giovedì 14 giugno 2012

♠ Il pavone, le jene e lo scorpione


Questa è una storia dove non c’è il buono, ma, più o meno, sono tutti cattivi.
C’è il pavone, o meglio  A. Cecchi Paone, che con le sue dichiarazioni quantomeno improvvide, mi ha dato la sensazione di cercare visibilità, come il pavone che fa la ruota.
Dichiarare che nella nazionale di calcio ci sono due gay, in concomitanza di un torneo importante non mi è sembrata unagenialataMa soprattutto non mi sembra che abbia dimostrato rispetto per gli altri, quello stesso rispetto che chiede per se (e per la comunità omosessuale).
In altre parole, se fosse vero che ci sono 2 gay e che questi stessi non desiderano sbandierarlo, con che diritto non rispetti questo loro desiderio di riservatezza?
E se invece non fosse vero, sarebbe solo una provocazione. Squallida. Con il solo risultato di alimentare la cultura del sospetto. Gran risultato!
        E poi ci sono le jene, quelle che conoscendo Cassano, conoscendo il fatto che è tagliato con l’accetta, gli hanno teso il trappolone, ben consci che ci sarebbe cascato con tutti e due i piedi. E così è stato. E le jene hanno avuto i loro titoli, e le altre jene, i moralisti in servizio permanente effettivo, hanno avuto di che discutere…
        E poi c’è Cassano, che l’eleganza non sia uno dei suoi tratti distintivi lo aveva sottolineato anche Checco Zalone in una divertentissima parodia.


A me, stavolta fa un po tenerezza, era in conferenza stampa, in un clima rilassato, e, sorridendo, stava rispondendo ironicamente a diverse domande, e, alla domanda sui (presunti) gay in nazionale ha risposto con una battutaccia da caserma.
Battutaccia discutibile? Indubbiamente.
Ma è più esecrabile ciò’ che ha detto Cassano, o la “provocazione” che gli hanno riservato?
A me Cassano ha ricordato lo scorpione, protagonista, insieme ad una rana, di una antica storiella...
Uno scorpione doveva attraversare un fiume, ma non sapendo nuotare, chiese aiuto ad una rana che si trovava lì accanto. Così, con voce dolce e suadente, le disse: "Per favore, fammi salire sulla tua schiena e portami sull'altra sponda." La rana gli rispose "Fossi matta! Così appena siamo inacqua mi pungi e mi uccidi!" "E per quale motivo dovrei farlo?" incalzò lo scorpione "Se ti pungessi, tu moriresti ed io, non sapendo nuotare, annegherei!" La rana stette un attimo a pensare, e convintasi della sensatezza dell'obiezione dello scorpione, lo caricò sul dorso e insieme entrarono in acqua.
A metà tragitto la rana sentì un dolore intenso provenire dalla schiena, e capì di essere stata punta dallo scorpione. Mentre entrambi stavano permorire la rana chiese all'insano ospite il perché del folle gesto. "Perché sono uno scorpione..." rispose lui "E' la mia natura"

2 commenti:

  1. Vorrei consigliarti la lettura di un libro, intitolato "La dea del mare", di Massimiliano Cassone. Lo puoi ordinare in una qualunque libreria Feltrinelli, ed è di piccolo spessore, così che anche se gli impegni ti costringono a restringere il tempo libero, non ti darà grossi problemi.

    Secondo me è proprio un bel libro.

    RispondiElimina
  2. Cassano poi se non spara qualche cazzata sarebbe uno dei tanti undici uomini.

    RispondiElimina