Tra tutto il ciarpame che ci è toccato sentire in questi giorni per la santificazione di Maradona, mi è capitato di sentire una cosa interessante, una intervista a Ottavio Bianchi, suo allenatore a Napoli.
Bianchi ha sottolineato l'impegno di Maradona negli allenamenti e in campo ma soprattutto il rispetto che aveva nei confronti dei compagni.
Ha ricordato come, a volte, si è trovato a rimproverarlo negli spogliatoi, per qualche eccesso fuori dal campo. Maradona ascoltava in silenzio, con gli occhi bassi.
In qualche occasione si è trovato solo con lui e gli diceva: - "Diego perché fai così, perché tu butti via... se continui così rischi di metterti nei guai...".
E Diego, serafico, rispondeva: - "Hai ragione, ma io devo vivere con l'acceleratore sempre premuto a fondo..."
E Ottavio Bianchi faticava a capire.
Come faccio fatica a capire io, uomo ordinario di mezz'età, davanti al mio Diego (che in realtà si chiama Ajie) che rischia di mettersi nei guai, ma che rivendica la necessità di aggredire la vita..
Ma c'è una differenza sostanziale tra Ajie e Diego: Diego non si è mai risparmiato, si è sempre impegnato al massimo.
Ajie ultimamente no.
Spero che quando lo capirà, non sarà troppo tardi.