venerdì 13 maggio 2011

♥ Vittorio, un uomo che amava la vita.


Mi fermo allo stop; come tutti i giorni. Sulla mia sinistra, un muro con i manifesti funebri. Non lo guardo mai. Oggi però gli butto un occhio.
Vedo un nome: Vittorio. Leggo velocemente il resto. E' lui. E' Big Victor....



Vittorio era un uomo che amava la vita, forse anche un po' più del lecito, qualche donnina di troppo, un po' troppi soldi perduti alle carte. Ma era un cuore d'oro, straordinario compagno di cene, attore dilettante in una compagnia dialettale.
E' morto all'improvviso, ed è meglio così per un uomo che amva la vita come lui..



Lo conoscevo da sempre, aveva un figlio mio coetaneo. Frequentava il bar dove da ventenni ci incontravamo; così lontano come età così vicino come spirito.Quando facemmo la squadra di calcio amatoriale, era il nostro primo tifoso, seguendoci in tutti i campi della bassa romagna.
E fu inevitabile, quando organizzammo la partecipazione ad un torneo di calcio a Praga, di invitarlo a venire con noi.
Accettò con entusiamo, e fu uno spettacolo averlo con noi. Poi alcuni guai ebbero il sopravvento, noi si cambiò bar e quindi ci si vide di meno....



Ma nel mio cuore ho l'ammirazione per quest'uomo che ha assaporato al vita, a differenza di me che, (troppo) spesso, ho attraversato la mia in punta di piedi...



Voglio ricordarlo con un sorriso:
Durante il viaggio verso Praga, a pochi Km dalla meta, il nostro autobus si guasta.
Dopo poco arriva la polizia Cecoslovacca (era ancora unita). L'ideale sarebbe farsi accompagnare nella loro caserma per telefonare all'albergo, e, con l'aiuto dell'interprete, cercare di risolvere il problema.
Cerchiamo di spiegare ai poliziotti la nostra idea in italiano, in inglese, con i gesti, qualche parola di francese o tedesco. Niente. Il poliziotto ci guarda confuso.
A quel punto, Vittorione si avvicina, mette una mano sulla spalla, lo guarda e gli dice, scandendo bene le parole:
me e te, a tulè la tu machina, e andè in caserma a telefunea in alberg..” in perfetto dialetto romagnolo.



Il poliziotto si apre in un sorriso, annuisce con la testa e invita Vittorio a salire in macchina con lui.



Ah! potenza di sapere le lingue....

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