mercoledì 22 dicembre 2010

♦ uno strano dialogo.

L'ho letto oggi a pranzo in un fumetto. Un dialogo tra un esperto dell'occulto (Martin Hel) ed un maestro giapponese.
Mi ha un po turbato. O quanto meno mi ha dato di che riflettere.
E, oggi come oggi, una cosa che fa riflettere non è trascurabile.....


Martin Hel : - Maestro...   [ si inchina ]
Maestro : - ti trovo bene. La tua vita è soddisfacente?
MH : - Come tutte le vite, Maestro. Scatole dentro scatole. Tragedie dentro gioie. Cicli di vita. Cicli di Morte
M : - Non hai figli. Non ne desideri?
MH : - Non faccio parte di una dinastia. Il mio nome cesserà con me. Questo è il mio desiderio.
M : - Così poco ti interessa l'immortalità?
MH : - Così tanto amo la mia mortalità.

8 commenti:

  1. "scatole dentro scatole. Tragedie dentro gioie."

    Vero. Oggi mi sento un po' triste, quella che doveva una bella giornata è stata rovinata sul finale, del resto in una coppia si discute pure no?

    Uff!

    Alla prossima e spero di sentirmi meglio :)

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  2. a mio avviso è fondamentale se (entro certi limiti) si discute e, al limite ci si adira.
    In una coppia dove non si discute c'è uno che comanda e uno che obbedisce... (penso ai miei genitori ad esempio) ma non è quello che voglio io. E nemmeno che vuoi tu.
    Nel momento che succede non fa piacere.
    Ma vuoi mettere fare poi pace....

     (questo sorriso è solo per te!)

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  3. Mica c'ha tutti i torti. Per fare un figlio oggi ci vuole tanto coraggio. Il coraggio di lasciarlo in questo mondo tanto malato. Non si muore mica tanto tranquilli eh.

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  4. @ Chitarradanzante

    Non è facile essere genitori oggi. Per tanti motivi. Le decisioni importanti richiedono coraggio e un po di incoscienza.
    E a volte il confine tra l'uno e l'altro è labile.
    Io avevo un bisogno nell'anima di diventare padre. E così la mia compagna.
    Forse per questo mi ha colpito questo dialogo. un frammento, un piccolo dolore.
    E l'ho voluto condividere. per riflettere insieme.
    Grazie per le vostre parole.

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  5. Dare alla luce dei figli propri è un gesto che contiene per forza un minimo di "narcisismo" (non nel senso popolare del termine, ovvero dispreggiativo), quel sano narcisismo che, desiderando una sorta di immortalità tramite la nostra discendenza, consente poi la prosecuzione della nostra specie. Non c'è niente di traumatico in tutto ciò: è la  vita dell'uomo con i suoi mille significati e perchè; uno di questi è generare. Se mettendo al mondo dei figli in realtà stiasmo pensando anche a noi, a soddisfare dei desideri tutti nostri, questo non significa affatto che li ameremo di meno o che siamo degli egoisti. Siamo complessi e quindi c'è di tutto un pò in ognuno di noi, pur nella splendida unicità di ciascuno!!!
    Cmq credo che l'esperienza di donare la vita sia forse la prima cosa per la quale valga davvero la pena aver vissuto....a parole di più non riuscirei a dire!!!

    Lana

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  6. @ Lana

    accolgo il tuo invito:
    Personalmente non ho mai ricercato l'immortalità, il lasciare traccia di me quando non ci sarò più. 
    anche se, pensandoci bene, questo fatto non è trascurabile.
    Io oscillo tra il senso del dovere e il senso di rivalsa.
    Il senso del dovere perchè  non dico sia lo scopo finale della vita però ritengo sia una cosa che dà completezza all'esistenza.
    Il senso di rivalsa perchè volevo dimostrare a me (e a qualcun altro) che c'era la possibilità di un modello famigliare diverso (migliore?) di quello dove sono cresciuto.
    Mio padre è una bravissima persona. Semplicemente non era tagliato per fare il padre, non ha mai pensato di capire la mia identità, non ha mai pensato che io potevo non essere un suo prolungamento.....
    E purtroppo, le stesse lacune lo stanno facendo diventare un nonno indifferente....

    C'è dell'egoismo e del  narcisismo nel mio essere? Può darsi.
    ma come dici tu ci possono essere lati positivi in caratteristiche normalmente considerate negative....

    Attenzione: queste sono le mie idee, calate nella mia realtà. Ho la massima stima nelle persone che decidono di non avere figli.
    Sono scelte personali, tutte giuste nei loro contesti.

    ..... comunque con i miei maschietti la prosecuzione del casato ( per adesso) è salva...........

    ...purtroppo non abbiamo terre, ne titoli nobiliari, ne un cavaliere tra i nostri avi, o un crociato.....
     i miei cuccioli sono la 4a generazione di una stirpe nata in un orfanotrofio, all'inizio del secolo scorso....

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  7. Però....accippicchia!!! la tua storia familiare dev'essere davvero ricca di emozioni, densa di vissuti....grazie per aver voluto condividere sul web un frammento della tua stria personale....non pensavo, è bello.
    Io adoro le storie, in particolare quelle che mi raccontano le persone, quelle reali....certo sono un'appassionata lettrice di romanzi...ma per me le prime sono tutta un'altra cosa!!!
    So cosa significa, come ho scritto nel mio blog, vivere per anni come "prolungamento" dei propri genitori....individuarsi, differenziarsi, definirsi insomma come persona unica ed altra da loro per me è un lungo percorso....ho dovuto acquisire mille strumenti, da più fonti...e poi ogni giorno mi cimento in questo lavoro...all'inizio era dura, dovevo pensarci sù a lungo prima di dire dei no o esprimere un pensiero diverso (anche perchè pensavo di avere i loro stessi modi di pensare!!!)....adesso spesso capita che lo faccia in automatico....tra noi và molto meglio infatti...
    Ma la molla che mi ha spinto a lavorare su di me è stata mia figlia.....non vorrei mai non lasciarla andare dove lei desidera....ogni giorno mi interrogo su questo...meno male che ancora ho tanti anni per averla accanto a me!!
    Lana

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  8. La mia storia (e quella della mia famiglia) non è una storia straordinaria.
    Probabilmente a quest'ultima un giorno gli dedicherò qualche riga.
    Come i bravi fotografi, con un sapiente uso delle luci (e delle ombre) sanno dare una immagine splendida di quello che vedono, io, nel mio piccolo, sottolineando alcuni dettagli la rendo interessante.
    O almeno ci provo.

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