriso disarmante: " Ma sui libri della fantasia! "
( sottinteso: ma che ne vuoi sapere tu, babbo...)

martedì 25 dicembre 2012

♥ Canto di Natale !


Non è facile uscire dalla frenetica quotidianità, per festeggiare il Natale.
Quest'anno faccio molta fatica.

Ma passerà, Verranno momenti migliori, il tempo è una ruota che gira....

Fatico però a seguire i riti triti e ritriti del Natale.

Però....  Brindo idealmente con voi con un bicchiere di scura,
 e un giro di Valzer...




domenica 23 dicembre 2012

♥/♦ canzoni sotto la pelle _ 1

Ci sono canzoni che ci piacciono.
Ci sono canzoni che ci piacciono anche tantissimo.
E poi ci sono canzoni che ci entrano sotto la pelle,
che descrivono un nostro particolare momento o stato d'animo,
Che sembrano state scritte per noi.
Questa è una di quelle.
Quando posso, rubo una serata alla vita famigliare, e, ascoltando musica da rigattiere, scrivo qualcosa, oppure commento in giro.
A volte la musica da accompagnatoria diventa protagonista.
E allora smetto di scrivere e ascolto, lasciandomi cullare dalle emozioni e dai ricordi risvegliati
E quando da loro vengo travolto, mi viene voglia di fissarli e condividerli.
Così è stato ascoltando la canzone qui di seguito:
La canzone è del 1996, il mio anno orribile, il periodo della difficile storia con Martina , naufragata dopo circa due anni. E dopo la fine della storia con Martina, ero svuotato, arrabbiato e deluso, ma nonostante tutto avevo un briciolo di speranza.
Ho ascoltato smilanta volte "Cyrano" ritrovandomi in quelle parole:

Non me ne frega niente se anch' io sono sbagliato, spiacere è il mio piacere, io amo essere odiato; 
coi furbi e i prepotenti da sempre mi balocco e al fin della licenza io non perdono e tocco, 
io non perdono, non perdono e tocco! 



(ero talmente arrabbiato , che amavo essere antipatico, 
non volevo nessuno vicino.
ma in quella solitudine, spesso cercata,a volte, 
c'era nostalgia per che non c'era più....)

Ma quando sono solo con questo naso al piede 
che almeno di mezz' ora da sempre mi precede 
si spegne la mia rabbia e ricordo con dolore 
che a me è quasi proibito il sogno di un amore; 
non so quante ne ho amate, non so quante ne ho avute, 
per colpa o per destino le donne le ho perdute 
e quando sento il peso d' essere sempre solo 
mi chiudo in casa e scrivo e scrivendo mi consolo, 
ma dentro di me sento che il grande amore esiste, 
amo senza peccato, amo, ma sono triste 
perchè Rossana è bella, siamo così diversi, 
a parlarle non riesco: le parlerò coi versi, le parlerò coi versi... 


Venite gente vuota, facciamola finita, voi preti che vendete a tutti un' altra vita; 
se c'è, come voi dite, un Dio nell' infinito, guardatevi nel cuore, l' avete già tradito 
e voi materialisti, col vostro chiodo fisso, che Dio è morto e l' uomo è solo in questo abisso, 
le verità cercate per terra, da maiali, tenetevi le ghiande, lasciatemi le ali; 
tornate a casa nani, levatevi davanti, per la mia rabbia enorme mi servono giganti. 
Ai dogmi e ai pregiudizi da sempre non abbocco e al fin della licenza io non perdono e tocco, 
io non perdono, non perdono e tocco! 



(era anche il periodo in cui si è concretizzato  il definitivo
strappo con il mondo della parrocchia dove, tra alti e bassi,
 avevo vissuto tanti anni.
E dove l'ipocrisia di un certo clero e annessi 
mi aveva deluso e infastidito....)


Io tocco i miei nemici col naso e con la spada, 
ma in questa vita oggi non trovo più la strada. 
Non voglio rassegnarmi ad essere cattivo, 
tu sola puoi salvarmi, tu sola e te lo scrivo: 
dev' esserci, lo sento, in terra o in cielo un posto 
dove non soffriremo e tutto sarà giusto. 
Non ridere, ti prego, di queste mie parole, 
io sono solo un' ombra e tu, Rossana, il sole, 
ma tu, lo so, non ridi, dolcissima signora 
ed io non mi nascondo sotto la tua dimora 
perchè oramai lo sento, non ho sofferto invano, 
se mi ami come sono, per sempre tuo, per sempre tuo, per sempre tuo...Cirano

Per alcuni anni ho cercato di rassegnarmi ad non essere cattivo
Poi ho capito di non avere sofferto invano,
avevo trovato chi mi amava per come ero;
non era Rossana  ma Pitulice
ed io sono Lopo 
e non un cadetto di Guascogna
(anche se il naso è molto simile....)




sabato 22 dicembre 2012

♥ The happiest days of our lives....

La prima volta che ho visto la Maestra, 
mi ha fatto una impressione molto buona,
non giovanissima, ma sempre molto curata,
molto ben vestita, 
capello molto curato,
molti sorrisi,
molta cordialità,
molto preparata,
insomma, molto vicino alla perfezione....
...molto......   troppo molto!

Caji, invece, è tanto lontano dalla perfezione.
Sembra non sia nato sotto una buona stella.
E' sempre una lotta, una conquista continua.
Niente di scontato.
Niente di grave, per carità, ma tutta una serie di piccoli inciampi.
Dal ricovero in ospedale a un mese (Notte di Capodanno 2006/07..)
alla logopedia, all'esclusione dall'asilo per mancanza di posti (primo degli esclusi...) al caratterino che si ritrova...

Già l'inizio della scuola non è stato semplice per Caji ma tutto sommato è  bravo, si impegna, è curioso di imparare, non si risparmia...
Ma ogni tanto va ancora in crisi, se c'è qualche inghippo in cui non riesce, si chiude in se stesso e lascia fuori il mondo....

La Maestra troppo brava e troppo perfetta, fatica a collocare Caji in una delle caselline preparate per i suoi alunni.
come nei peggiori clichè,questa "robotica" Maestra, dovendo misurarsi con chi sfugge alla logica, ma con comportamenti più  istintivi, non sa che pesci pigliare, commettendo errori assurdi.
La prima avvisaglia l'abbbiamo avuto al colloquio. La Maestra ha parlato dei momenti di chiusura di Caji della sua preoccupazione di quello che potrebbe succedere nelle attività che prevedono uscite dalla scuola.
La rassicuro, anche gli anni scorsi, nelle uscite (a teatro, in fattoria, in biblioteca...) non ha mai avuto problemi, è sempre stato bravo....
   Arriva il momento di andare a teatro. La sera prima, Caji dice con la mamma: " Domani i miei amici vanno a teatro, ma io non ci posso andare!".
" Perchè non ci puoi andare? " gli chiede mamma.
" Perchè non ho l'avviso firmato da te" risponde Caji. Ma sul quaderno non c'è nessun avviso.
La mattina dopo Pitulice accompagna Caji. La Maestra è sulla porta, ma non ha più il sorriso, ma uno sguardo molto interrogativo ( come dire: cosa ci fai tu qui?....).
Pitulice dice alla Maestra, che, nonostante manchi sia avviso e che firma, Caji può e deve andare a teatro.
L'espressione della Maestra si incupisce ancor di più: " Ma non so, ma se va in crisi, come faccio, ne devo gestire altri venti..." Pitulice le offre la soluzione 
" Io sono a casa, se c'è bisogno vengo subito".
Con il viso molto tirato la Maestra accetta. Pitulice torna a casa ma non si cambia, sa già che sarà chiamata.
Passano pochi minuti.
E la telefonata arriva: " Signora, il bambino fa i capricci e disturba gli altri, lo venga a prendere!"
Pitulice corre. Lo spettacolo non è ancora iniziato, la Maestra accompagna Caji
 e ritorna immediatamente dagli altri bambini.
Pitulice chiede a Caji cos'è successo, se vuole vedere lo spettacolo. E Caji, candidamente: " ma io ho solo chiesto se si poteva spostare il bimbo davanti a me, perchè non vedevo! ".
Pitulice torna dalla Maestra e le dice che Caji vuole vedere lo spettacolo, come è giusto che sia, e che, per ogni evenienza lei starà nel corridoio...
E lo dice con un tono che non ammette repliche.
Caji vede lo spettacolo. Ovviamente senza nessun problema. 
Se non una  malcelata irritazione della Maestra.
Io vengo a conoscenza del tutto alla sera. 
Guardo Caji. 
Mi sorride con quegli occhietti furbi.
Mi viene in mente una vecchia canzone:


Riguardo Caji.
Dovrebbero essere i giorni più felici della sua vita...
Appunto.


  

domenica 9 dicembre 2012

♥ i bambini crescono....

I bambini crescono.
In altezza, e.....
in numero!

E sì.
se tutto andrà come deve andare,
in primavera ci sarà un altro piccolo
ad allietare (o massacrare...) la nostra vita.....

♠ maneggiare con cura.

(dal sito corriere.it)

Sono piuttosto turbato nel vedere le immagini di ciò che sta succedendo in Egitto, tanta violenza che distrugge tante aspettative e  speranze.
Sono turbato ma non sorpreso.
Non è una novità, anzi è una situazione che si ripete con poche eccezioni,  quando viene abbattuto un regime.
Spesso viene sostituito da un altro.
Successe alla rivoluzione Francese, successe alla rivoluzione Russa. 
E allora chi è un rivoluzionario? Chi vuole cambiare le cose? No; quello è un innovatore.
Un rivoluzionario è chi vuole sostituire un sistema di potere, con un altro sistema di potere, per poi mantenerlo. Anche con l'uso della forza.
Dicevo, non è una novità, successe anche in periodo più recente, con la fine del colonialismo (1950/1975), dove la fine del dominio coloniale fu spesso sostituito con feroci dittature.
E allora sembra che la Libertà sia una cosa molto delicata, da maneggiare con cura.
Vogliamo dire una cosa politicamente scorretta?
A volte si ha la sensazione che la Libertà sia un lusso che alcuni popoli non sappiano/riescano a maneggiare.
Detta così sembra la negazione della Democrazia. Non temete; anche se gli Egiziani sembra non ne abbiano fatto un buon uso, è un loro legittimo diritto.
Ma devono imparare ad usarla.

Ci sono poche eccezioni di buon uso della Libertà e della Democrazia, anche perchè dopo anni di dittatura non esiste una classe dirigente alternativa (oppure una classe dirigente...).
E allora voglio ricordare due capi di Stato, veri uomini di Stato che, seppur diversissimi,  hanno avuto la lungimiranza di traghettare i loro stati verso un regime democratico.
  Il primo è il polacco Wojciech Jaruzelski: Si trovò ad affrontare il sindacato cattolico Solidarnosc all'inizio degli anni '80, e poi in seguito la caduta del Muro.
Jaruzelski prese il potere nel 1981 ed emanò la legge marziale e fece arrestare Walesa, leader di Solidarnosc.
Lo so. Ma probabilmente lo fece anticipando un intervento diretto dell'Unione Sovietica. Il che sarebbe stato enormemente peggiore. Facendo la faccia da cattivo in realtà fu l'occulto regista del passaggio alla democrazia.
Ma nell'immaginario popolare, lui è il cattivo, mentre Walesa è il buono.
Ma crede che anche a Jaruzelki i polacchi debbano molto...

Destino analogo per un altro capo di stato, Willem de Klerk, presidente del Sud Africa dal 1989 al 1994.
E' stato sotto la sua presidenza che Nelson Mandela ha ritrovato la libertà dopo 26 anni di prigionia.
E' stato anche lui il regista della integrazione politica dell'African National Congress, e della nomina alla sua successione alla presidenza si Nelson Mandela, primo presidente di colore del Sud Africa.
Ha evitato un probabile bagno di sangue, molto frequenti nei cambi di regime nei paesi africani. 
Ma anche a lui, l'immaginario popolare ha ritagliato il ruolo di cattivo (o quanto meno di meno buono...) mentre l'eroe buono è Mandela...

Triste destino per questi due giganti della storia....

   

sabato 8 dicembre 2012

♥ il mio personale “ what if..”


Una delle serie più interessanti e particolari ( e per fortuna non troppo sfruttata! ) della Marvel  è la serie “What if” , traducibile come “ e se…”.
In questa serie vengono proposte storie alternative come ad esempio “E se i Fantastici Quattro non avessero avuto i superpoteri? “ oppure “ E se lo zio Ben (di Peter Parker) non fosse morto? “….
Qualche giorno fa  ho vissuto una sorta di “what if” personale.
Sono in ufficio. Suona il telefono. Rispondo; dall’altra parte una voce molto cordiale:
“Lopo, proprio te!, finalmente ti ho trovato! Come va? Ma hai capito chi sono?”
Ma certo che mi ricordo: Giovanni.

Io e Giovanni siamo quasi coetanei e abbiamo iniziato a lavorare nella stessa azienda,  a poche settimane di distanza, poco più che ventenni, un (bel) po’ di anni fa….
Abbiamo sempre avuto un buon rapporto, collaborativo, cordiale , un po’ di simpatia  reciproca, che non guasta.
Abbiamo lavorato insieme 5 o 6 anni, poi Giovanni ha deciso di cercare fortune in altre aziende, per cui ci siamo un persi di vista.

“Bisogna che ci incontriamo, che dobbiamo parlare” mi fa Giovanni “ tra qualche giorno vengo a Forlì e andiamo a pranzo assieme!”
E’ di parola, e non avevo dubbi. Dove andiamo a mangiare? E ovvio: nel ristorante dove abbiamo mangiato per tanti anni, quando lavoravamo insieme…
Il padrone del ristorante è ancora lui, solo lievemente invecchiato. Ci riconosce subito,  e ci si fa incontro con un ampio sorriso…
Ci sediamo e cominciamo ad aggiornarci reciprocamente sugli anni passati, sulla carriera professionale e sugli sviluppi familiari
Per Giovanni, andare via dall’azienda dove ci siamo conosciuti sembrava un azzardo, ma dopo la prima (provvisoria) sistemazione, ha trovato una azienda dove è potuto crescere professionalmente diventando capocantiere, poi nel tempo capocommessa, per poi passare al commerciale….Ed ora da un annetto fa parte di un grosso gruppo, sempre come commerciale.
E io?  Io invece sono rimasto in quell’azienda per quasi vent’anni, facendola diventare una specie di seconda casa, andandomene solo quando non ho visto più un futuro dell’azienda (non NELL’azienda…).  Sono poi andato in una azienda più piccola, che però (a parole) voleva diventare grandina; ma non tutte le anime remavano dalla stessa parte, per cui quando ne ho avuto l’occasione ho cambiato azienda, quella attuale, sempre piccola….
Giovanni, nel suo nuovo ruolo cerca dei nuovi fornitori, meglio se partner,  e si è ricordato di un antico collega, con cui c’era collaborazione e stima reciproca…

Sentire i racconti di Giovanni, di quella che è la sua quotidianità, di viaggi nel norditalia in grosse commesse sull’ordine di qualche milione di Euro, mi ha fatto vedere quella che poteva essere anche la mia carriera. E non è stata.
Non c’è invidia nelle mie parole.  Non mi appartiene l’invidia. Giovanni ha sicuramente lavorato duro per  ottenere quei risultati; attorno ai 30 anni, quando è il momento di spiccare il volo,  una zampata del drago mi ha fatto rotolare a terra.

E’ solo un semplice “what if”.

Non ci sono rimpianti nelle mie riflessioni.
Non rimpiango nulla di ciò che stato.
Che non vuol dire che non ho fatto mai errori,  o che oggi, col senno di poi, non prenderei decisioni diverse.
Semplicemente non rimpiango le decisioni (rivelatesi) sbagliate.
Se in un determinato momento ho preso ( o non ho preso…) una decisone, un motivo c’era:
O mi sembrava la cosa migliore.
O mi sembra la cosa meno peggiore.
Oppure (pensavo che) non avevo scelta.

♥ Amici..

Gli amici si vedono nel momento del bisogno.

Loro.

domenica 2 dicembre 2012

♥ seven seconds

l'altro giorno, per caso, ho sentito questa canzone:

un turbine di ricordi,
Whisky canadese e acqua gas.
Il sorriso della fornaia mentre ci affettava uno strudel lungo un metro.
il lavarsi il viso al mattino al fiume
il campeggio della terza eta
Io e 3 amici, di cui uno speciale.
Vorrei che tu fossi (ancora) qui.

♣ ne rimarrà soltanto una….


Nel giugno dell’anno scorso ho raccontato della storia della  squadra di calcio del Wimbledon, The Crazy Gang, e del suo fallimento. 
E di come il nuovo proprietario l’ha trasferita a Milton Keynes a 80 km a nord di Londra, ribattezzandola Milton Keynes Dons.
E di come i tifosi hanno creato la squadra dell’AFC Wimbledon,  che in pochi anni  è arrivata al calcio professionistico, una categoria sotto all’odiato  MKD.
E di come diventasse sempre più probabile una sfida ufficiale tra le 2 squadre che si rifanno al Wimbledon.
E così sarà.
Tra poche ore,  l’FA Cup metterà di fronte il Milton Keynes Dons e l’AFC Wimbledon, in un incontro ad eliminazione diretta.
Sarà un incontro epico.
Tra la passione e l’interesse.
Tra la folle scommessa di un manipolo di tifosi e il calcolo commerciale di un finanziere (da strapazzo)

… ne rimarrà soltanto una……
                            (colta citazione….)

( e io spero sia l’AFC Wimbledon…)

Aggiornamento, ore 18 
Purtroppo, all'ultimo respiro, l'MK Dons  ha sconfitto l'AFC Wimbledon per 2-1.
Peccato.
Ma per chi ama il lato romantico del calcio, si è persa solo una battaglia....

sabato 1 dicembre 2012

♥ con tutta la mia buona volontà...

... riesco a trovare tempo per scrivere e per legger(vi)  sempre più di rado.

Mi spiace.

Davvero.

venerdì 30 novembre 2012

♦ 12 054 mattoni...



12 054 mattoni. Come 12 054 sono i giorni che sono passati dal 30 novembre 1979 quando fu pubblicato "The Wall"  dai Pink Floyd.

Sono molto legato a quest'album. Probabilmente è il mio preferito. E, secondo me, è il vero, ultimo album dei  Pink Floyd. 
I Pink Floyd: semplicemente geniali. Formatisi a metà degli anni '60,  sono uno degli emblemi del periodo d'oro della sperimentazione culturale. Nella loro prima fase, sotto l'ispirazione di Syd Barrett, sono tra gli esponenti più importanti del rock psichedelico, sperimentando un po' di tutto, come droghe e come musica.
Il peggio è per Syd Barrett, diventato assolutamente ingestibile, per cui gli altri 3 membri Waters, Wright e Mason sono costretti a sostituirlo con un altro chitarrista, David Gilmour. 
Nella loro seconda fase, la loro ricerca li porta al progressive rock, con suite di 23 minuti (il massimo consentito da una facciata di un LP in vinile) dove le contaminazioni tra il rock, l'opera, rumori portano il gruppo ad un successo planetario.... (The Dark side of the moon, Wish you were here).
Eppoi c'è la terza fase,  musicalmente più povera  ma dove la genialità di Roger Waters nel scrivere testi ha la sua massima espressione: le prove generali con "Animals" nel 1977 e poi la summa con, appunto, The Wall.  
Cio' che è venuto dopo, anche se con firma Pink Floyd, è stato il primo album di Roger Waters (The final cut, 1983) mentre gli album senza Waters (A momentary lapse of reason -1987- e The division bell-1994) sono, a mio avviso, poco più che manovre commerciali per fare cassa.

Ma qual'è la grandezza di The Wall? Non è sicuramente la parte musicale, molto più  convenzionale rispetto ad altri lavori. E' invece l'esempio migliore di concept album, dove una storia si dipana e la musica è al servizio di questo racconto, la storia di Pink che vive una serie di difficoltà personali (la madre possessiva, il padre morto in guerra, la rigidità della scuola, l'amore tradito....) lo portano a rinchiudersi dietro ad un muro, come tanti altri che si nascondono dietro al proprio muro, oppure il fatto di essere quasi invisibili, come anonimi mattoni in un muro.... E questi muri, ieri come oggi, sono pericolosi. E Pink si perde dietro al suo muro, ed in una sorta di autoprocesso, si rende conto che l'unica via di salvezza è tentare di abbattere il muro  e non aver paura di mostrarsi come si è, con pregi e difetti e non avere paura dei propri sentimenti....
E allora, il tentare di scrivere, di raccontare, è il mio personale tentativo di non rimanere chiuso dietro al muro, ma di tanto in tanto, fare (appunto...) quattro passi fuori dal (mio) muro....




Qualche anno dopo, è uscito anche un film, con la regia di Alan Parker e un (allora) sconosciuto Bob Geldof nel ruolo di Pink. Quel film, più che il disco, ha avuto un fortissimo impatto su di me. Avevo 16 o 17 anni, nel bel mezzo di una adolescenza inquieta. Quella sera vidi rappresentati tanti dei miei malesseri a cui non ero riuscito ancora a dare forma. Quella sera diedi addio alla spensierata fanciullezza e capii che il mondo degli adulti era tutt'altro che rose e fiori, ma una battaglia quotidiana.

Ed allora diventava una esigenza comprare il disco, un doppio 33 giri in vinile, che costava un botto. Facemmo società, io e il Cattivo Maestro, pagandone metà a testa....
Son passati tanti anni, e nel tempo ne ho "collezionato" diverse versioni dall'originale in CD, ad un bootleg del tour mondiale successivo, alla versione realizzata a Berlino da Waters, nel 1990, alla caduta del muro, al CD ufficiale del tour, uscito per il ventennale.
Ma la mia preferita è sicuramente la versione del film, dove quasi tutte le canzoni sono state rifatte ( su tutte "Mother"....) con l'aggiunta di una canzone "When the tigers broke free" uscita solo in vinile a 45giri ( il Cattivo Maestro c'e l'ha...) e che sto assaporando mentre scrivo...


E in questi giorni, Roger Waters ha annunciato che l'estate prossima farà un tour mondiale, portando in scena The Wall.
Due date sono in italia.
Chissà.....



sabato 17 novembre 2012

♦ ...ridesti nel vedermi grande e grosso coi fumetti...

E' passato un po' (troppo) tempo da quando ho pestato un po' di tasti a caso, per raccontare qualche storia.
Molte cose sono successe negli ultimi mesi, e non sempre ho avuto il tempo o la possibilità di farlo. Cercherò di recuperare, anche se, a volte, sarò fuori sincronia.
Come questa volta.

Succede spesso che, per dare un titolo decente alle piccole storie che mi piace raccontare, saccheggio canzoni dei miei padri spirituali musicali.
Ed è così anche in questo caso, con un frammento di "Canzone delle situazioni differenti", canzone di Guccini degli anni '70 (1974 o giù di lì).
Perchè io sono grande e grosso (più grosso che grande, per la verità...) ed amo molto i fumetti.
Al punto di prendermi un giorno di vacanza dalla mia vita, per recarmi a Lucca Comics and Games 2012, ovviamente traviato dal Cattivo Maestro, che mi ha procurato il biglietto.
La mia passione dei fumetti parte da lontano, da bambino lettore di albetti  di "Tiramolla", "Provolino" e "Geppo" ( i più anziani sanno di cosa parlo...) per poi passare al mondo di paperi e topi targati Disney, poi passare a Tex, ed in ultimo ai supereroi Marvel, editi dalla indimenticabile casa editrice Corno. 
Poi ho abbandonato per quello che, allora, pensavo fosse un salto di qualità: le riviste prima di automobilismo, poi di calcio. 
Quasi vent'anni di black-out. Solo qualche lettura leggera, disimpegnata: Lupo Alberto e le Sturmtruppen.
 Poi arriviamo al 1996, anno cruciale, anno infernale, annus horribilis. Una delle poche note liete è stato riscoprire i fumetti (sempre  per grazia/colpa del mio Cattivo Maestro!).
E i fumetti sono stati importanti sia per rilassarmi che per riflettere; probabilmente mi hanno evitato guai peggiori.
E in quegli anni di assidua frequenza di Lucca Comics and Games (allora gli appuntamenti erano 2, in primavera ed in autunno), delle fumetterie di Bologna, Modena, Maranello, solo per citare le più importanti,  ho speso delle cifre importanti per rincorrere il tempo perduto: e allora cercare tutto lo scibile umano di Frank Miller ( da Devil a Sin City ), Alan Moore ( da V for Vendetta a Watchman), Neil Gaiman (la saga di Sandman ) senza trascurare i classici  come "Una ballata del mare salato" di Hugo Pratt, "L'eternauta" e cose così..

Ora non è più così. Vado con piacere a Lucca, ma il budget è molto più limitato, in quanto ho un sacco di roba acquistata da leggere "quando avrò tempo..." e invece di tempo ne ho sempre meno....  Eppoi con l'età si comincia ad essere più selettivi.... Vabbè, non devo neanche dare il cattivo esempio ai miei cuccioli!
Confesso comunque che un certo disagio c'è a girare per i tendoni, facendo a gomitate con ragazzi che hanno meno della metà dei miei anni, ad essere circondato da Cosplay....
Stavo riflettendo su questo, aspettando il Cattivo Maestro alle prese con una interminabile fila, quando ho intravisto lo stand dell'editoriale Aurea (quella che pubblica "Lanciostory" e "Skorpio" per intenderci) stranamente vuoto. Mi avvicino per curiosare e vedo dietro al tavolo  un uomo di mezz'eta  tarchiato che armeggia con penne pennarelli
poster.. vengo colto da un dubbio.
" vuoi vedere che è...." non faccio a tempo a finire il pensiero che scorgo la targhetta con il nome appuntata sulla camicia :  Robin Wood.
Robin Wood! Uno dei più grandi sceneggia-tori di fumetti mondiali qui di fronte a me!
Per gli "infedeli" che non lo conoscessero,  Robin Wood ha una vita avventurosa, Paraguaiano di nascita, argentino d'adozione, ha vissuto in diversi paesi (Brasile, Australia, Italia, Danimarca dove vive tuttora) ed ha la rara capacità di scrivere storie  (tante) con ambientazioni diversissime: dal Nippur dell'antica Sumeria al Dago del rinascimento, dal pugile Mojado  alla legione straniera al poliziotto italo americano Savarese del XXsecolo fino alla fantascienza di Gilgamesh, solo per citare i più famosi.

L'occasione di avere un albo con dedica di Robin Wood è troppo ghiotta! vado abbondantemente fuori budget (echissenefrega...) compro un albo cartonato di Dago  e lo porgo al Maestro,  vorrei dirgli quante storie sue ho letto, di come ammiro la sua minuziosa ricostruzione storica di Dago, ma, fantozzianamente mi esce solo un banale " E' un onore incontrarla." Wood alza gli occhi, mi sorride e mi risponde " No. è un onore per me."
Che grande! 
Vabbè sono sopravvissuto ai giovinastri e ai Cosplay, ed ho incontrato uno dei miei miti. Per quest'anno ne è valsa la pena andare a Lucca....

sabato 27 ottobre 2012

♠ l'insegnamento del Colonnello Aureliano Buendia.

Il Colonnello Aureliano Buendìa è uno dei protagonisti di "Cent'anni di solitudine" di G.G. Marquez. Questi, quasi per caso e malvolentieri si trova ad essere il comandante militare di un movimento insurrezionale contro i soprusi dei latifondisti ed i privilegi della Chiesa.
Quello che segue è uno stralcio del libro che racconta l'incontro tra il Colonnello Aureliano Buendìa e "una commissione del suo partito autorizzata a discutere sul bivio a cui era arrivata la guerra..":

  Erano sei avvocati in finanziera e cilindro che sopportavano con duro stoicismo il crudo sole di novembre [..] Verso i primi di dicembre, il colloquio lungamente atteso, che molti prevedevano sarebbe stata una discussione interminabile , si risolse in meno di un'ora.
Nel soffocante salotto buono, vicino allo spettro della pianola insudariata con un lenzuolo bianco, il colonnello Aureliano Buendìa [..] si sedette tra i suoi consiglieri politici, e avvolto nella coperta di lana ascoltò in silenzio le succinte proposte degli emissari. Chiedevano, per prima cosa, di rinunciare alla revisione dei titoli di proprietà della terra per recuperare l'appoggio dei latifondisti liberali. Chiedevano, poi, di rinunciare alla lotta anticlericale per ottenere l'appoggio del popolo cattolico. Chiedevano, per ultimo di rinunciare alle aspirazioni all'uguaglianza di diritti tra figli naturali e legittimi per preservare l'integrità delle famiglie.
"Vuol dire " sorrise il colonnello Aureliano Buendìa "che stiamo lottando solo per il potere."
"Sono riforme tattiche" ribattè uno dei delegati "Per ora la cosa essenziale è allargare la base popolare della guerra. Poi vedremo."

Spesso mi torna in mente questo (amaro) frammento di quel libro. Soprattutto in questi momenti in cui c'è un vistoso scollamento tra i politici e il mondo diciamo "reale".
Ero già sufficientemente grande nel '92, all'epoca di Tangentopoli; ricordo la gente soddisfatta perchè a giorni alterni un qualche politico "ladrone" andava in carcere...  Il pool di Mani Pulite era considerato un manipolo di eroi... Di Pietro era l'incarnazione del giustiziere mascherato che ripara i torti subiti dai più deboli. Lo confesso, per qualche tempo anch'io ho cavalcato quest'onda giustizialista, ma chiedo venia, ero molto giovane....
Poi, almeno per me sono iniziati i primi dubbi, soprattutto davanti ad un uso abbastanza disinvolto della carcerazione preventiva, soprattutto davanti ai primi suicidi...
E' ancora difficile parlare di Tangentopoli con animo sereno, è uno di quegli argomenti ancora abbastanza dogmatico, parliamo solo delle conseguenze: una classe politica corrotta, che rubava per il partito, spazzata via. Le seconde linee che prendono il posto di chi è stato arrestato o politicamente finito.
In più ci sono rimaste tre eredità: il berlusconismo, Di Pietro, e la Lega: bell'affare che abbiamo fatto....
Sono passati vent'anni;  non voglio parlare nè di Berlusconi, nè di Di Pietro e neppure della Lega. Come si sono comportate le seconde linee? Molto peggio di chi abbiamo mandato a casa vent'anni fa,  almeno loro rubavano per un partito, per un idea (giusta o sbagliata). Ma questi rubano per se stessi, per il potere fine a se stesso come, amaramente, sintetizzava il colonnello Buendìa.
E se mandiamo a casa anche questi, il rischio è che quelli che verranno siano peggiori.
Sento spesso persone che fanno dell'antipolitica e del qualunquismo a basso prezzo. E i giornalisti che esortano (direi giustamente) a smetterla di blaterale  e di impegnarsi per cambiare le cose, di impegnarsi in politica, invece di brontolare e basta.
Io ci ho provato, un po' di anni fa. Sono stato contattato da un partito per candidarmi alle elezioni provinciali, serviva un volto nuovo, una faccia pulita per una nuova politica... insomma un utile idiota.
Un po' per l'affetto che ho per la persona che mi aveva contattato, un po' per curiosità, un po' per un briciolo di attenzione alla politica che ho, ho accettato la candidatura, pur non avendo tempo, vivendo a metà tra l'Italia e la Romania.
Una sera mi invitano ad andare ad attaccare i manifesti per il candidato alla presidenza della provincia del partito a cui mi ero (temporaneamente) affiancato. Avevo sentito racconti epici di scontri all'ultima pennellata di colla nelle roventi campagne elettorali degli anni '50 tra i bianchi  e i rossi, per cui accettai l'invito. Mi aspettavo che si cercasse di coprire i manifesti degli "altri" con quelli dei "nostri", con qualcuno a far da palo che gli "altri" non arrivassero  per attaccare i loro manifesti sopra ai "nostri".....
Immaginate la mia sorpresa quanto vidi che si attaccavano i manifesti di Caio sopra a quelli di Tizio,  suo collega di partito....
Una faida interna. E allora a questi cosa gliene frega della cosa pubblica.
Sono solo beghe di potere....

Ma quanto aveva ragione il colonnello Buendìa!

domenica 14 ottobre 2012

♦ ...non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore...

ovviamente la colonna sonora consigliata è:

Chi ogni tanto ha la bontà di leggermi sa che mi piace il calcio. Direi abbastanza.
E poi che ho due figli maschi; ma nessuno dei due gioca a calcio o ne manifesta l'intenzione.
E di questo ne sono contento. Davvero.
Vedo i compagni di classe del grande che giocano a calcio; non hanno il senso del divertimento, sono troppo competitivi: a 7/8 anni l'imperativo dovrebbe essere giocare per divertirsi, invece....
...invece sono incattiviti, mi fanno quasi paura.
Colpa di un sistema sbagliato, dell'ipotesi di diventare un campione e guadagnare cifre fuori dall'umana logica, di allenatori imbecilli, di genitori che perdono il lume della ragione.

A tutti loro vorrei raccontare di un ragazzo, un uomo che si divertiva a giocare a pallone: Matt Le Tissier, nato il 14 ottobre, classe 1968, appunto.
Qui a lato una immagine di Le Tissier; sembra un impiegato di banca che gioca a calcio con gli amici, un po' di pancetta...
Non sembra un atleta, e invece è stato uno dei più grandi talenti del calcio degli anni '90.
La carriera di Le Tissier inizia nel 1987 con la maglia biancorossa del Southampton, piccolo club del sud dell'Inghilterra, il più piccolo tra quelli che giocano nella massima serie. Giocherà sempre con i Saints, fino al suo ritiro, a 34 anni, nel 2002. Ha segnato l'ultimo gol nello storico stadio del Southampton, The Dell, è stato il primo centrocampista a segnare 100 gol nella massima serie inglese.
Lo hanno cercato i club più importanti, ma non ha mai accettato il trasferimento. Troppo era il piacere di giocare per i suoi amici, i suoi concittadini, e poi alla fine delle partite fermarsi nel pub a bersi qualche pinta con i suoi tifosi per i quali era semplicemente "Le god"-
Vedere giocare Le Tissier era vedere la gioia di giocare a pallone, sapendo che poi, sostanzialmente si tratta di un gioco.  Era un talento purissimo, ha fatto dei gol meravigliosi, almeno 2 o 3 finivano regolarmente nella top ten dei gol più belli della stagione.
Ha giocato anche per la nazionale Inglese; avrebbe giocato più partite se avesse accettato di dimagrire, come gli chiedeva il commissario tecnico.
Ma vuoi mettere  l'incontrarsi al pub con gli amici?  Parliamo di calcio, non parliamo di guerra, ( Churchill amava ripetere che gli italiani  perdono le guerre come fossero partite di calcio e le partite di calcio come se fossero guerre).
Ecco questo è lo spirito che vorrei vedere.
Finchè il modo di intendere il calcio sarà questo, io, romantico amante del calcio, sono contento che i miei cuccioli ne stiano lontani.

... Nino non aver paura di sbagliare un calcio di rigore....
 Le Tissier  ne ha sbagliato solo uno dei 48 rigori calciati in partite ufficiali.

sabato 6 ottobre 2012

♣ doverosa precisazione

Più volte ho accennato che sono un antico amante della formula 1, non più praticante a causa dello (scadente) spettacolo che offre; ma  anche per la sovraesposizione mediatica che ha come effetto collaterale l'arrogante imprecisione di chi ne parla....
Per esempio: la notizia degli ultimi giorni è il ritiro di Michael Schumacher. Schumacher si ritira, evviva Schumacher, il più grande di tutti i tempi.....

Eh, no, non sono d'accordo. 
Sicuramente è stato il più grande del suo tempo.
Sicuramente è stato tra i più grandi dell'era moderna.
Ma non è il più grande di tutti.
Vabbè, lo ammetto, non mi è simpatico. Non ha mai fatto nulla per parlare italiano, quanto meno per rispetto ai tifosi Ferrari. Ha fatto di tutto per non aiutare Irvine suo compagno di squadra, a vincere il campionato, perchè doveva essere Lui a vincere dopo il "lungo digiuno"....

ma qui non si parla di simpatia, si parla di numeri.
Schumacher ha vinto 7 titoli mondiali e 91 gran premi di formula 1, lo so.
Ma nessuno ricorda di ciò che ha fatto Juan Manuel Fangio agli albori della formula 1: tra il 1950 e il 1958 partecipò a 8 edizioni del campionato mondiale di formula 1, vincendone 5 e classificandosi secondo 2 volte; ha vinto 24 dei 51  gran premi  disputati....
C'è un piccolo dettaglio: quando si disputò la prima edizione del campionato di F.1, Fangio, classe 1911, aveva già 39 anni, quando vinse il suo ultimo mondiale, gli anni erano 46!

E non erano macchine più semplici da guidare, forse un poco più lente, ma con una tenuta di strada approssimativa, con il pericolo del fuoco che faceva sì che si rischiasse quotidianamente la vita.
E le gare duravano oltre 500km, molto più dei 300km circa dell'era moderna....

E allora, miei cari che seguite la formula 1 non me ne vogliate, non è con voi appassionati che me la prendo.
Ma con chi si guadagna da vivere scrivendo di sport, che spesso non ha cultura e conoscenza di ciò che scrive...... Mangiapane a tradimento!

Comunque condivido il pensiero di Briatore, uno che Schumacher lo conosce bene:
Schumacher ha preso la decisione giusta.
Ma con qualche anno di ritardo....

 

domenica 30 settembre 2012

♠ Medioevo?

Le notte sono lunghe e buie. Ma non per tutti. 
Le torce e le lampade a olio illuminano i saloni del castello.
Anche questa sera è festa, una grande festa, un suntuoso banchetto, e poi musici, giocolieri, nani e ballerine....
Così, fino al mattino....
Fuori dalle mura il buio, non c'è niente da festeggiare, anzi spesso si fatica a mettere un pasto decente...
Si guarda le luci al castello e si impreca.
Si impreca per le tasse, sempre più esose.
Rimane poco per sfamare la famiglia.

Ma non tutto l'oro è quello che luccica.
I re e i nobili sono convinti di avere il potere assoluto.
Ma non è più così, ma loro non lo sanno.
Le tasse non bastano più per pagare i loro eccessi, e allora si indebitano con i banchieri, consegnando così a loro, alla loro forza finanziaria le chiavi del potere, del vero potere!

Mi si obbietta che c'è un "potere" più grande, che va oltre le cose terrene, il potere della Chiesa. Non mi sembra che se la passi benissimo, non mi sembra che incarni l'essenza dell'insegnamento di Cristo, troppo presa ad inseguire potere terreno ed accumulare ricchezze, facendo cadere qualche tozzo di pane dal tavolo per i poveri, più per mettersi a posto la coscienza che per convinzione....

Anche in Terra Santa le cose non vanno benissimo, dopo l'ultima crociata, che l'ha ridata agli occidentali, i musulmani si stanno riorganizzando, in attesa di una nuova guerra.

    Siamo abituati a pensare al medioevo come a secoli bui,  in cui l'ingiustizia la faceva da padrone.
Ma oggi?
Anche oggi chi ci governa gozzoviglia sulle nostre spalle
Anche oggi siamo strangolati dalle tasse.
Anche oggi chi ci governa ha ceduto una gran fetta del potere al sistema finanziario
Anche oggi la Chiesa zoppica inciampando su scandali e scandaletti
Anche oggi dopo la "crociata" del 1947, i musulmani cercano di riconquistare la Terra Santa....

Insomma  il Medio Evo prossimo venturo..

Il dubbio che mi assale è....
..cosa c'è nel prossimo futuro?
un nuovo rinascimento?
O una nuova guerra dei cent'anni?

sabato 29 settembre 2012

♦ orsetti ammaestrati

Non è una bella espressione, me ne rendo conto.
Ma è la sensazione che mi danno i bambini che cantano canzoni "adulte" di cui non possono capirne il senso, non possono capirne l'interpretazione.
I bimbi devono cantare canzoni da bimbi, oppure danno la sensazione di essere orsetti ammaestrati, di scimmiottare i "grandi"
Lascia stare, presentatrice bionda, il tuo sabato sera mi fa tristezza.

venerdì 21 settembre 2012

♥ Primo giorno di scuola

Mancavano poche ore al primo giorno di scuola.
Ajie, già scafato a quest’esperienza era tranquillo, il nuovo zaino rosso già pronto, solo la merenda da aggiungere…
Caji invece si agitava per tutta la casa, in un misto di eccitazione e timore, con gli occhi luccicanti per lo zaino di Batman e un meraviglio astuccio a 3 piani di Spiderman, pieno di colori, tutti suoi, con il suo nome…
Io e Pitulice, invece, nonostante le rassicurazione e l’ottimismo delle “fate moderne”  scrutavamo gli occhietti di Caji, in cerca di conferme.
Ma nessun dei due vuole dare forma o parola ai nostri timori…

Difficile prendere sonno con accanto il fantasma dell’ignoto…

Eppoi il mattino, la camicia e i jeans per le foto di rito.
E finalmente a scuola. Il palcoscenico è tutto loro, i “primini” con i loro grandi zaini multicolori che li fanno apparire ancora più piccoli…

Caji cerca con gli occhi qualche viso familiare di amici della scuola dell’infanzia, nella selva di bimbi e genitori, a volte più emozionati dei loro figli.
Ma non è fortunato, per tutta una serie di motivi non ha nessuno con lui, solo una bimba era con lui l’anno scorso, ma si sa, già a quell’età i maschietti e le femminuccie sono mondi diversi.

Una nuova maestra ha preso il posto delle dade dell’anno scorso, il sorriso aperto, luminoso e rassicurante.
Caji si siede in un banco a caso, non ci sono preferenze o corse a mettersi vicino agli amici, si guarda intorno incuriosito da quella confusione fatta da tutte quelle mamme  e papà…
Accompagno Ajie dai suoi compagni, il mio saggio cucciolo, non vede l’ora di ricominciare!

Ritorno, butto l’occhio nella classe: Caji è seduto al suo banco, la testa un po’ china, le mani abbandonate sulle cosce, con l’aria di chi sta valutando il guaio in cui si è cacciato.

Ho ancora un minuto per un ultimo saluto, mi avvicino, gli sfioro il viso con il dorso della mano. Alza lo sguardo e sfodera uno dei suoi migliori sorrisi e alza il pollice per rassicurarmi.
Sorrido anch’io, il tempo è scaduto, è ora che i genitori escano.

Ce ne andiamo, non con qualche timore.
E penso al vetro, trasparente,  duro da incidere ma maledettamente fragile, facile a rompersi….

domenica 16 settembre 2012

♥ "Orsitudine"?!?!

Due giorni di parco divertimenti, 
conditi con interminabile file alle attrazioni, 
e, troppo spesso, in compagnia di giovinastri che non sanno dove sta l'educazione....
Eppoi una risposta (un poco) acida di Pitulice....
Un capriccio di uno dei cuccioli....
E il mio lato peggiore prende il sopravvento.
E mi torna in mente una vecchia canzone, citata anche nella descrizione del mio blog:


Fatico a sopportare troppa gente,
in questo momento vorrei solo un 'isola deserta
dove andare ad abitare, dove nessuno mi potrà importunare....

ma io non posso essere un antisociale,  sono, o meglio cerco di essere "un bravo onesto padre di famiglia"...
E allora?

Una bella dormita.
Domani sarà meglio.....
....meglio se lascio l'orso a dormire!

mercoledì 12 settembre 2012

♦ Mamma mia ! che emozione......

Nonostante sia un cultore della musica anni '70, il fatto di non avere mai (troppo) amato e frequentato le discoteche, non mi ha mai fatto apprezzare particolarmente gli ABBA. Li ascoltavo, ma senza troppa convinzione.
Invece Pitulice ha una gran passione per gli ABBA. Stranamente.
Stranamente perchè Pitulice non ama la musica; con due sole eccezioni: i Queen e, appunto gli ABBA.
Stranamente perchè gli ABBA erano tra le poche cose occidentali che trapelavano nei paesi dell'est europa ancora sotto i regimi Comunisti.
Ascoltavo i vari Hit come "Dancing Queen" oppure "Mamma mia" oppure "Fernando" senza troppa passione....
Poi in ottobre del 2008 esce in Italia il film "Mamma mia!" tratto dall'omonimo musical, costruito sulle canzoni degli ABBA; troppo ghiotta l'occasione di fare una sorpresa a Pitulice  per il nostro anniversario di matrimonio...
Ed è stata folgorazione.  Scopro che gli ABBA oltre agli hit ballabili hanno anche canzoni di spessore come "The winner takes it all"  oppure "SOS" e la struggente "Slipping through my fingers" quest'ultima già oggetto di un mio post.
Dopo pochi mesi, sull'onda del successo del film, un compagnia inglese propone il musical in Italia... e una delle tappe non è troppo distante! Saperlo ed acquistare i biglietti è stato tutt'uno!
Una serata meravigliosa. una delle poche volte in cui valeva veramente la pena esserci. In tanti sensi e per  tanti motivi.....

Sono passati tanti mesi, e il CD dei successi degli ABBA è da qualche parte, su di uno scaffale.
Eppoi, per caso, in un parco di divertimento,  propongono uno spettacolo tratto dal musical "Mamma mia!"
Guardo Pitulice- Non c'è bisogno di dire altro. Si va. E i cuccioli si adegueranno, (per una volta....)
Bellissimo. 
E mi trovo a canticchiare le canzoni.
E mi trovo a condividere una passione con Pitulice
E  mi trovo a ricordare  i (bei) momenti legate a quelle canzoni
E mi trovo a sorridere

..... Mamma Mia!
Che emozione.....

domenica 2 settembre 2012

♦ per chi si prende troppo sul serio!

Qualche giorno orsono, la mia attenzione è stata colpita dalla notizia che in Ucraina si sta pensando di proibire  il cartone animato di Spongebob in quanto promuoverebbe l'omosessualità......
Dimenticando per un secondo che la sola parola proibire mi dà l'orticaria, mi sembra che ci siano (presunti) esperti che si prendono troppo sul serio, rischiando solo di cadere nel ridicolo.
E allora, mi è tornato in mente un pomeriggio in cui, poco più di ventenne, mi capitò tra le mani un libro sui Puffi, dimenticato da una cugina poco più che bambina, a casa della nostra comune nonna. Era la metà degli anni '80, il momento del boom televisivo dei Puffi. Lo lessi, per curiosità e per la passione per comics&cartoon. Alla fine della lettura arrivai alla conclusione che i Puffi sono l'apologia del comunismo!
Non mi credete?  Allora abbiate la bontà di seguirmi.


Questo a sinistra (ovviamente...) è il primo indizio, il più semplice e il più lampante: il Grande Puffo veste di rosso ed ha una fortissima rassomiglianza con Marx, ed è il leader indiscusso della società dei Puffi.


Ma come è organizzata la società dei puffi? Innanzi tutto vestono tutti uguali, le uniche differenze sono dovute al ruolo lavorativo che hanno.  Non esiste la proprietà privata, non c'è commercio, il Puffo non lavora per sè; lavora per la comunità, la quale comunità si prende cura delle necessità del singolo Puffo.... (Se non è comunismo questo....)
Dicevamo, il Grande Puffo è il leader indiscusso e indiscutibile. Anzi no. Nel libro mia fonte ispirativa, viene riportata che ci fu un momento che venne messa in discussione la leadership del Grande Puffo, ed egli magnanimamente acconsentì a libere elezioni. Chi le vinse abusò subito dei suoi poteri alle spalle della comunità dei Puffi.  Dopo poco fu destituito da una insurrezione puffiana e la guida offerta nuovamente al Grande Puffo. Ora non sappiamo veramente di cosa si sia macchiato l'unico vincitore di democratiche elezioni, ma si sa, la storia la scrivono i vincitori....
Non siete ancora convinti? Chi è l'unico, nella saga dei Puffi che lavora per il proprio
 tornaconto personale e quindi la personalizzazione del capitalismo? Facile: Gargamella, che caccia i Puffi in quanto gli servono come ingrediente per realizzare la pietra filosofale, per trasformare i metalli in oro. 
A destra (ancora ovviamente...) una immagine del nostro. Non mi sembra che ci faccia una bella figura!

Qualche tempo dopo trovo su di un importante quotidiano la mia stessa riflessione, fatta da eminenti studiosi, sprezzanti del senso del ridicolo. Io ho sempre parlato della mia teoria sui puffi-comunisti per farmi quattro risate con gli amici, per dimostrare come dal nulla si possa costruire un processo alle intenzioni, ma c'è ancora qualcuno, nel web che invece ci crede seriamente... (provate a cercare e vedrete)

Non c'è mai da prendere troppo sul serio le storie di Spongebob o dei Puffi e le loro interpretazioni, perchè di questo passo si rischia di mettere in discussione anche i capisaldi della cultura infantile:
Che esempio morale può dare ai nostri figli una fanciulla che convive con sette nani?



sabato 25 agosto 2012

♥ fate moderne

Quando si è cominciato a ventilare l'ipotesi di un insegnante di sostegno per Caji, l'estate scorsa, non l'abbiamo presa benissimo.
Ci sembrava  un ulteriore attestato di disistima nei suoi confronti, era già successo che qualcuno manifestasse  poca fiducia nelle sue possibilità.
Poi l'abbiamo vista come un'opportunità, come dire "male non farà!"
Ma non eravamo pronti a quello che poi è stato.
Sì, esistono le fate.
E Caji ha avuto la fortuna di incontrarle.
Le dade di sezione e la sua nuova amica hanno avuto un ruolo importantissimo nello sgrossare quel piccolo diamante che è Caji.
Hanno saputo incuriosirlo, farlo lavorare (tanto!), hanno saputo frenarlo nei suoi eccessi, ma hanno chiuso un occhio quando si poteva, ma soprattutto lo hanno sostenuto nel suo periodo più complicato, nel cuore dell'inverno....
Ma poi è arrivata la primavera. In tutti i sensi.
E poi l'estate.
E poi, a breve, l'autunno, e con l'autunno una nuova sfida: la scuola primaria.
Non è facile pensare di non avere più l'appassionato e caloroso di sostegno delle nostre fate moderne.
Istintivamente vorremmo poter continuare questa bella storia.
Ma proprio perchè così bella, questa storia deve finire così, al suo apice.
Sarebbe bello poter affrontare questa nuova sfida con le nostre fate, ma così non sarà.
Ce ne faremo una ragione, con la consapevolezza comunque che ci hanno donato tutti gli strumenti per fare bene.
E faremo bene.
Potete contarci, fate!