domenica 29 marzo 2015

♠ C'è buio (e freddo) all'ombra del campanile...

Mettiamola così: per quello che riguarda la Fede io al penso come Montanelli, la Fede è un dono e, purtroppo, a me non è stato concesso. 
Questo per sgombrare il campo da sospetti di preconcetti contro la Chiesa, anzi, ho passato quasi metà della mia vita all'ombra del campanile.
Ho conosciuto persone straordinarie (sia sacerdoti che laici), ma anche persone brutte  e meschine  (anche qui senza distinzione tra laici e non).
Cerco di insegnare ai miei figli di guardare le cose nella sua essenza, senza cadere nella abitudinaria tradizione.
Non li ho obbligati ad andare al Catechismo, avendolo frequentato da bambino ed essendo stato catechista qualche anno dopo; troppe volte ho visto ragazzini che ci andavano per quieto vivere ma assolutamente disinteressati; ma allora che senso ha?
Ma devono conoscere per poter scegliere, per cui stiamo leggendo il Vangelo, in modo che conoscano quella che, volenti o nolenti, è la base della nostra cultura ( a partire dal fatto che contiamo gli anni dalla nascita di Cristo).
E la lettura del Vangelo, spogliata da tutti gli orpelli che il tempo e la consuetudine gli hanno depositato sopra, si sta rivelando molto interessante.
Il filo conduttore del percorso di Gesù è una continua sfida con i Farisei, esponenti di un modo di vivere la fede in modo più formale che sostanziale, in una parola ipocrita. ( e oggi, quanti farisei ci sono tra chi vive all'ombra del campanile?)
Ero quasi tentato ad un mio riavvicinamento agli ambienti di Chiesa. Ma poi mi capita tra le mani il bollettino della nostra parrocchia-unica.
Il primo articolo che colpisce al mia attenzione è "CHIESA CATTOLICA E RELIGIONI". Mi viene in mente una cosa che mi raccontava mia moglie i primi tempi che viveva ne nostro ridente paesello. Lei è Ortodossa e quando lo diceva, il classico commento era " Allora non sei cristiana, sei forse musulmana?". Questo la mandava in bestia, perché noi utilizziamo cristiano e cattolico come sinonimi. Noi, depositari di Roma, del Papa, di una storia millenaria, pensiamo che il mondo finisca pochi centimetri oltre il nostro ombelico. E fino ad ieri non ci siamo sforzati di guardare oltre al nostro naso. Ma ora ne siamo costretti, con risultati a volte tragicomici.
L'articolo in oggetto cerca di spiegare il rapporto che si può avere con gli altri, con gli ortodossi e i mussulmani. I primi infatti sono "cristiani" (scritto proprio così, virgolettato...) a differenza dei secondi. Qualche riga sotto si dice che Con questi "cristiani" (ancora virgolettato....) è facile condividere il "credo", pregare con le stesse preghiere.
Bontà vostra.
Nei paesi dell'Est, sotto i regimi Comunisti, in stati che si proclamavano Atei, veniva insegnata nelle scuole la storia dellE religionI. Tutte. Come cultura generale. 
Nel nostro paesello ci sono diverse chiese (6 o 7). Tutte cattoliche. Nel paese da dove viene mia moglie, con quasi il triplo di abitanti, ci sono forse lo stesso numero di chiese ma di almeno 4 confessioni diverse, tutte di ispirazione cristiana.
Io ho una profonda ammirazione del Papa  Giovanni XXIII (citato nell'articolo), per l'impulso che diede al rinnovamento della Chiesa, per renderla più vicina al mondo di allora (quasi 50 anni fa). Ero un bimbo ma ricordo l'introduzione delle canzoni suonate con le chitarre al posto della solenne pomposità dell'organo a canne.
Ho meno ammirazione per Papa Giovanni Paolo II, che da questo punto mi ha dato l'idea di assecondare un riflusso restauratore, con molte posizioni abbastanza dogmatiche (come ad esempio nella contraccezione soprattutto in africa).
E sotto questo pontificato hanno prosperato gruppi che per certi versi assomigliano a delle sette, come i Neocatecumenali.
E allora leggere (a pagina 3 ) che il nuovo parroco delle due frazioni più vicine si porta in dote quattro comunità neocatecumenali, non mi ha entusiasmato.
Ho avuto a che fare con loro. Mi hanno dato la sensazione di una organizzazione " con tre furbi all'ingranaggio e cento tonti a lavorar (*)".
Uno dei loro esponenti di spicco, di quelli che con la sindrome del primo della classe ( noi siamo i più bravi, i più buoni, i più devoti...), sposato da 30 anni, 2 figli, con amante fissa da almeno 25 anni, aveva intenzione di chiedere l'annullamento del matrimonio alla Sacra Rota....
In confronto, i farisei sembrano dilettanti allo sbaraglio....

(*) questo è un frammento di " 160km da Roma " di Mario Castelnuovo

venerdì 27 marzo 2015

♥ Mowgli

Oggi Cock compie due anni.
Non ho scritto molto di lui, solo qualche accenno qua e la.
Ma un po' è anche colpa sua.
Purtroppo dividere il mio tempo tra il lavoro e la (ormai numerosa) famiglia, mi lascia poco tempo, troppo poco tempo per scrivere.
Ma ogni tanto voglio farlo, sia perché mi rilassa, sia perché voglio fissare questi ricordi, queste emozioni, per poterle poi ricordare meglio.

Avevo iniziato a scrivere un post dedicato a Cock pochi mesi dopo la sua nascita, il titolo provvisorio era  
pentola di fagioli, prima del temporale....

Perché ogni tanto incominciava a brontolare nel suo lettino: sembrava appunto una pentola di fagioli che borbottava sul fuoco.

E perché aveva gli occhi di un colore indefinito, un azzurro-grigio che sembrava il cielo prima di un temporale...

Non erano due immagini rassicuranti, lo so.

Ma i mesi passati, lungi da averle smentite, le ha rafforzate.

E' tosto il piccolo ariete, forse il più tosto della covata.

Un piccolo selvaggio, con i capelli lunghi e mossi e con un musetto da birichino.

(avesse solo il musetto da birichino....)

Oramai lo chiamiamo Mowgli.

Anche perché nonostante abbia già due anni (purtroppo) non parla.
Ma nemmeno sillaba.
Ride (forte) e fa degli urletti.
Sembra sia stato allevato dai lupi.

Come Mowgli, appunto.