venerdì 28 marzo 2014

♥ in un giorno di pioggia

Siamo arrivati alla spicciolata,
lo sguardo triste, anche un po' arrabbiato.
Siamo arrivati alla spicciolata,
per un ultimo saluto al nostro amico Daniele.
Siamo arrivati alla spicciolata,
ma c'eravamo quasi tutti;
ci sentiamo eterni ragazzi,
ma oramai siamo alla soglia del mezzo secolo.
Sembra ieri che cazzeggiavamo nel bar gestito da Daniele e da suo fratello.
Suo fratello, un bambino mai cresciuto, racchiuso dentro un omone di oltre un quintale, con i capelli brizzolati.
Suo fratello, che si aggira tra le persone che lo abbracciano, con lo sguardo perso, ripetendo quelle due/tre frasi di circostanza, che nascondono la paura, l'incertezza del domani senza Daniele.
Il bar di Daniele e suo fratello, quasi una seconda casa per noi, quasi vent'anni fa; bei momenti, gli ultimi prima della malattia.

...voglio però ricordarti com'eri, pensare che ancora vivi
voglio pensare che ancora mi ascolti e come allora sorridi...

Abbiamo trovato sollievo nei ricordi.
Come i vecchi.
Ma il più "arrabbiato" è Chicco, troppe volte le malattie gli hanno portato via le persone a cui voleva bene: il papà quando era poco più di un ragazzo, una sorella, la mamma da poco tempo...

E' triste perdere un genitore quando si è giovani ma credo sia devastante invece seppellire un figlio... E il babbo di Daniele sembra ancora più minuto, ingobbito dal peso di quel terribile peso.

Piove.

Quasi una mescolanza tra le nostre lacrime e quelle del cielo.

E c'è anche un bambino, color cioccolata, che non avrà ricordi di quel babbo, ma solo immagini e racconti di altri.

Il rito è oramai finito.

Le condoglianze di rito, un abbraccio fraterno al fratello di Daniele, così grande e grosso ma così indifeso.

Sento il figlio di Daniele che dice alla mamma: "Andiamo a casa che sono stanco ed è freddo"

Sì, hai ragione, andiamo a casa 

che è tardi.

forse anche per noi.

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