venerdì 25 dicembre 2020

♥ la magia del Natale

 Ancora una volta la magia del Natale,

Ancora una volta Babbo Natale ha riempito di regali il nostro Albero.

Quest'anno si è superato:

un nuovo tablet per Cock, perché quello ricevuto dai fratelli maggiori ha smesso di funzionare...

Un libro di Leo Ortolani e la Divina Commedia a fumetti di Marcello Toninelli per Caji, per affinare la sua tagliente ironia.

Un paio di libri e un rompicapo per Ajie che lo aiutino a trovare la strada di casa (attuale o futura...)

Una nuova cornice elettronica per Pitulice

Qualche buon disco della New Wave fiorentina dei primi anni ottanta (Diaframma e la prima formazione dei Litfiba) per me.

Sì, decisamente quest'anno Babbo Natale ha azzeccato tutto.

Quasi un regalo d'addio.

Anche perché, forse, il prossimo anno salterà la nostra casa, non ci sarà più la magia del Natale.

La magia del Natale c'è se c'è il cuore di un bimbo che lo desidera fortemente.

Ma si sa, i bambini crescono.

E i desideri cambiano.

martedì 15 dicembre 2020

♥ Farewell

 ...ringrazio E. per le belle parole,

ringrazio N. e A. per le belle musiche...

Ognuno di voi ha conosciuto Michele come marito, padre, nonno, zio, compagno di viaggi, amico, gnomo...

Ma soprattutto Michele era un viaggiatore, e da viaggiatore ci ha insegnato che ogni viaggio ha un inizio e una fine.

Ma quando un viaggio finisce, rimangono i ricordi.

Ognuno di voi serba un ricordo di Michele,

confesso che in questi giorni mi è capitato più di sorridere che di piangere per tutte le persone che hanno voluto condividere con me il loro ricordo.

In una vecchia poesia, che ho usato anche al funerale di mia nonna, c'è un verso che recita "ci vuole vita per amare al vita " e Michele ha amato la vita fino all'ultimo..

E chiedo a voi di portare con voi un pezzetto di questa vita...


domenica 13 dicembre 2020

♥ volò via...

 - Pensiamo ad un animale:

- Un leone!

- No... pensavo più alla farfalla. Ti piacciono le farfalle?

- Sì, molto!

- E cosa sai delle farfalle?

- Che prima di essere farfalle son bruchini, poi si chiudono in un bozzolo e poi escono che sono diventate farfalle - mi spiega Cock, sapiente frequentatore di documentari sugli animali.

- Bravo, quindi quello che è la fine per un bruchino è l'inizio per la farfalla, giusto?

Cock annuisce con la testa.

Lo prendo sulle ginocchia:

- Devo dirti una cosa, non vedremo più nonno, non tornerà dall'ospedale. Il suo periodo come bruchino è finito. E' diventato una farfalla. Ed è volato via...

 

domenica 6 dicembre 2020

♥ La percezione del tempo.

 Credo che una delle che differenzia la mia generazione e quella dei miei figli sia la percezione del tempo.

A noi, da piccoli ci hanno insegnato il valore del passato, del rispetto per l'esperienza, la storia (appunto il passato) degli anziani o degli adulti.

Ma si dava anche una grande valenza al futuro (quando sarai grande...), molte cose, molte scelte, venivano fatte in funzione del futuro.  E tutto ciò, spesso, a scapito del presente.

Agli adolescenti di oggi, il passato non interessa, in un mondo che cambia così vorticosamente, l'esperienza degli adulti, spesso è obsoleta.

Le tracce delle storie non sono più significative in un mondo dove le STORIES durano un giorno....

Ma ho l'impressione che in queste contingenze così incerte, il futuro appaia molto nebuloso, quasi impalpabile.

E quindi cosa rimane?   Solo il presente.

Un presente da aggredire, da assaporare quasi ferocemente.

E diventa difficile capirsi quando si ha una concezione del tempo così diversa.

E' come se parlassimo due lingue diverse.

E io sto cercando di capire la tua.

Anche se non è facile...

venerdì 4 dicembre 2020

♥ quasi come Penelope

 In quasi 10 anni di riflessioni quasi mai (se non mai..) ho dedicato qualche riga a mia Mamma.

Ho dedicato tante, troppe righe al rapporto con mio padre.

Ho scritto di mio nonno materno. E anche Nonna ha avuto il suo spazio.

Mamma no. 

Ed è ora di porvi rimedio.


La cosa che mi colpisce di più di Mamma è l'amore per mio padre. Un amore forte, intenso, che dura da più di sessant'anni.

Un amore fatto di pochi abbracci e baci, ma fondato su una presenza costante, sicura.

Così forte e intenso quasi da stordirmi. 

Così forte e intenso da ricordarmi Penelope.

Questo amore ha la sua ultima coniugazione durante la malattia del suo uomo.

Ma è l'ultima perla di una lunga collana.

Molte volte, nelle diatribe tra me e mio padre, tra me e il suo uomo, ha preso le parti di quest'ultimo.

Pensavo ne fosse succube, pensavo lo facesse per fargli piacere, per non contraddirlo. Pensavo fosse per debolezza.

Mi sbagliavo.

Lo faceva per un amore così profondo che io non proverò mai.

E che fatico semplicemente a immaginarlo.


domenica 29 novembre 2020

♥♣ Ottavio e me

 Tra tutto il ciarpame che ci è toccato sentire in questi giorni per la santificazione di Maradona, mi è capitato di sentire una cosa interessante, una intervista a Ottavio Bianchi, suo allenatore a Napoli.

Bianchi ha sottolineato l'impegno di Maradona negli allenamenti e in campo ma soprattutto il rispetto che aveva nei confronti dei compagni.

Ha ricordato come, a volte, si è trovato a rimproverarlo negli spogliatoi, per qualche eccesso fuori dal campo. Maradona ascoltava in silenzio, con gli occhi bassi.

In qualche occasione si è trovato solo con lui e gli diceva: - "Diego perché fai così, perché tu butti via... se continui così rischi di metterti nei guai...".

E Diego, serafico, rispondeva: - "Hai ragione, ma io devo vivere con l'acceleratore  sempre premuto a fondo..."

E Ottavio Bianchi faticava a capire.

Come faccio fatica a capire io, uomo ordinario di mezz'età, davanti al mio Diego (che in realtà si chiama Ajie) che rischia di mettersi nei guai, ma che rivendica la necessità di aggredire la vita..

Ma c'è una differenza sostanziale tra Ajie e Diego: Diego non si è mai risparmiato, si è sempre impegnato al massimo.

Ajie ultimamente no.

Spero che quando lo capirà, non sarà troppo tardi.

sabato 28 novembre 2020

♥♦ ..se son d'umore nero allora scrivo..

 "Se son d'umore nero allora scrivo, frugando dentro alle nostre (mie) miserie,

Di solito ho da far cose più serie, costruire su macerie o mantenermi vivo.."

                        Francesco Guccini


E se sono d'umore peggiore?

Non scrivo più.

E rimugino...

domenica 27 settembre 2020

♥♦ affinità e divergenze...

Tanti sono i motivi per i quali il rapporto padre-figli pervade i miei pensieri in questo periodo, il mio vissuto, lo scontro generazionale con Ajie, la malattia di mio padre...

E in queste montagne russe di sensazioni, fa la sua parte anche Caji, che stasera con il candore che solo lui può avere, mi consiglia l'ascolto di una canzone.

Questa:



beh, non c'è che dire, il suo contributo l'ha dato...


come in tanti post, le canzoni sono ispiratrici con frammenti o titoli. Anche in questo caso c'è una ispirazione a un titolo di un vecchio album dei CCCP: 1964-1985 Affinità-divergenze fra il compagno Togliatti e noi - Del conseguimento della maggiore età

sabato 26 settembre 2020

♥♦ così simile a me, così diverso da me.

 La prima volta è stata due anni fa. 

Lo avevo consigliato, spronato, supportato sulla sua tesina di terza media, una tesina che legava i temi della scuola ai fumetti. Ero molto orgoglioso della sua scelta. E molto contento che i suoi professori gli avessero consentito di sviluppare  il suo progetto in autonomia. C'era molta attesa della sua esposizione. Da parte dei suoi insegnanti; e da parte mia di godermela. 

Mancavano pochi attimi al suo esame, mi era stato concessa la possibilità di assistere. 

Si apre la porta. E nella mia mente bussa una vecchia canzone. Ci sono frasi di canzoni che rimangono in qualche cassetto della memoria. E all'improvviso quel cassetto viene aperto....

...un giorno sarai pronto a volare

aprirai le ali al vento 

e salirai nel sole.

E quando verrò il momento

spero solo di ricordare

ch'è ora di farmi da parte...

E di lasciarti andare

E quello era il momento di farmi da parte. Di lasciargli tutto il palcoscenico. 

Anche se un po' mi è dispiaciuto. Un bel po'.

E guardavo il mio cucciolo d'uomo, entrare con passo sicuro e i suoi libri sotto braccio nell'aula d'esame. E pensavo al resto di quella vecchia canzone.

Sì, mio cucciolo d'uomo, così simile a me, caotico sognatore, vorrei dare a te solo le cose migliori, e quello che ho imparato dai miei errori. O timori. Ma vorrei soprattutto insegnarti a far crescere i tuoi sogni, e di riuscire a realizzarli, e se a volte i sogni diventassero incubi, di saperli affrontare. E se ci riuscirò sarai pronto a volare... e quando verrà il momento spero di ricordare che è il momento di farmi da parte...

Sì, mio piccolo uomo, così diverso da me, che quando mi dicesti "vorrei assomigliare a te" ti risposi "No, tu devi assomigliare a te"; a volte non sono quello delle tue aspettative. Mi spiace se io non ne capisco il perché. o tu.

Ho fatto del mio meglio perché le mie tristezze e le mie insicurezze non si riflettessero su di te. 

Sì mio giovane uomo, così diverso da me, così sicuro di se. Forse troppo...

No, non è mai troppo..


sono riuscito a darti il meglio e a lasciare le ombre in un angolo. E sto cercando di lasciarti volare nel tuo cielo. 

Anche se a volte non lo capisco

Anche se a volte non è facile.


la "vecchia canzone" è, ovviamente, mio cucciolo d'uomo di Eugenio Finardi

sabato 29 agosto 2020

♥ lettera a un padre...

 Mi fa strano vederlo abbandonato su una sedia, come una vecchia giacca.

Ma è solo un attimo, eppoi ritorna composto, con i suoi occhi fiammeggianti.

Non è la prima volta che affronta una sfida, lo ha fatto tante volte...

Ma questa sarà diversa, quel corpo che lo ha portato in giro per il mondo sarà la sua prigione, quella determinazione feroce sarà il suo limite.

E ancora una volta ci siamo trovati a un bivio, una strada per (re)incontrarci, una strada per allontanarci.

E ancora una volta ha scelto lui. Che strano, conosce il mondo ma non conosce suo figlio...

Sorrido tra me e me, se cerco un ricordo che mi lega a lui, non ne trovo...

Vorrei un ricordo per cullarmi. O per impiccarmi. 

Quando pensavo a un titolo per questo post, mi è venuto in mente lettera a un padre mai nato, con ovvia ispirazione al libro della Fallaci. 

E per certi versi è così. Credo che il padre sia un ruolo che non gli si addice ma 50 anni fa c'era un percorso tracciato: sposarsi per uscire di casa, comprare casa, avere uno (o due) figli, il lavorare 30 anni nella stessa azienda...

Se fosse giovane adulto adesso penso che inseguirebbe i suoi sogni  con ancora più determinazione e più libertà. E forse sarebbe anche meglio.

Peccato che invece la situazione non è così.

Andremo avanti, per non troppo tempo, e avrò la sensazione di aver perso un'altra occasione. 

Una delle ultime.

Purtroppo. O per fortuna.

sabato 15 agosto 2020

♥♠ professori

 Ognuno di noi, nella propria carriera scolastica, incontra diversi professori. Di molti di questi, nel tempo, non rimarrà ricordo... nè un nome, o un viso... saranno passati come acqua su un vetro.

Alcuni invece saranno nell'olimpo delle persone fondamentali per la nostra formazione.

E' stato un grande professore Luigi Carlo che alle medie di 40 anni fa ci insegnava "Comunicazione", a leggere e interpretare il quotidiano.

E' stata una grande professoressa Camilla che credeva nelle mie qualità più di me (e delle persone che mi erano vicine), che mi spingeva a fare un scuola più consona al mio valore. 

Non le ho dato retta. Ho abbassato il mio orizzonte. Quando sono uscito dalle scuola media ero svuotato, non ne volevo sapere più della scuola, volevo andare a lavorare (eh sì, all'epoca si andava anche ad imparare un mestiere "a bottega", facendo l'apprendista da un artigiano...)

E invece no.

Non ho abbandonato gli studi, ho frequentato un'istituto professionale che mi permetteva una "uscita di sicurezza" dopo tre anni..

E per fortuna in quella scuola ho incontrato il professor Giancarlo....

Per il professor Giancarlo insegnare era molto di più che un mestiere fatto con passione, era il gusto di tramettere conoscenza, era una missione...

il tutto condito da una rara umanità; per lui rimandare a settembre un ragazzo era una sofferenza, una sconfitta. 

E allora, durante l'estate, si faceva prestare un aula dalla scuola, scendeva in pianura dal suo paesello sulle colline, per fare lezioni agli studenti da lui rimandati. Ovviamente a titolo gratuito...

Il prof Giancarlo ci ha donato il gusto di imparare, di scoprire nuove cose. E poi un po' di Elettrotecnica, ma questo è secondario.

Al terzo anno ci avevo preso gusto con la scuola e ho continuato, arrivando ad un rotondo 60/60esimi alla maturità.

Ci sono stati altri insegnati che ho apprezzato, come il professor Oriano, che ci ha fatto capire la storia (e non semplicemente impararla) ma Il prof Giancarlo mi ha cambiato la vita. letteralmente. Se ancora oggi mi piace imparare cose nuove ogni giorno lo devo a lui.


Casualmente, poche settimane fa ho incontrato il figlio del professor Giancarlo, gli ho detto che ero stato studente di suo padre, dello splendido ricordo che ho di lui come uomo e come insegnante, della gratitudine e della stima che nutro.

Sentimenti condivisi dalle altre persone presenti che hanno avuto la fortuna di conoscerlo. 

Mi ha detto che suo padre è mancato qualche anno fa, dopo una breve malattia. 

Mi spiace non averlo più incontrato, per ringraziarlo di persona.

L'ho fatto attraverso quel giovane uomo, a cui brillavano gli occhi quando gli parlavo di suo padre. Ne hai ben donde di esserne orgoglioso.


sabato 11 luglio 2020

♥♦ Ridere (amaro)

C'è una bella canzoncina che le radio ci fanno ascoltare:


Mi piace, E' un po' un inno a riprendersi i bei ricordi, al fatto che anche quando una storia finisce non si deve annullare tutto.
Anche se il rischio è quello di diventare 
..ora sono solo un tizio 
Che se lo incontro dalla strada gli fai un cenno di saluto e via

Purtroppo

venerdì 10 luglio 2020

♥♦ il dottore dell'amore.

Il dottore dell'amore....

Questo era l'appellativo con cui era noto Titta.
Titta... al secolo Giuseppe Tittarelli. 
Una vera istituzione nel ravennate (e zone limitrofe, e non solo).
Lui e le Fecce Tricolori hanno imperversato su tutta la riviera portando il loro rock demenziale in tutti i posti in cui si poteva suonare: feste della birra, sagre, festival di partito, palchetti di stabilimenti balneari...
da metà degli anni '90 al 2005 (anno di scioglimento della band) hanno accompagnato le nostre estati....

...La notizia è arrivata come un pugno allo stomaco.
Leggo le notizie locali, e tra quelle in evidenza c'è la morte di Titta.

Mi ha rattristato molto, e non solo perchè mi ricordava momenti in cui ero decisamente più giovane.
Non era bello, tutt'altro.
Non era bravissimo a cantare.
I suoi testi erano volgarotti e infarciti di doppi sensi non sempre eleganti.

E allora perchè era così apprezzato al punto che la notizia della sua prematura morte (a soli 51 anni) ha avuto così risalto e molti hanno lasciato messaggi.
Non saprei dirlo.
Titta era già stato citato in post di questo blog, riportando un frammento di una canzone "da giovane spesso sognavo di donne e champagne ma è fatta di s*gh* e gazzosa la dura realtà..."  

Forse ha ragione il consigliere comunale di Ravenna Rudy Gatta che così ha commentato :
"Stanotte sono tornato a casa in macchina cantando a squarciagola "Pane e due etti di crudo". Ho pensato a te, Dottore dell'Amore e a noi ragazzi di campagna cresciuti con te come mito... Sfigati, liberi e felici. Sì, perchè ci hai insegnato che essere sfigati di provincia non è così male:" 
(fonte http://www.ravennatoday.it/cronaca/morto-cantante-titta-giuseppe-tittarelli-ricordo-amici.html )


E allora grazie di tutto Titta, dottore dell'Amore, che questo viaggio ti sia lieve, che trovi quella serenità che (ultimamente) avevi perso anche a causa della recente malattia.

Ho trovato questo suo video, mi sembra un bell'arrivederci...



sabato 4 luglio 2020

♥ ogni lasciata, ogni persa....

Il fatto è che spesso, molto spesso ho frequentato la solitudine,
Soprattutto nel periodo che i più dicono spensierato. I quasi vent'anni che vanno dall'adolescenza ai 34 anni (quando ho incontrato colei che è diventata mia moglie) sono stati solo per un quarto circa vissuti condividendo spazi ed emozioni con una lei. 
Per i restanti tre/quarti ho indossato spesso il mio vestito color tappezzeria.
E questo mi ha dato una  sensazione di vuoto difficilmente  colmabile, se ci aggiungiamo che delle relazioni che si susseguivano ne subivo la fine, non ho tanti bei ricordi del periodo. Anzi. 
Ma è stato proprio così? Sono stato sempre vittima di ragazze sbagliate, che non mi hanno capito (oppure nemmeno mi hanno mai voluto)?
Certo, essere rifiutati fa male. soprattutto agli animi più sensibili (o sensibilmente maldestri ). E i ricordi dolorosi sono quelli che fanno più compagnia.
Ma è stato proprio così?

Mi sono trovato poco tempo fa a fare i conti con una parte del mio passato, del mio cuore che ogni tanto riaffiora. Come un torrente carsico. 
E a dover prendere una decisione. Difficile. Che ha fatto soffrire una persona.
E allora mi sono accorto che non è la prima volta che succede.
Perchè è vero che Maria mi lasciò per i miei vent'anni, regalandomi "cent'anni di solitudine".
Ma è anche vero che non ho mai dato una possibilità alla Futura Cardiologa alla quale avevo spezzato il cuore...
E poi c'è stata la Moretta che, dopo qualche mese di frequentazione mi disse "Non sono innamorata di te, e se lo fossi mi dispiacerebbe tanto..."
Ma c'è stata anche Clara, la ragazza di buona famiglia, con la quale mi sarei sistemato, ma poi mi sono accorto che avevamo due idee del futuro troppo diverse e quindi l'ho lasciata prima di combinare guai peggiori.
Non dimentico poi la ragazza dell'Est con gli occhi azzurri e i capelli scuri, con la quale passai una estate spensierata, e che lasciai al telefono per inseguire un altro sogno.
Quel sogno che poi si è trasformato in un incubo, lasciandomi molte cicatrici....

E allora non è stato tutto uguale, ci sono donne che ho perso. E ce ne sono altre che ho lasciato.
E forse ha ragione Ruggeri quando in "quindici righe" indica che 
...quando una donna non t'ama
sta vendicando un'altra
che non hai amato tu...


sabato 27 giugno 2020

♥ piccolo grande uomo

Nella nostra famiglia c'è la tradizione che, a partire dalla prima elementare, viene elargita una paghetta, un €uro ogni giorno di scuola. Se va tutto bene. 
Se si perde una matita, una gomma o il temperino, l'€uro va a compensare il danno (ovviamente il tutto condito da un po' di elasticità...)
In questo modo imparano prestissimo a non perdere le cose, e con i soldi racimolati possono poi comprare quello che vogliono.
Avendo avuto buoni risultati con i due grandi abbiamo riproposto il sistema con Cock, il quale ci ha ascoltato attentamente, e si è detto d'accordo e aveva  anche pensato che 4 €uro al giorno sarebbe stato un importo equo....scatenando così le proteste (giustificatissime) dei fratelli più grandi.


Mi arriva una notifica di un acquisto on-line, roba di poco conto.
Non ci faccio caso, Ajie ha l'accesso per cui....
E' un controller per una consolle di videogiochi. Boh, se ne sarà rotto uno..

Torno a casa la sera, mi accoglie Cock impaziente:
- Babbo oggi ho comprato un "telecomando" nuovo - esordisce con gli occhioni sgranati, che tradiscono la necessità di essere più credibile possibile.
Lo guardo incuriosito:
- Sì, così possiamo giocare tutti e tre insieme - fa sì con la testa sfoderando uno dei suoi sorrisi migliori.
Sorrido anche io.
Poi mi guarda serio: - Non ti preoccupare, ti do io i soldi, lo pago con i miei soldi....
Cucciolo...

- Ok va bene, ne parliamo dopo - Io tendo ad avere la memoria labile su questi piccoli acquisti anche perchè sono abbastanza sporadici.
Ma non ho fatto i conti con la determinazione di Cock.
Più tardi, ha cercato il suo portafoglio e, non trovandolo, ha svegliato la mamma che dormiva, per farsi trovare pronto a saldare il suo debito,
Quando sono entrato in soggiorno ho trovato i soldi vicino al mio telefono. 
E Cock lì vicino, in piedi.
Fierissimo.

E io molto orgoglioso del mio piccolo grande uomo.
Che sa già il valore delle cose.
Che sa già il valore della parola data.
Che sa già il valore dei debiti e dei crediti.

domenica 14 giugno 2020

♦ auguri Francesco

Non ricordo quale sia la prima canzone che ho ascoltato di Guccini. 
In fondo sono passati tanti anni, da non poterli più contare.

Ricordo perfettamente però che il primo Album in assoluto che ho comprato con i miei soldi è stato "Amerigo", nel 1978. 

Avevo 11 anni. 
Ascoltare Guccini a 11 anni... Peggio, acquistarlo... non è proprio quello che ci si aspetta da un adolescente.... (infatti i risultati di quelle frequentazioni ancora si vedono..)
Ero ovviamente influenzato dalle persone che frequentavo in quel periodo, io e qualche fortunato mio coetaneo, eravamo i "fratellini minori" di un gruppo di amici di 10/15 anni più di noi.
E questo ha indubbiamente influenzato la nostra formazione culturale ( "..io appena giovane sono invecchiato...").

E i cantautori erano molto amati in quel periodo, in quell'ambiente.  E cantati.
E quanti concerti visti insieme. E allora si scopriva un altro Guccini, non l'uomo che sapeva raccontare belle storie ma spesso malinconiche, ma un ironico e divertente affabulatore.
Una volta ci presentammo nel pomeriggio ad un concerto ad un "festival dell'Unità" ed ci capitò di assistere anche al sound-check, dove Francesco per fare le prove, cantò una canzone di un altro cantautore (credo Vecchioni). 
Alla fine noi gli dicemmo "Francesco, non è tua questa canzone!" 
Lui ci guardò stupito e ci disse: " ma siete sicuri?" 
"Siii!" noi tutti, in coro"
"Ma è bellissima.... peccato! speravo di averla scritta io..."
Risata generale..

Ci sono tante canzoni di Guccini che fanno parte della mia personale colonna sonora.Tante da non poterle elencare, per non correre il rischio di annoiare, o di dimenticarne qualcuna.
E allora non potevo non dedicargli qualche pensiero nel giorno dei suoi 80 anni (incidentalmente la stessa età di mio padre...)

Dicevo, ho visto tanti concerti suoi, e ho acquistato nel tempo molti suoi vinili. E qualche CD, ma il primo album acquistato in musicassetta, è andata perduto.

La naturale evoluzione della sua capacità (o necessità) di raccontare storie è stata scrivere libri. ho trovato divertentissimi i 2 volumetti del  "dizionario delle cose perdute",



l'ultima volta che ho avuto l'occasione di vederlo, aveva smesso di scrivere e cantare canzoni, era una serie di incontri con il pubblico, una sorta di saluto, poi seguito da un mini concerto in cui i suoi musicisti, compagni di decine di canzoni, album e concerti riproponevano le sue canzoni.

E' stato emozionante quando è apparso quell'omone, visibilmente invecchiato nel fisico, ma ancora finemente arguto e ironico. 
E' stato bello incontrarlo per quello che poteva essere l'ultima volta ufficiale.
E' stato strano ascoltare le sue canzoni cantate da un altra voce, anche se è quella del suo grande amico e sodale Juan Carlos "Flaco" Biondini. 
Sì, perchè molte delle canzoni di Guccini sono autobiografiche o sono storie visti con i suoi occhi, quindi sono personalissime, sentite cantate da altri fanno strano.

Sicuramente Guccini è parte importante della mia formazione, come si evince da  riferimenti che si trovano in qualche post di questo blog, e tanti altri ce ne saranno.
E' difficile trovare, tra le tante, una frase per chiudere decorosamente questo post; mentre sto scrivendo, sto ascoltando la registrazione di un concerto alla TV svizzera del 1982, e allora gli spunti sono tanti. 
Come "Bisanzio" mai attuale come adesso, in questo momento di incertezza, con la sensazione di un mondo che sta cambiando.
Oppure "Canzone di notte n.2" con quel rivendicare la propria originalità.

E invece, da un cassetto della memoria, ha fatto capolino questa frase:

"...Ti invidio perchè ancora
hai molte pagine da aprire
di un libro che ho già letto
e che tu devi ancora scoprire...
ma quando capirai
che cerchi un libro che non c'è
allora ti ricorderai di me...



pensando ai miei cuccioli.."canzone delle ragazze che sene vanno"