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venerdì 17 giugno 2011
♠ 17 giugno 1983: un giorno di vergogna.
Scusate, ma non posso tacere; quando ripenso a quel giorno, a quello che è successo e perché, mi si ribolle il sangue.
Un galantuomo come EnzoTortora, arrestato, esposto al pubblico ludibrio ( vedi l'immagine di qui sopra! ), incarcerato, per cosa?
Per la sciatteria, l'incompetenza, l'arroganza di quella magistratura. Un uomo TOTALMENTE innocente ed estraneo ha dovuto subire per 7 mesi la privazione della libertà con l'accusa infamante di associazione a delinquere di stampo camorristico.
Perchè?
L'accusa si basa, di fatto, unicamente su di un'agendina trovata nell'abitazione di un camorrista, Giuseppe Puca detto O'Giappone, con su scritto a penna un nome che appare essere, all'inizio, quello di Tortora, con a fianco un numero di telefono; nome che, a una perizia calligrafica, risulterà non essere il suo, bensì quello di tale Tortona. Nemmeno il recapito telefonico risulterà appartenere al presentatore
E allora? bastava controllare...
No. eppoi una sequela di pentiti su richiesta, che in Italia non mancano mai.
Un incubo durato 4 anni e che ha minato in modo determinante la salute di Tortora.
E chi ha pagato per gli errori fatti?
Nessuno
E allora era profetica la frase che pronunciò in aula Tortora:
«Io grido: “Sono innocente”. Lo grido da tre anni, lo gridano le carte, lo gridano i fatti che sono emersi da questo dibattimento! Io sono innocente, spero dal profondo del cuore che lo siate anche voi.» »
La foto e le parti in corsivo sono tratte dalla voce Enzo Tortora su Wikipedia
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E poi non mettono in galera il signor B. nonostante la lista infinita di prove a suo carico.
RispondiEliminaLa vita va sempre bene solo ai disonesti, è brutto dirlo ma è così :(
E' veramente brutto dirlo.
RispondiEliminaMa come dici tu, è così.....