lunedì 30 maggio 2011

♣ La cultura della sconfitta.

Dopo aver festeggiato, qualche giorno fa, la vittoria del 19esimo campionato, da parte del Manchester United, non mi sottraggo dal commentare la sconfitta di ieri sera.
Il Barcellona ha vinto. Lo United ha perso; forse ancora di più di quanto indichi il punteggio.
Non sono deluso, non sono arrabbiato. 
Ho ripensato ad un incontro con Julio Velasco, in cui ci spiegava la cultura della sconfitta:
Si va in campo per vincere, sempre e comunque, con la determinazione feroce (gli occhi della tigre).
Ma poi capita di trovare un avversario più forte. Che ti batte. Capita.
Se hai dato tutto quello che avevi,  devi accettare serenamente la sconfitta.
Per poi rimettersi a testa bassa a lavorare, per migliorare, per cercare di vincere la prossima volta.

Senza polemiche, senza scuse, senza se e senza ma.

E questo è un atteggiamento, un insegnamento che va oltre ai confini dello sport.

3 commenti:

  1. sono d'accordo, e' il modo piu' sano di affrontare la sconfitta, valutandola nel merito e rafforzandosi per le prossime prove...
    dovrebbero insegnarcelo da piccoli, restringendo un poco i tempi di apprendimento delle materie campanilismo e senso dell'offesa :)

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  2. Ti giuro che, nonostante non segua il calcio, ho sperato nella vittoria del Manchester. Ero a Barcellona e non avevo davvero voglia di trovarmi in giro tra ultras ubriachi, molesti e a volte anche violenti, soprattutto perchè al Primavera Sound (il festival dove mi trovavo) era pieno zeppo di inglesi! E invece.... Mi son trovata a dover prendere una metro domenica mattina alle 6 perchè siamo rimaste in attesa degli autobus per UN'ORA a causa del macello che li teneva bloccati in centro.... ODIO!!! grrrr.... E ovviamente la metro era stipata di ultras ubriachi e molesti!

    A presto!

    Ladysmith sloggata

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  3. @ mammaoggilavora

    sottoscrivo quanto dici.

    quando hanno spiegato "Campanilismo" e "senso dell'offesa",  non mi sono applicato tanto, erano materie che non mi piacevano....

    @ LadySmith

    E io che pensavo che i brutti ceffi ubriachi fossero solo in inghilterra!
    scherzi a parte, ogni mondo è paese, ma purtroppo ogni volta che ho notizie dirette, ho la sensazione che la stampa italiana viva solo di luoghi comuni.

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