sabato 27 giugno 2020

♥ piccolo grande uomo

Nella nostra famiglia c'è la tradizione che, a partire dalla prima elementare, viene elargita una paghetta, un €uro ogni giorno di scuola. Se va tutto bene. 
Se si perde una matita, una gomma o il temperino, l'€uro va a compensare il danno (ovviamente il tutto condito da un po' di elasticità...)
In questo modo imparano prestissimo a non perdere le cose, e con i soldi racimolati possono poi comprare quello che vogliono.
Avendo avuto buoni risultati con i due grandi abbiamo riproposto il sistema con Cock, il quale ci ha ascoltato attentamente, e si è detto d'accordo e aveva  anche pensato che 4 €uro al giorno sarebbe stato un importo equo....scatenando così le proteste (giustificatissime) dei fratelli più grandi.


Mi arriva una notifica di un acquisto on-line, roba di poco conto.
Non ci faccio caso, Ajie ha l'accesso per cui....
E' un controller per una consolle di videogiochi. Boh, se ne sarà rotto uno..

Torno a casa la sera, mi accoglie Cock impaziente:
- Babbo oggi ho comprato un "telecomando" nuovo - esordisce con gli occhioni sgranati, che tradiscono la necessità di essere più credibile possibile.
Lo guardo incuriosito:
- Sì, così possiamo giocare tutti e tre insieme - fa sì con la testa sfoderando uno dei suoi sorrisi migliori.
Sorrido anche io.
Poi mi guarda serio: - Non ti preoccupare, ti do io i soldi, lo pago con i miei soldi....
Cucciolo...

- Ok va bene, ne parliamo dopo - Io tendo ad avere la memoria labile su questi piccoli acquisti anche perchè sono abbastanza sporadici.
Ma non ho fatto i conti con la determinazione di Cock.
Più tardi, ha cercato il suo portafoglio e, non trovandolo, ha svegliato la mamma che dormiva, per farsi trovare pronto a saldare il suo debito,
Quando sono entrato in soggiorno ho trovato i soldi vicino al mio telefono. 
E Cock lì vicino, in piedi.
Fierissimo.

E io molto orgoglioso del mio piccolo grande uomo.
Che sa già il valore delle cose.
Che sa già il valore della parola data.
Che sa già il valore dei debiti e dei crediti.

domenica 14 giugno 2020

♦ auguri Francesco

Non ricordo quale sia la prima canzone che ho ascoltato di Guccini. 
In fondo sono passati tanti anni, da non poterli più contare.

Ricordo perfettamente però che il primo Album in assoluto che ho comprato con i miei soldi è stato "Amerigo", nel 1978. 

Avevo 11 anni. 
Ascoltare Guccini a 11 anni... Peggio, acquistarlo... non è proprio quello che ci si aspetta da un adolescente.... (infatti i risultati di quelle frequentazioni ancora si vedono..)
Ero ovviamente influenzato dalle persone che frequentavo in quel periodo, io e qualche fortunato mio coetaneo, eravamo i "fratellini minori" di un gruppo di amici di 10/15 anni più di noi.
E questo ha indubbiamente influenzato la nostra formazione culturale ( "..io appena giovane sono invecchiato...").

E i cantautori erano molto amati in quel periodo, in quell'ambiente.  E cantati.
E quanti concerti visti insieme. E allora si scopriva un altro Guccini, non l'uomo che sapeva raccontare belle storie ma spesso malinconiche, ma un ironico e divertente affabulatore.
Una volta ci presentammo nel pomeriggio ad un concerto ad un "festival dell'Unità" ed ci capitò di assistere anche al sound-check, dove Francesco per fare le prove, cantò una canzone di un altro cantautore (credo Vecchioni). 
Alla fine noi gli dicemmo "Francesco, non è tua questa canzone!" 
Lui ci guardò stupito e ci disse: " ma siete sicuri?" 
"Siii!" noi tutti, in coro"
"Ma è bellissima.... peccato! speravo di averla scritta io..."
Risata generale..

Ci sono tante canzoni di Guccini che fanno parte della mia personale colonna sonora.Tante da non poterle elencare, per non correre il rischio di annoiare, o di dimenticarne qualcuna.
E allora non potevo non dedicargli qualche pensiero nel giorno dei suoi 80 anni (incidentalmente la stessa età di mio padre...)

Dicevo, ho visto tanti concerti suoi, e ho acquistato nel tempo molti suoi vinili. E qualche CD, ma il primo album acquistato in musicassetta, è andata perduto.

La naturale evoluzione della sua capacità (o necessità) di raccontare storie è stata scrivere libri. ho trovato divertentissimi i 2 volumetti del  "dizionario delle cose perdute",



l'ultima volta che ho avuto l'occasione di vederlo, aveva smesso di scrivere e cantare canzoni, era una serie di incontri con il pubblico, una sorta di saluto, poi seguito da un mini concerto in cui i suoi musicisti, compagni di decine di canzoni, album e concerti riproponevano le sue canzoni.

E' stato emozionante quando è apparso quell'omone, visibilmente invecchiato nel fisico, ma ancora finemente arguto e ironico. 
E' stato bello incontrarlo per quello che poteva essere l'ultima volta ufficiale.
E' stato strano ascoltare le sue canzoni cantate da un altra voce, anche se è quella del suo grande amico e sodale Juan Carlos "Flaco" Biondini. 
Sì, perchè molte delle canzoni di Guccini sono autobiografiche o sono storie visti con i suoi occhi, quindi sono personalissime, sentite cantate da altri fanno strano.

Sicuramente Guccini è parte importante della mia formazione, come si evince da  riferimenti che si trovano in qualche post di questo blog, e tanti altri ce ne saranno.
E' difficile trovare, tra le tante, una frase per chiudere decorosamente questo post; mentre sto scrivendo, sto ascoltando la registrazione di un concerto alla TV svizzera del 1982, e allora gli spunti sono tanti. 
Come "Bisanzio" mai attuale come adesso, in questo momento di incertezza, con la sensazione di un mondo che sta cambiando.
Oppure "Canzone di notte n.2" con quel rivendicare la propria originalità.

E invece, da un cassetto della memoria, ha fatto capolino questa frase:

"...Ti invidio perchè ancora
hai molte pagine da aprire
di un libro che ho già letto
e che tu devi ancora scoprire...
ma quando capirai
che cerchi un libro che non c'è
allora ti ricorderai di me...



pensando ai miei cuccioli.."canzone delle ragazze che sene vanno"