giovedì 16 agosto 2012

♠ inglesitudine

Non so quando ho cominciato ad essere affascinato dalla Gran Bretagna e l'Inghilterra in particolare.
Sicuramente non da bambino, troppo bello il mito del far-west, dei film, degli indiani e cowboy, alimentata anche dalla famelica lettura di Tex.
Sicuramente neanche qualche anno dopo, quando divoravo i fumetti dei supereroi ammericani della Marvel...
Ho cominciato ad essere affascinato dall'Inghilterra alla fine degli anni '70, quando ho cominciato ad interessarmi alla Formula 1,dove  tutti i team che erano l'ossatura della formula 1, erano fondati e diretti da ex-piloti come Bruce McLaren, Jack Brabham, Frank Williams, John Surtees Colin Chapman oppure da eccentrici miliardari come Lord Hesketh. Bastavano un po' di soldi, un manipolo di buoni meccanici, e un pilota di belle speranze e la squadra di formula 1 era fatta...

Oppure sono stati gli anni '80, la scoperta della musica, quella buona dei Queen, o dei Pink Floyd, o quella così così dei vari artisti che hanno brillato per una hit o poco più, come i Dead or Alive, per esempio....

Ma più probabilmente è stato l'avvicinarmi al calcio inglese che mi ha dato il colpo finale. Ero abituato al calcio italiano dove l'imperativo era primo non prendere gol, quindi squadre chiuse e poco spettacolo, eppoi l'italico vizio di cercare di vincere perchè sei più furbo e non più forte, le sceneggiate, il buttarsi in area in cerca di un rigore.... All'improvviso mi sono trovato immerso in uno sport diverso, dove vincere voleva dire sovrastare l'avversario, soprattutto fisicamente, dove i furbi non sono apprezzati nemmeno dai propri tifosi....
ho conosciuto un mondo dove il rispetto dell'avversario e la sana, sportiva competizione sono la norma.
Dove l'importante è dare il massimo, poi può capitare di incontrare qualcuno di più forte e perdere, ma il tuo pubblico ti applaudirà se hai dato il massimo. E questo è il modo d'intendere le cose che preferisco. Nel giro di poco tempo ho smesso di seguire il calcio italiano a favore della Premier League inglese.
Ma sicuramente c'è dell'altro, mi affascina quella società che sà essere bivalente, estremamente tradizionale ma fortemente innovatrice; 
un popolo che ha avuto uno dei più grandi statisti, Winston Churchill, che l'ha 

guidata durante la seconda guerra mondiale non  promettendo che sangue, fatica, lacrime e sudore ( e non "vincere e vinceremo!") per poi mandarlo a casa a guerra vinta.
Un popolo che gira a sinistra, che ha il miglio, la pinta, i piedi e i pollici, che ha un vago sentore del sistema metrico decimale, ma che quando c'è da risolvere un problema lo fa radicalmente, senza troppe pezze,
Un popolo che ha ancora la monarchia, ma anche una delle più solide democrazie, che ha poche leggi ma le rispetta.
Un popolo che sa essere molto pragmatico ma anche sognatore e un po folle, che ci ha regalato tante belle storie come Peter Pan e tanta nuova buona musica...

Un popolo che è orgoglioso ma sa anche non prendersi troppo sul serio (come ha dimostrato egregiamente nell'organizzazione delle olimpiadi, soprattutto nella meravigliosa cerimonia inaugurale)
Mi sento molto affine a quel mondo, tant'è che la prima volta che sono andato a Londra mi sembrava di essere a casa; di solito nei posti nuovi si è un po contratti, guardinghi,  si vede che sei "ospite". No. Io ero talmente naturale e a mio agio che la gente mi fermava per chiedermi indicazioni sulle strade...

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