giovedì 30 giugno 2011

♥ dilemma

Per carattere e formazione sono ligio alle regole.
Le regole sono la base di una organizzazione, senza regole sarebbe un disastro, pensiamo come sarebbe girare in auto se non ci fossero regole e convenzioni accettate da tutti sul lato di guida, il significato dei segnali.
Però....
Però il progresso, il miglioramento è stato sempre ispirato da chi ha pensato, ha fatto, ha immaginato, perchè no, ha lottato infrangendo le regole esistenti...
Se non ci fossero dei pazzi che hanno ipotizzato che la terra fosse sferica, penseremmo ancora di vivere sopra una enorme pizza...
Se non ci fosse stato chi ha osato, non dico che saremmo dentro alle caverne, ma quasi....
E allora?
Cosa è meglio per i miei figli?
Che gli insegni il rispetto delle regole, o il gusto della riflessione personale?
Non ditemi il giusto mezzo, per carità.
Perchè qual'è il giusto mezzo?



.... penso che ci dormirò sopra.....


martedì 28 giugno 2011

♦ e io tra di voi...

Di solito quando scrivo ascolto musica, spesso random.
Stasera, tra le varie canzoni, ne è saltata fuori una particolare: " E io  tra di voi" di Aznavour.
E' la colonna sonora ideale di questa giornata un po' così, con la sensazione di non essere al posto giusto....
ho trovato questa divertente interpretazione dei magnifici Vianello-Mondaini:
Mi ha fatto sorridere e risollevato un poco.
Spero che sia così anche per voi:





( tratto dalla trasmissione "Tante scuse"  1974 o 75....
il sabato sera, dopo un bel bagno caldo, il pigiama,il camino....)

lunedì 27 giugno 2011

♣ Wimbledon !?!

Se vi dico Wimbledon  a cosa pensate? Al tennis, ovviamente.

E invece no, qui si parla ancora di football, un'altra piccola-grande storia che solo il calcio inglese sa donarci.
Allora, nel sud di Londra c’era la squadra del Wimbledon, che ha sempre vivacchiato nelle serie dilettantistiche fino alla fine degli anni ’70, per poi arrivare, nel 1986 a giocare nel massimo campionato inglese. Una banda di pazzi scriteriati (non a caso noti come The Crazy Gang ), che si sono presi la soddisfazione di vincere l’FA Cup  nel 1988, sconfiggendo per 1-0 il Liverpool stra-favorito (nella migliore tradizione della magia della FA Cup….)
Giocatore simbolo era Vinnie Jones, noto per la rudezza del suo gioco e per aver prodotto un video per diventare uomini duri del calcio…. ( oggi Vinnie Jones si è riciclato come attore di discreto livello…)

Una decina di anni fa, il club entra in crisi di risultati e quindi, inevitabilmente, economica…
Nel 2003 un promoter musicale, tale Pete Winkelman, rileva il club e decide di fare una “americanata” e cioè spostare il club nella sua città natale Milton Keynes, a circa 80 km a nord di Londra.
Sollevazione dei tifosi, boicottaggio… tutto inutile, la squadra viene spostata nella nuova “location” con un nuovo nome Milton Keynes Dons F.C. 
E i tifosi londinesi rimasti orfani che fanno? Dal nulla fondano una nuova squadra l’AFC Wimbledon.  Tra l’entusiasmo dei tifosi, la squadra parte dalle serie locali e demolendo un bel po’ di record, con   5 promozioni in 9 anni, di cui l’ultima qualche settimana fa, ritorna nel calcio professionista inglese.
La prossima stagione  l’AFC Wimbledon giocherà nella League two (la quarta serie inglese);  e il Milton Keynes Dons? Solo una categoria sopra, in League one…
Per cui, con un po’ di fortuna nella stagione 2012/2013 ci potrebbe essere la sfida in partita ufficiale tra l’AFC Wimbledon e  il Milton Keynes Dons,   tra una squadra frutto della passione dei tifosi e un club senza storia e (e senza anima).Credo che se ne vedranno delle belle…..  
                           VS     





♦ non è così che si deve parlare di fumetti….

Mi ero ripromesso di parlare di fumetti, mia grande passione.
Comincio ora, ma non nel modo che volevo.
Perché  comincio ricordando due autori che sono scomparsi negli ultimi tempi.
         L’8 maggio, mentre era a Londra, improvvisamente muore Carlos Trillo, scrittore  argentino,  autore di tante serie come Cibersix, Chiara di Notte, Loco Chavez….
Ma quella che io amo di più è sicuramente Alvar Mayor  (con i disegni di Enrique Breccia).


Alvar Mayor è ambientata nel Perù al tempo dei conquistadores spagnoli, dove spesso l’avventura sconfina nella magia….. Alvar Mayor , di madre Inca e padre spagnolo, è una guida, e nel suo girovagare incontra personaggi bizzarri….
La storia che mi ha fatto innamorare di questa serie è “Le tre morti di Alvar Mayor II” : in questa storia Alvar viene ingaggiato da un giovane che cerca da anni un tesoro e una donna. In breve trovano la cassa del tesoro (ma è vuota..) e trovano la donna (ma si è sposata…) Il giovane tenta di uccidere Alvar Mayor perché “… non ti rendi conto di ciò che hai fatto?   Ho trovato in un mese ciò che pensavo di cercare per tutta la vita. Non ho nessun’altra metà della vita. Sono morto. E anche tu tra poco lo sarai…
Ho incontrato Trillo nel 2005 a Lucca, dove, molto gentilmente, mi ha fatto una piccola dedica nel primo volume della riedizione completa di Alvar Mayor.
 
         Il 23 giugno invece, dopo una lunga malattia, ci ha lasciato Gene Colan, disegnatore della Marvel Comics. La carriera di Colan, è costellata da tante collane sui vampiri, ma il lavoro a mio avviso più importante è la caratterizzazione grafica del personaggio da me più amato dell’universo Marvel : Devil (Daredevil nell’originale), dando plasticità alla figura, con un sapiente utilizzo dei tratteggi.


Colan prende in mano la collana verso il numero venti, dopo una serie di disegnatori non proprio straordinari, e la disegna per circa 7 anni….
Grazie per tutte le belle storie Gene!

domenica 26 giugno 2011

♦ Biglietto per l'inferno

No, non spaventatevi, nonostante l'ora non c'è niente di demoniaco.
Biglietto per l'inferno è il nome di un gruppo di Lecco dell'inizio degli anni '70 che faceva del buon, sano progressive rock.

Mi andava di riascoltarlo, e vi ho voluto coinvolgere.
Se ci sono degli attempati come me, possono fare scendere una lacrima di commozione....
(non lo dirò a nessuno.)


♥ L’orso e lo scoiattolo

Ricapitoliamo : luglio 2000, in un fortuito incontro di lavoro, tra gli stagisti appena arrivati dalla Romania, dopo 30 ore di autobus, c’era una ragazza con i capelli lunghi, bionda, minuta e bellissima.
Mi sento confuso, ho bisogno di uscire dalla stanza. Ricordo perfettamente com’era vestita: pantaloncini cortissimi di jeans e una maglietta a righe sottili bianche azzurre.
Torno nel mio ufficio con due sensazioni contrastanti:
la prima razionale ( lopo, non sai niente di lei, potrebbe essere fidanzata, sposata….. eppoi, pensi che una ragazza cosi giovane, così carina, perda tempo con te? );
la seconda completamente irrazionale ( ….eppure “sento” che qualcosa succederà….).

            Torno a casa.  La voglio rivedere.  Il giorno dopo “strategicamente” mi trovo (per puro caso…) in amministrazione quando arrivano gli stagisti;  sto in un angolo e osservo. L’osservo. Anche  Pitulice mi nota, un sorriso di circostanza. Nulla di più. 
Ma rimane colpita dai miei occhi: “ gli occhi di un uomo buono ”  mi dirà poi. (il giorno prima, stravolta dalla fatica, non vedeva ad un palmo dal naso)

Per il momento Pitulice viene destinata in un’altra sede del gruppo. E io sto partendo per la Romania…
            Passano le settimane, qualche mese… ogni spesso, mi trovo a pensare a lei, ma cerco di scacciare il pensiero, non sono nella situazione ideale per mettermi nei casini…
E Pitulice? Divide l’appartamento con due ragazze, colleghe di lavoro. Ma la sera e i weekend è quasi sempre sola, in quanto le altre hanno un po’ di intrallazzi in giro. E allora ripensa allo sguardo di quell’uomo buono. Cerca di informarsi; è una pupilla del titolare ( a cui daremo un nome di fantasia: Don Rodrigo… ), e allora chiede a lui. Don Rodrigo la sconsiglia: “ Lopo  ha un brutto carattere, ed è già impegnato” (falsissimo!)
Ci rivediamo in novembre, sono in giro con un collega: mi fa: “ ti secca se passiamo un attimo nella sede della L.A. (dove lavorava Pitulice), che devo controllare una macchina? “. 
E io : “ ma figurati, non c’è problema…” ( vedete che non è vero che ho un brutto carattere…). 

La cerco con lo sguardo. La vedo, adesso ha i capelli cortissimi, castani….
Sono decisamente imbarazzato, faccio una battuta cretina sul suo nuovo look. Pitulice ride,  ha un bel sorriso…       E’ solo un attimo, poi ognuno ritorna al suo “mondo”, io diviso tra l’Italia e la Romania, la ristrutturazione della casa e il bar…  E lei spesso sola, chiede ogni tanto di me, ma Don Rodrigo è inflessibile: “ Te lo sconsiglio!”
            La rivedo poco prima di Natale, sta partendo per trascorrere le feste a casa… un veloce saluto…. (sospiro)… un pizzico di invidia per chi farà il viaggio con lei….
            Credo che in questo periodo abbiamo fatto infuriare Cupido ( questi due si vorrebbero cercare, ma ognuno sta sulle sue… e poi brontolano pure…).
            Poi il progetto Romania viene ridimensionato, io vengo destinato ad altro incarico. Don Rodrigo pensa di averla spuntata. Anche a  Pitulice cambiano incarico: diventa una dei miei collaboratori principali. Ora vive con il fratello, lungo il percorso tra la mia casa e il lavoro. Mi viene richiesto di prenderla da e riportarla a casa; quando si dice il caso…
E’ la fine di novembre del 2001, quando cominciamo a lavorare insieme. Pitulice è istinto puro, prende fuoco per un nonnulla, ma dopo 3 secondi le è passata.
Dopo poco, un sabato mattina, siamo soli in ufficio, è l’occasione per parlare un po’ senza orecchie indiscrete. Poche domande dirette, molte indirette, una specie di partita a Poker: ad un certo punto Pitulice dice: “ io non mi voglio sposare, men che meno con un italiano!”  “ incominciamo bene…” penso.
E’ vero? E’ un bluff ? Passo la mano.
Ma c’è qualcosa che non mi quadra  tra la durezza delle sue parole e quello che, secondo il mio istinto, è la sua essenza.  Decido di fidarmi del mio istinto, non ascolto il senso delle sue parole, ma ascolto solo l’eco che fanno nel mio cuore. E faccio bene. Mi sta mettendo alla prova ( me lo dirà poi dopo…..)
Incominciamo a frequentarci fuori dal lavoro. La invito a cena a casa mia. Cucino per lei.
I primi tempi non sono facili, siamo troppo diversi,  parlando con il mio Cattivo Maestro, salta fuori la migliore definizione di come siamo agli inizi : Io sono come l’orso, ingombrante, lento, goffo nei movimenti; Lei è come un scoiattolo, sempre in movimento, agitata, veloce… Io mi giro per cercarla, ma lei si è già spostata…
 E nessuno crede  che questa storia possa durare, solo Don Rodrigo che, nel dubbio, ci fa qualche dispetto.
Pitulice si accorge però che la mia calma, la mia (apparente) imperturbabilità, le danno serenità.
E allora, in una lunga passeggiata di fine inverno, in riva al mare, mi chiede di avere pazienza con lei…..
Il fine settimana incomincia a stare a casa mia. E poi comincia a starci anche il venerdì… e poi comincia a rimanere anche il lunedì…  e poi.. … e poi… e poi devo trovare spazio nell’armadio per le sue cose….
In autunno è quasi un anno che ci frequentiamo, oramai viviamo insieme da qualche mese;  sono quasi due anni che non va dai suoi genitori, decide di andare in Romania per un mese.
Mi manca tantissimo, la sera passiamo delle ore al telefono ( mi arriverà una bolletta telefonica stellare…)
La notte di capodanno (del 2003), dopo aver festeggiato con la famiglia di suo fratello, torniamo a casa e ci addormentiamo sul divano letto.
Al risveglio le dico: “  e se ci sposassimo ? “. 
Lei mi guarda a metà tra l’assonnato e lo stupito.
Sorride : “  perchè  no! “

sabato 25 giugno 2011

♠ insegnamenti inconsueti

Credo che l'onestà intellettuale e l'apertura mentale siano importanti nella vita.
E credo pure che ci siano insegnamenti ovunque, basta saper osservare.
E quindi, pur non essendo cattolico praticante (non più almeno...) e pur avendo abbandonato l'ombra del campanile tanti anni fa, vi voglio proporre una piccola parabola di Cristo, non molto cocnosciuta:

Avvenne un sabato che Gesù era entrato in casa di uno dei capi dei farisei per pranzare e la gente stava ad osservarlo. 

Osservando poi come gli invitati sceglievano i primi posti, disse loro una parabola: «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più ragguardevole di te e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: Cedigli il posto! Allora dovrai con vergogna occupare l'ultimo posto. Invece quando sei invitato, và a metterti all'ultimo posto, perché venendo colui che ti ha invitato ti dica: Amico, passa più avanti. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato». 
                                                                                                       Lc 14, 1. 7-14


Mi sembra molto attuale, in questo momento, un po di sana umiltà non farebbe male....


♦ La signora Bliss

Il reverendo Wiley mi sconsigliò di divorziare
per il bene dei figli, 
e il giudice Somers fece lo stesso con lui.
Tirammo avanti fino alla fine del sentiero.
Ma due figli davano ragione a lui,
e due davano ragione a me.
E i due che tenevano per lui accusavano me,
e i due che tenevano per me accusavano lui,
e in ogni caso soffrivano.
E tutti erano tormentati dalla colpa d'aver giudicato,
e con l'animo angosciato perché non potevano ammirare
ugualmente lui e me.
Un giardiniere sa che le piante cresciute in cantina 
o sotto una pietra sono contorte e gialle e stentate. 
E nessuna madre farebbe succhiare al suo bimbo 
latte malato dal seno.
Ma giudici e predicatori consigliano di allevare le anime
dove non c'è sole, ma soltanto penombra, 
non calore, ma solo umido e freddo -
giudici e predicatori!


(tratta da Antologia di Spoon River)

lasciata qui per una amica.
Non per dirle cosa fare.
ma per pensarci su...

♥ .. annegar mi è lieve in questo ricordo….

Credo che ognuno di noi ha un luogo speciale.
Ed io non faccio eccezione.  C’è  un posto, nascosto nell’appennino tosco romagnolo, dove ho passato i momenti più intensi, belli e brutti, della mia  gioventù,  dove ho detto per la prima volta “ti voglio bene” e dove spesso ho pianto per amori non corrisposti, dove ho conosciuto il cameratismo con gli amici, dove ho architettato gli scherzi più divertenti, dove ho imparato il mettersi al servizio degli altri….
La prima volta che ho visto quella vecchia, grande casa avrò avuto si e no sei anni, e per me,   era perfettamente descritta da questa canzone di Sergio Endrigo :
 
Era una casa molto carina 
Senza soffitto senza cucina 
Non si poteva entrarci di dentro 
Perché non c'era il pavimento 
Non si poteva andare a letto 
Perché in quella casa non c'era il tetto 
Non si poteva fare la pipì 
Perché  non c'era vasino lì…

 
Sì, era praticamente un rudere, ma aveva qualcosa di magico, in quel posto misterioso si accorciavano le distanze tra le persone e tra le generazioni: gli adulti tornavano un po’ bambini,  i bimbi venivano responsabilizzati e diventavano più grandi.
Ognuno aveva un compito: cucinare, andare a prendere l’acqua, fare il muratore, lavare i piatti, fare l’idraulico, apparecchiare il tavolo…. E tutti col sorriso, con la voglia di esserci.
Era una festa essere là, una grande famiglia di 40/50 persone.
Una delle persone più importanti di quell’ambiente  era un omone grande e grosso, che con le sue mani, un paio di pinze, un martello e poco altro, era in grado di riparare o costruire qualsiasi cosa…
..

Mi ha sempre ricordato Anacleto, l’assistente di Merlino nella “spada nella roccia” , burbero ma con un cuore grande, sempre disponibile per chiunque, apparentemente distaccato ma sempre presente.
Negli anni la casa è stata poco a poco ricostruita, e la magia è continuata.
Ricordo l’estate dei miei 16 anni, estate di siccità, la sorgente non dava più acqua, occorreva stendere una tubazione per prelevare acqua da una altra sorgente, più lontana e più impervia. Anacleto prese un gruppetto di noi adolescenti e ci guidò in quella che era un’impresa per tutta la comunità.  Eravamo inebriati da quel risultato e decidemmo di fare una festa: andammo in dispensa, rubammo alcuni cocomeri e li nascondemmo in diversi punti nei dintorni della casa, per poi tornare a prenderli alla sera e fare baldoria con le ragazzine lì presenti.  Non ne trovammo nessuno. Anacleto, che aveva mangiato la foglia ce li trovò TUTTI! TUTTI! Non ne sbagliò uno.  Tornammo scornati, Anacleto era seduto alla sua solita sedia, davanti a casa, ci accolse con il suo caldo sorriso:



  • perso qualcosa, ragazzi?


 
Ma poi il cocomero ci fu per tutti.  Non c’era stato l’atteggiamento dell’adulto in Anacleto, ma la giocosa voglia di darci una piccola lezione…
 
E ora? La casa è ancora la, ma tante cose sono successe, quasi nessuna bella. L’ultima volta che l’ho vista è stato quasi 10 anni fa e molti di più dall’ultima volta che ci ho dormito….
E’  rimasto affetto  con  alcune delle persone con cui si è condiviso questi momenti.
Alcune non ci sono più.  Come Anacleto.
Ma a me piace ricordarlo con il suo passo lento. E il suo sorriso quando ci “rubò” i cocomeri.
Te lo dovevo Anacleto.
Con tutto il cuore.
 

 
 
 

venerdì 24 giugno 2011

♠ La stupidità in azione


Atto primo.



Conosco Maurizio da più di vent'anni. Abbiamo incominciato a lavorare insieme nel luglio del 1988; il mio primo giorno ero con lui. Ho imparato tanto da lui, sia tecnicamente sia come approccio al lavoro, e qualcosa ho insegnato anche io a lui.
C'è una profonda stima reciproca, al punto che, nonostante si sia cambiato alcune aziende, ci si ritrova a lavorare assieme.
La cosa che Maurizio detesta di più è la mancanza di impegno.
Francesco invece ce lo siamo trovati nella ditta in cui lavoriamo ora. E' l'opposto di Maurizio, è il furbetto del quartierino...
Stamattina Francesco è arrivato, si è seduto e ha cominciato a lamentarsi che ieri era convinto fosse venerdì, che era stanco ecc...
Maurizio gli da le indicazioni sul lavoro da svolgere oggi. Si sofferma su un dettaglio che, se non eseguito bene, provocherà problemi e ritardi. Francesco lo guarda scocciato.
Stanno per partire, e Maurizio, sapendo che Francesco si dimentica dal naso alla bocca, si raccomanda ancora attenzione a quel dettaglio.
Francesco lo guarda e gli dice:
-
ma tu pensi che io sia un coglione?-
Gelo fra i presenti.
-
Sì.... -  risponde serafico Maurizio.



 Atto secondo.



 Il passaggio tra l'azienda precedente (strutturata ma non troppo bene organizzata) e l'attuale non è stato semplice, questa sembrava piccola e ambiziosa, ma purtroppo va a due velocità: uno dei due soci non ha mentalità aziendale ma “artigiana” del “faccio io, che faccio meglio “ per cui non è facile armonizzare lo sviluppo del carico di lavoro con lo sviluppo dell'organizzazione.
La persona che si stava dando da fare per “cucire” le varie anime, è in maternità, e chi la sostituisce non è propriamente all'altezza, e nessuno fa niente per agevolarla ( a partire dal responsabile tecnico ).
Ogni tanto passo dal suo ufficio, per portarle documenti che lasciano da me, spesso mi chiede una mano per trovare un prezzo, o decifrare un rapporto di lavoro. Se posso, l'aiuto, non vedo perchè no!
Oggi doveva trovare i prezzi per compilare il consuntivo di una commessa.
Di alcuni rintracciamo ordini di acquisto, fatture e quant'altro.
Un articolo non risulta essere stato acquistato per quella commessa. Panico.
Le suggerisco di verificare una commessa precedente, perchè, secondo me, l'articolo misterioso era rimasto in magazzino, in quanto già acquistato ma non utilizzato.
Le do il nome del cliente e un arco temporale dove cercare. Non risulta niente, nemmeno la commessa.
Scuoto la testa. Non è possibile che non ci sia traccia dell'intera commessa...
chiede conforto alla sua collega. Anch'essa mi guarda come se avessi parlato in aramaico antico....



Non voglio sapere come vi organizzate le informazioni, come vi gestite il lavoro, non sono il vostro responsabile...



 
Ora, è chiaro che il settore è in crisi, che a tutti interessa il prezzo basso e non la qualità; ma a tutto c'è un limite.....



Maurizio, portami via di qua!

♥ appunti sparsi di un giorno strano

Erano giorni che a casa di lopo c’era una tensione palpabile. Dopo due anni di attesa Pitulice torna ai suoi amati boschi, portando con se i cuccioli.
La voglia di divorare i giorni, la necessità di preparare i bagagli,  la stanchezza accumulata: Pitulice non era proprio docile…
Ajie non vede l’ora di andare al fiume a giocare con i sassi. L’ha anche disegnato in uno dei suoi ultimi lavori a scuola….
Cajii, invece non ricorda nulla della Romania. E’ curioso, impaziente; ogni giorno, quando si sveglia, chiede:
- Oggi andiamo da mamaie?   (mamaie è, in rumeno, il vezzeggiativo di nonna)
- No Caji, mancano x giorni.
 
Ma oggi invece è il giorno della partenza. Ci si sveglia tutti insieme, fatto insolito per un giorno che non sia la domenica…
Caji non chiede niente, lo si respira nell’aria che oggi si parte
Quaranta minuti di auto per arrivare all’aeroporto. Ajie  da a Caji i consigli per come comportarsi in aereo, sorrido… ce l’ha per vocazione fare il fratello maggiore….
Caji lo ascolta attento…. L’aereo…

L' aereo, ah, l' aereo è invece alluminio lucente, l' aereo è davvero saltare il fosso, 
l' aereo è sempre "The Spirit of Saint Louis" ,"Barone Rosso" 

Si arriva, valige, check-in, biglietti, ed è il momento dei saluti.
Ajie si avvicina e mi abbraccia dolcemente, come non faceva da tempo. O forse non ha fatto mai.   Abbiamo imparato tanto in questi mesi…
Mi da appuntamento tra due settimane. Sì quest’anno, dopo 5 anni, andrò anch’io in vacanza con loro.
Cajii saltella da tutte le parti, gioca, non vuole salutarmi, probabilmente non ha colto che per 2 settimane non si addormenterà con me….
 
E’ il momento dell’imbarco. Passano l’ultimo controllo.  Anche Pitulice, sempre così misurata in presenza di persone, mi abbraccia dolcemente.
Le ultime raccomandazioni di rito ai bimbi, Ajie ribadisce che mi aspetta tra due settimane…
Dalla terrazza li vedo: Caji è elettrizzato quando si avvicina all’aereo…..  scompaiono inghiottiti dalla pancia di quell’uccello di metallo.
 
Ci sentiamo più tardi… io approfitterò di queste 2 settimane per tirare avanti un po di lavori arretrati in ufficio e…. a casa.
 
E’ sera, mi sto preparando la cena.  Squilla il telefono, E’ Pitulice, il viaggio è andato tutto bene; i suoi genitori si godono questo spicchio in cui i nipoti saranno tutti loro.
 
Lei è un po’ stanca, Ci salutiamo.
 
Mangio ascoltando distrattamente un telegiornale, quasi mi guarderei un cartone animato…
Salgo di sopra al computer. C’è silenzio. Troppo silenzio……
  

lunedì 20 giugno 2011

♦ ..quella canzone che mi ronza in testa....


      

Nel mio cuor,
nell'anima
tra fili d'erba vedrai
ombre lontane
di gente sola
che per un attimo 
e' stata qui
e che ora amo perche' 
se n'e' andata via
per lasciare un posto a te



 

                                       ........... nel cuore, nell'anima - L. Battisti

venerdì 17 giugno 2011

♠ 17 giugno 1983: un giorno di vergogna.


Scusate, ma non posso tacere; quando ripenso a quel giorno, a quello che è successo e perché, mi si ribolle il sangue.
Un galantuomo come EnzoTortora, arrestato, esposto al pubblico ludibrio ( vedi  l'immagine di qui sopra! ), incarcerato, per cosa?
Per la sciatteria, l'incompetenza, l'arroganza di quella magistratura. Un uomo TOTALMENTE innocente ed estraneo ha dovuto subire per 7 mesi la privazione della libertà con l'accusa infamante di associazione a delinquere di stampo camorristico.
Perchè?
L'accusa si basa, di fatto, unicamente su di un'agendina trovata nell'abitazione di un 
camorrista, Giuseppe Puca detto O'Giappone, con su scritto a penna un nome che appare essere, all'inizio, quello di Tortora, con a fianco un numero di telefono; nome che, a una perizia calligrafica, risulterà non essere il suo, bensì quello di tale Tortona. Nemmeno il recapito telefonico risulterà appartenere al presentatore

E allora? bastava controllare...
No. eppoi una sequela di pentiti su richiesta, che in Italia non mancano mai.

Un incubo durato 4 anni e che ha minato in modo determinante la salute di Tortora.
E chi ha pagato per gli errori fatti?
Nessuno
E allora era profetica la frase che pronunciò in aula Tortora:

«Io grido: “Sono innocente”. Lo grido da tre anni, lo gridano le carte, lo gridano i fatti che sono emersi da questo dibattimento! Io sono innocente, spero dal profondo del cuore che lo siate anche voi.» »
 


La foto e le parti in corsivo sono tratte dalla voce Enzo Tortora su Wikipedia

♥ mercoledì ore 9 : lezioni di volo!

Chi  segue il mio blog da un po', sa che "ospito" nel garage una famiglia di rondini. La prima covata, di 5 piccoli, è giunta al momento di imparare a volare.
Ho avuto al fortuna di essere nei pressi, per cui ho la possibilità di darvi un frammento di questa storia....

Allora, il programma è questo. Domani mattina (mercoledì) si comincerà a volare. Non voglio storie o scuse. il momento è arrivato!

ron_1_6Ecco i nostri 5 eroi in attesa del fatidico momento. Notare la tensione negli occhietti....

ron_2_6Il briefing e i primi tentativi nell'atmosfera ovattata del garage/hangar

ron_3_6tutti in postazione, in attesa del proprio turno.

ron_4_6Si parteee!  (il cuore va a mille!)

ron5
Il blu non ci fa più paura........

ro6Foto di rito dei nostri 5 eroi, alla fine dell'epica giornata.

Epilogo:  mercoledì sera ancora tutti insieme.  Giovedì  ancora esercitazioni di volo sotto la guida di mamma e papà.  Giovedì sera sono rimaste solo le 2 rondini  sul garage.  I giovani fuori di casa. probabilmente per sempre.
alla faccia dei bamboccioni!


lunedì 13 giugno 2011

♥ ...e in un attimo, ma come accade spesso, cambiò il volto d' ogni cosa....

Week end strano, faticoso.
Con un tempo birichino che non ha certo aiutato.
E stanchezza (soprattutto di Pitulice), che non aiuta ad avere animo sereno...
E allora si è oscillato tra momenti di tensione e momenti di passione.
momenti diversi, descritti mirabilmente in una antica canzone di Guccini, che vi vado a proporre:





Buon ascolto
e
buona settimana!

venerdì 10 giugno 2011

♥ ... al mare con il pulmino giallo.....

Stamattina  Caji  si è svegliato da solo,  anche un po' prestino.
Era tutto eccitato:
- Uggi andiamo al mare con il pulmino giallo! -
Ho sorriso. Cavolo, è veramente una giornata speciale! Già   uscire con il pulmino giallo del comune e un avvenimento; Ma andare al mare, circa 30km, è un viaggio vero e proprio!
E poi il mare, Caji ama molto il mare, è una settimana che aspetta questo giorno.....
Siamo arrivati alla materna, il pulmino già aspettava.  che belli tutti quei topini in fila, con il loro zainetto, con al collo il cartellino con il nome....

E poi si parte. Loro verso il  mare e pappo verso il lavoro.....
Arrivo in laboratorio. Il lavoro è un po' scarsino in questo periodo.
Se poi ci si mette un fornitore che non mi consegna cio che mi serve,  un cliente che mi blocca un lavoro in attesa di comunicazione di modifiche e un cliente che mi pospone un altro lavoro,  diventa veramente complicato far quadrare tutto...

E allora anche a me verrebbe la voglia di andare al mare con il pulmino giallo.....

♣ non ci sono più i maghi di una volta....

Non vorrei scrivere questo post.
Ma quel po' di onestà intellettuale che ho, me lo impone.
Però....
però non mi piace la sensazione che lascia l'aver parlato bene di qualcuno , e poi doverti ricredere.
qualche tempo fa,   esattamente il 29 novembre,  ho scritto qualche riga magnificando le doti e la storia del
Mago galllese,  Ryan Giggs, uno dei calciatori più importanti della mia squadra: il Manchester Utd. 

Negli ultimi giorni è uscito il
lato oscuro di Giggs.

Non mi piace chi tradisce.
A prescindere.

Caviamocela con una battutaccia:

...stavolta il mago gallese ha usato a sproposito la sua bacchetta  magica.....


(ma se penso a quel che eri, che nostalgia che ho per te (e per me))

giovedì 9 giugno 2011

♥ piccoli momenti di serenità


ogni tanto ho bisogno di piccoli momenti di silenzio.
E di buio.
Amo la sera, come adesso.
Esco a fare un giro attorno a casa, per vedere se tutto è a posto.
la "nostra"  famiglia di rondini dorme.. (a proposito, covata record, 5 pulcini!)  i piccoli, sazi, non pigolano più.
le rondini adulte, dormono stanche dell'incesssante viavai per sfamare le 5 bocche voraci.
accendo la luce solo un secondo per vedere che non ci siano altri animali nel garage.
sento un rumore tra i cespugli, probabilmente un riccio, mi allontano per non disturbarlo.
Passo vicino alla legnaia dei miei, sento la gatta che miagola. porella, neanche lei ha libertà con i miei....
C'e' un bel silenzio. solo il rumore lontano di auto sulla statale. Ma basta un grillo, o un uccello lontano per sovrastarne il rumore.
scruto il cielo, non ci sono stelle, è nuvoloso.
Ma ci sono le lucciole. tante. è ancora uno spettacolo misterioso per me. Affascinante.
Anche per i miei cuccioli. aspettano il fine settimana, per poter stare alzati un po di più, spostano un comodino sotto la finestra, spengono la luce e le osservano in silenzio.
Ci sono le lucciole.  Qualche sera fa c'era un compagno di scuola di Ajie con i genitori, il papà sembrava fosse tornato bambino, gli occhi gli brillavano nel vedere le lucciole....

Rientro in casa
Pitulice e i cuccioli dormono.
anche in casa c'è silenzio.
Si respira serenità
E allora è il momento ideale per essere lopo   e raccontare qualcosa...


♥ bambini attenti, adulti deficienti

E' più forte di lui. quando deve tagliare l'erba, mio padre perde il lume della ragione.
oppure è semplicemente convinto che tutto il nostro piccolo mondo ruoti attorno a lui.

Ricordo che una volta ha deciso di tagliare l'erba col decespugliatore (un ordigno che fa rumore e sporcizia inversamente proporzionale al lavoro che fa...)  vicino ai nostri panni stesi.
Pitulice non era a casa, e io per evitare il disastro, da buon marito, mi sono affrettato a raccoglierli.
Mio Padre vede che arrivo di corsa e mi fa: - lasciali pure,  non mi danno fastidio.....-
No, prorprio non ci arriva....

Stamattina (vabbè, ormai ieri mattina)  ha taglaito l'erba dalle 7,30 alle 8,15, proprio nel periodo in cui ho alzato i cuccioli, proprio sotto le nostre finestre.
Abbiamo fatto colazione e ci siamo vestiti con l'infernale colonna sonora di quell'ordigno.

Usciamo.  il nonno è lì fuori che sta riponendo l'armamentario.  Non ho voglia di litigare, faccio finta di niente.
Lui si avvicina,  vede Ajie e gli chiede:
- Buongiorno, ti ho svegliato?-
- No nonno, no mi hai svegliato, ero già sveglio - risponde serafico Ajie. E poi continua: - Però mi hai disturbato molto quando facevo colazione e non riuscivo a sentire la TV..."

Grande Ajie!

mercoledì 1 giugno 2011

♥ 7 pezzi di puzzle


 Colgo la gentile richiesta di LadySmith, per lasciare cadere 7 frammenti del puzzle che mi descrive.



E allora:



Quando avevo più o meno vent’anni, ho incontrato il mio primo grande amore; è stata una relazione breve ma molto intensa, costellata di molti imprevisti (compresa una fuga precipitosa tra gli alberi, inseguito dal di lei padre, che, per la cronaca, faceva il macellaio…). Questa storia si nutriva della necessità di superare le avversità.
Una volta che le acque si sono placate, il rapporto si è affievolito, fino a che lei mi ha lasciato, nel periodo del mio compleanno, lasciandomi un regalo. Un libro: “Cent’anni di solitudine”….



“anno bisesto, anno funesto”, mai come nel 1996 questo detto mi è sembrato vero. Nessun aspetto della mia vita è passato indenne dal ciclone di quell’anno; in disordine alfabetico: Amore, amicizie, lavoro, famiglia, salute.. un vero disastro!
Ad un certo punto non ce l’ho fatta più, non riuscivo a rialzarmi da solo. Mi sono nascosto dietro alla mia convalescenza per sfuggire al mondo. Mi seccava il solo pensiero di alzarmi al mattino….
E questo è il mio personale drago, citato nel mio profilo, che per lunghe settimane, mi ha strappato brandelli di volontà e di anima.
Poi, da qualche parte, ho trovato un guizzo di forza e di dignità, e sono riuscito ad emergere, anche con l’aiuto di una psicologa.
Ricordo che, al primo incontro, mi chiese di dare un’immagine di come mi sentivo.
Le dissi che era come se avessi davanti solo il deserto e dietro le spalle solo macerie…
La traversata del deserto è stata lunga, ma ora mi godo la mia serenità.



 Il mio primo lavoro era a poche centinaia di metri da casa dei miei, andavo in bicicletta; il secondo lavoro era a qualche chilometro, andavo in auto.
Poi la ditta si trasferì a Ravenna, e la distanza raddoppiò.
Poi ci fu una fusione con una azienda forlivese, e i chilometri incominciarono a diventare una trentina.
In ultimo, l’attuale azienda per cui lavoro è nel riminese….
Morale della favola, credo di essere uno dei pochi che tutte le volte che ha cambiato lavoro si è allontanato da casa….



 Ho una capacità innata di sbagliare i tempi:
avevo una venerazione per le station wagon quando erano chiamate ancora “famigliare” o, peggio “giardinetta”.
Avevo un fuoristrada ( un Cherokee della Jeep ) quando nessuno sapeva cos’era un Suv
Mi occupavo di vini ( per passione) prima che diventasse una moda.
Ero single quando tutti i miei amici avevano la morosa
Avevo la morosa quando i miei amici avevano bimbi piccoli
Ora che io ho bimbi piccoli, i miei vecchi amici si dividono in due categorie:
quelli che hanno figli quasi adolescenti ( e quindi sono più liberi..)
e quelli che figli non ne hanno, e quindi sono ancora degli ignobili tiratardi…



Sono istintivamente sincero. Se parlo di getto, dico la verità, sempre. Altrimenti sto zitto.
Anche perché per essere un mentitore, devi avere buona memoria: ti devi ricordare che balla hai detto, a chi e quando.
Troppa fatica.
Ritengo sia più semplice essere sinceri.
Sul lavoro qualche volta, per sopravvivenza, ho bisogno di raccontare una balla; allora sono molto bravo, ho abbastanza sangue freddo, ma soprattutto confido sul fatto che chi mi conosce è convinto che io sia sincero anche quella volta….



 Odio il carnevale. Lo detesto, con tutte le mie forze.
Colpa di brutte sensazioni, legate al carnevale, durante l’adolescenza. C’è solo un carnevale che amo: il carnevale di Venezia. Finchè ho potuto ci sono andato, rigorosamente da solo. Mi piacevano alcune maschere, che trasmettevano malinconia, una dolce malinconia dove era bello perdersi. Ne ricordo una, una ragazza, con una rosa rossa, che faceva una sorta di lentissima, quasi disperata danza, nei pressi del Ponte dei Sospiri. Sarei stato ore ad osservarla.
Che strano però, odio il carnevale però do il meglio di me dietro a questa maschera che è il mio nickname….



In un periodo della mia vita, ho seguito un progetto per la realizzazione di una azienda in Romania. Ho fatto la spola tra l’Italia e la Romania per quasi 2 anni. Ho fatto selezione di personale, ho conosciuto tanta gente, ragazzi, uomini, ragazze. Avevo dei collaboratori umanamente straordinari, un periodo veramente bello.
Verso la fine del progetto, arrivano un gruppo di neolaureati per fare uno stage presso la casa madre. Erano arrivati da pochi minuti, dopo un viaggio di 30 ore di autobus; io ero nell’ufficio di colui che si occupava del loro alloggio. Entrano 2 ragazzotti seguiti da una ragazza bionda, minuta, bellissima.
Sono dovuto uscire, mi mancava l’aria, mi girava la testa. Mai sentita una sensazione così.
Quel giorno ho conosciuto quella che sarebbe diventata mia moglie.



Bene, dopo questi frammenti, mi piacerebbe che anche Chitarradanzante,  Isa, Lana e Piccolastellina partecipassero a questo piccolo gioco....

Le regole sono semplici: "regalare" 7 frammenti di se e coinvogere altri 7 amici. 
(lo so, mi sono fermato a 4 amiche, ma nessuno è perfetto....)

♣ Silent Hero


 



scholes_sonIn questi giorni ha annunciato il suo ritiro dal calcio giocato uno degli ultimi romantici interpreti di questo sport: Paul Scholes.

Paul Scholes non ha avuto veline o starlette come fidanzate ma è un normale e felice padre e marito, sposato con una compagna di scuola.
Non ha giurato eterno amore a una squadra, per poi lucrare un contratto più vantaggioso con un club rivale, ma sempre e solo giocato, fin dal lontano 1994, con la maglia dello United.
Non ha mai avuto un agente che ne curasse gli interessi, ma ha sempre ritenuto un onore giocare al calcio, soprattutto per una maglia così gloriosa.
Non ha mai straparlato sui giornali, anzi poche parole e tanti fatti, soprattutto in campo.
Un centrocampista completo, capace di fare gol, di impostare l'azione, e di rubare il pallone all'avversario.

Ha smesso oggi, a 36 anni,con intelligenza, prima che l'inevitabile declino offuscasse tutto quanto di buono ha fatto fino ad oggi.
Un giocatore straordinario, stimato e ammirato, da chi ha avuto la possibilità di giocare con o contro di lui.
Un piccolo episodio, che da la statura dell'uomo oltre che del giocatore: Scholes aveva rinunciato alla nazionale inglese nel 2004, per dedicarsi solo al suo club; qualche settimana prima dei mondiali di calcio dell'estate scorsa, Fabio Capello, selezionatore della nazionale inglese, lo ha contattato per chiedergli di fare parte della nazionale in partenza per il Sud Africa.
Ha rifiutato. Per rispetto nei confronti di chi, il diritto di disputare quel mondiale, se lo era guadagnato giocando le qualificazioni.

Così lascia il calcio uno degli ultimi romantici interpreti di questo sport.

Grazie Paul.