lunedì 25 aprile 2016

♠ una festa per una nuova liberazione....

Non ho mai amato le celebrazioni.
Compresa quella del 25 aprile, in cui la retorica la fa da padrone, dove una parte ci ha messo il cappello sopra, per cui è una festa che divide più che unire.

O forse soprattutto quella del 25 aprile.

Ma quest'anno un pensiero mi ha fatto sentire in maniera diversa questa giornata.

Il 25 aprile ricorda la liberazione, in Italia,  da un regime opprimente che, in forme diverse ha coinvolto gran parte dell'Europa.
La classe dirigente che uscì dalla seconda guerra mondiale, che aveva vissuto la difficoltà e gli orrori della guerra era formata da uomini formidabili, che avevano un sogno formidabile: la pace in Europa. 
Di più. 
Una Europa unità.
E hanno lavorato incessantemente per inseguire questo Sogno.
Perchè avevano capito, sapevano, che il benessere di tutti era più importante degli interessi personalistici o di bottega.

E ora?

Abbiamo una classe dirigente fatta di omuncoli capaci solo di bassi calcoli personalistici, senza dignità, senza una visione ad ampio respiro, capaci solo di guardare alla possibilità di mantenere la poltrona alle prossime elezioni...

Mi vergogno di loro.
E credo se ne vergognerebbero, se potessero, quegli statisti che hanno tracciato un cammino nell'immediato secondo dopoguerra.

Vorrei disperatamente qualcuno di quegli uomini che ci aiutasse a essere meno cinici e meschini.
Ci vorrebbe qualcuno con una idea grandiosa, una fantastica Utopia da inseguire con tutte le forze.
Qualcuno che immaginasse quei poveri disperati ammassati ai confini dell'Europa, in fuga dalla guerra o dalla fame, non sono un PROBLEMA ma possono essere una risorsa.
Possono essere una risorsa economica per risollevare questa boccheggiante economia.
Possono essere clienti, consumatori, e poi produttori...
Ma ci vuole coraggio. E forza.
Ma ci vuole una visione grandiosa e a lungo termine che nessuno degli attuali politici ha.


...le verità cercate per terra, da maiali,
tenetevi le ghiande, lasciatemi le ali;
tornate a casa nani, levatevi davanti
per la mia rabbia enorme mi servono giganti


Vorrei poter festeggiare l'essersi liberati da questa classe dirigente mediocre, (senza distinzione di colore o nazionalità) che non mi rappresenta.

Anzi, mi fa vergognare di essere Europeo.


venerdì 22 aprile 2016

♥ Andy e John

Conosco Andy da quando ho ricordi.
Probabilmente siamo stati compagni di classe alle 
elementari. O forse all'asilo.
Finite le medie, mentre io continuavo la scuola,
lui andò a fare l'operaio. 
I miei genitori mi avevano convinto che continuare
a studiare mi avrebbe permesso un futuro migliore.
Ma quando lo vedevo sfrecciare con il "Ciao" fiammante
mentre io arrancavo, pedalando con la bicicletta di
mio padre non ne ero più così sicuro...
E quando si presentò con il "Ciao" raffreddato ad acqua
(sì, negli anni '80 c'era anche questo...) mentre io 
avevo solo riverniciato di blu con la bomboletta la 
bicicletta dismessa dal genitore, la storia dell'uovo
oggi e della gallina domani, mi quadrava sempre di meno...
E in fondo avevo ragione.
Nel tempo rilevò una storica attività artigianale nel paesotto
che ci ha visto crescere, e poi possessore di uno dei primi,
grossi Suv,  eppoi, per esagerare anche 2 famiglie...
ma quest'ultimo punto non gliel'ho mai invidiato 
(il Suv un pochino sì....)
Un (eterno) ragazzone, grande e grosso, come una quercia,
mi sono fermato da lui qualche tempo fa, 
chi ci avesse visto vicini, non avrebbe detto che siamo coetanei, 
con i miei (pochi) capelli imbiancati
e la sua folta chioma leonina...
insomma una sorta di mio contrario (o nemesi)

John invece non è bello. Non lo è mai stato.
E in questo ci assomigliamo.
John da ragazzino era un bulletto, decisamente 
ignorantello, difficile da trovare simpatico.
E qui, forse, non ci assomigliamo..
Lui grande bestemmiatore
Io cresciuto all'ombra del campanile.
Ma poi ci ritroviamo, alla soglia dei 30  anni,
nello stesso bar.
il fisico appesantito da camionista sessantenne
lo ha portato ad un veloce declino nello sport che ama
E allora si è riciclato come arbitro, con buoni risultati.
E' ancora un po' bulletto, ma osservandolo 
ci si accorge che è una maschera, un ruolo che recita
per difendere quel ragazzo triste e malinconico che in realtà è.
E allora non è più John il bulletto da evitare.
E' John.
E basta.
A volte spariva per qualche periodo, raccontando
che "andava a morosa".
Ma queste "morose" nessuno del bar le ha mai viste.
E allora era inevitabile che qualcuno avanzasse
l'ipotesi dell'inesistenza in vita (ma solo nella fantasia)
di queste "morose".
Qual'era la verità?
Non lo so, e ora non mi interessa più.


Cos'hanno in comune Andy e John?
Oltre al fatto di essere dello stesso paesotto, e di essere miei coetanei e di essere miei conoscenti (forse di john ero anche amico...)?

Andy, la quercia, ma con un cuore ballerino
John, il bullo, con il sangue malato.

E ora non ci sono più.
Entrambi nel giro di qualche mese, hanno lasciato le loro famiglie
Una compagna, una figlia, genitori di un unico figlio l'uno.
una sorella, i genitori e, forse, qualche morosa, l'altro.

E han lasciato anche me.
Un po' più solo.
Un po' più vecchio.
Un po' più fragile.