Estate 1997.
Una serata come tante, senza tanto da fare.
Mi fermo a guardare un torneo di calcetto, appoggiato alla ringhiera a bordocampo. Si avvicina una mia cara amica, in compagnia di Enrica, bionda, il cui abbigliamento estivo fa risaltare le forme.
Rimango colpito dal colpo d'occhio, poi passiamo un paio d'ore insieme e rimango ancor più colpito dalla sua competenza e passione per il calcio....
Veramente inusuale in una ragazza!
C'è simpatia reciproca, capita così che mi inviti ad uscire con lei e i suoi amici.
Cosa che avviene per circa un anno.
In questo anno imparo a conoscere meglio Enrica e la sua storia, direi singolare. Capita di parlare di tante cose, ma soprattutto di calcio e politica (sua grande passione ).
Figlia di una famiglia borghese aveva grandi sogni e grandi progetti per il futuro.
Come il cerchio dei suoi amici.
I suoi amici.
Dopo un po' di mesi di loro ne ho le tasche piene.
E cambio aria.
Nel tempo, capita saltuariamente di incontrala, sempre bella. Capita anche di scambiare due parole; è indubbio che c'è stima reciproca.
Da qualche tempo capita che la domenica mattina, passeggiando con uno o più dei miei figli, ci si veda, lei in compagnia del cane. un caloroso saluto con la mano e nulla di più.
Ma non ieri, ieri ero solo.
Enrica mi ha fermato e abbiamo colto l'occasione per raccontarci qualche frammento di vita.
Dei suoi sogni ne è rimasto qualche frammento, perso qua e la, tra una quotidianità diversa da quella immaginata anni fa.
Io avevo meno sogni. Ma ora ho una bella famiglia.
E nei suoi occhi mi è parso di vedere un'ombra di malinconia...
Mi spiace Enrica.
Meriteresti di essere felice.
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