In questi giorni ha annunciato il suo ritiro dal calcio giocato uno degli ultimi romantici interpreti di questo sport: Paul Scholes.
Paul Scholes non ha avuto veline o starlette come fidanzate ma è un normale e felice padre e marito, sposato con una compagna di scuola.
Non ha giurato eterno amore a una squadra, per poi lucrare un contratto più vantaggioso con un club rivale, ma sempre e solo giocato, fin dal lontano 1994, con la maglia dello United.
Non ha mai avuto un agente che ne curasse gli interessi, ma ha sempre ritenuto un onore giocare al calcio, soprattutto per una maglia così gloriosa.
Non ha mai straparlato sui giornali, anzi poche parole e tanti fatti, soprattutto in campo.
Un centrocampista completo, capace di fare gol, di impostare l'azione, e di rubare il pallone all'avversario.
Ha smesso oggi, a 36 anni,con intelligenza, prima che l'inevitabile declino offuscasse tutto quanto di buono ha fatto fino ad oggi.
Un giocatore straordinario, stimato e ammirato, da chi ha avuto la possibilità di giocare con o contro di lui.
Un piccolo episodio, che da la statura dell'uomo oltre che del giocatore: Scholes aveva rinunciato alla nazionale inglese nel 2004, per dedicarsi solo al suo club; qualche settimana prima dei mondiali di calcio dell'estate scorsa, Fabio Capello, selezionatore della nazionale inglese, lo ha contattato per chiedergli di fare parte della nazionale in partenza per il Sud Africa.
Ha rifiutato. Per rispetto nei confronti di chi, il diritto di disputare quel mondiale, se lo era guadagnato giocando le qualificazioni.
Così lascia il calcio uno degli ultimi romantici interpreti di questo sport.
Grazie Paul.
mi piacciono molto le storie di eroi silenziosi, che non hanno bisogno di puntare su uno stile di vita sopra le righe per essere popolari e che lavorano con coscienza, onesta' e dignita'
RispondiEliminachapeau