Sono molto legato a quest'album. Probabilmente è il mio preferito. E, secondo me, è il vero, ultimo album dei Pink Floyd.
I Pink Floyd: semplicemente geniali. Formatisi a metà degli anni '60, sono uno degli emblemi del periodo d'oro della sperimentazione culturale. Nella loro prima fase, sotto l'ispirazione di Syd Barrett, sono tra gli esponenti più importanti del rock psichedelico, sperimentando un po' di tutto, come droghe e come musica.
Il peggio è per Syd Barrett, diventato assolutamente ingestibile, per cui gli altri 3 membri Waters, Wright e Mason sono costretti a sostituirlo con un altro chitarrista, David Gilmour.
Nella loro seconda fase, la loro ricerca li porta al progressive rock, con suite di 23 minuti (il massimo consentito da una facciata di un LP in vinile) dove le contaminazioni tra il rock, l'opera, rumori portano il gruppo ad un successo planetario.... (The Dark side of the moon, Wish you were here).
Eppoi c'è la terza fase, musicalmente più povera ma dove la genialità di Roger Waters nel scrivere testi ha la sua massima espressione: le prove generali con "Animals" nel 1977 e poi la summa con, appunto, The Wall.
Cio' che è venuto dopo, anche se con firma Pink Floyd, è stato il primo album di Roger Waters (The final cut, 1983) mentre gli album senza Waters (A momentary lapse of reason -1987- e The division bell-1994) sono, a mio avviso, poco più che manovre commerciali per fare cassa.
Ma qual'è la grandezza di The Wall? Non è sicuramente la parte musicale, molto più convenzionale rispetto ad altri lavori. E' invece l'esempio migliore di concept album, dove una storia si dipana e la musica è al servizio di questo racconto, la storia di Pink che vive una serie di difficoltà personali (la madre possessiva, il padre morto in guerra, la rigidità della scuola, l'amore tradito....) lo portano a rinchiudersi dietro ad un muro, come tanti altri che si nascondono dietro al proprio muro, oppure il fatto di essere quasi invisibili, come anonimi mattoni in un muro.... E questi muri, ieri come oggi, sono pericolosi. E Pink si perde dietro al suo muro, ed in una sorta di autoprocesso, si rende conto che l'unica via di salvezza è tentare di abbattere il muro e non aver paura di mostrarsi come si è, con pregi e difetti e non avere paura dei propri sentimenti....
E allora, il tentare di scrivere, di raccontare, è il mio personale tentativo di non rimanere chiuso dietro al muro, ma di tanto in tanto, fare (appunto...) quattro passi fuori dal (mio) muro....
Qualche anno dopo, è uscito anche un film, con la regia di Alan Parker e un (allora) sconosciuto Bob Geldof nel ruolo di Pink. Quel film, più che il disco, ha avuto un fortissimo impatto su di me. Avevo 16 o 17 anni, nel bel mezzo di una adolescenza inquieta. Quella sera vidi rappresentati tanti dei miei malesseri a cui non ero riuscito ancora a dare forma. Quella sera diedi addio alla spensierata fanciullezza e capii che il mondo degli adulti era tutt'altro che rose e fiori, ma una battaglia quotidiana.
Ed allora diventava una esigenza comprare il disco, un doppio 33 giri in vinile, che costava un botto. Facemmo società, io e il Cattivo Maestro, pagandone metà a testa....
Son passati tanti anni, e nel tempo ne ho "collezionato" diverse versioni dall'originale in CD, ad un bootleg del tour mondiale successivo, alla versione realizzata a Berlino da Waters, nel 1990, alla caduta del muro, al CD ufficiale del tour, uscito per il ventennale.
Ma la mia preferita è sicuramente la versione del film, dove quasi tutte le canzoni sono state rifatte ( su tutte "Mother"....) con l'aggiunta di una canzone "When the tigers broke free" uscita solo in vinile a 45giri ( il Cattivo Maestro c'e l'ha...) e che sto assaporando mentre scrivo...
E in questi giorni, Roger Waters ha annunciato che l'estate prossima farà un tour mondiale, portando in scena The Wall.
Due date sono in italia.
Chissà.....
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