Ci sono un italiano, un polacco, un ucraino e un (italo)rumeno...
sembra l'inizio di una brutta barzelletta,
di quelle che ci raccontavamo da ragazzini.
Invece no.
Non è una brutta barzelletta.
E' una bella festa di compleanno, e questi sono 4 amici, che festeggiano l'ottavo compleanno di uno di loro.
Sono bambini e sono amici; e il fatto che i loro genitori vengono da paesi diversi è solo un dettaglio.
E grazie alla noncuranza alle differenze culturali di questi 4 piccoli-grandi amici, anche noi genitori abbiamo cominciato a conoscerci ed apprezzarci.
Ci sono un italiano, un polacco, un ucraino e un (italo)rumeno...
Non è una brutta barzelletta.
E' una bella storia.
Note emotive di un percorso quotidiano ♥ Genti e sentimenti ♦ Comics, cartoon & music ♣ il calcio (come ricostituente) ♠ il sociale (e l’antisociale)
giovedì 20 novembre 2014
domenica 16 novembre 2014
♥ Il fratello maggiore del figliol prodigo
Credo che tutti conoscano la parabola del figliol prodigo:
Nella
parabola che Gesù racconta, un uomo ha due figli e, nonostante non
manchi loro nulla, il più giovane pretende la sua parte
di eredità mentre
il padre è ancora in vita.
Ottenutala, si reca in un paese lontano
dove spreca tutte le sue ricchezze con una vita dissoluta. Ridotto
alla fame, per sopravvivere è costretto a fare il mandriano di
porci. Medita pertanto in cuor suo di andare da suo padre e dirgli: :"Padre non merito di essere chiamato tuo figlio.
Trattami come uno dei tuoi servi"
Ma, mentre è ancora
per strada, il padre lo scorge e gli corre incontro, accogliendolo a
braccia aperte e ordina ai servi di rivestirlo e di fare una gran festa, ammazzando per l'occasione il vitello grasso.
E cominciarono a far festa.
Il
figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a
casa, vide i festeggiamenti e ne chiese motivo ai servi che gli risposero che il fratello era tornato e il padre aveva fatto ammazzare il vitello grasso.
Egli si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. Ma egli rispose a suo padre: “Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze per lui hai ammazzato il vitello grasso”. Gli rispose il padre: “Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”».
Anche io ho due figli (vabbè ora 3, ma il piccolo è ancora un cucciolino...);
Ajie, il primogenito, non ha mai dato grandi pensieri o grattacapi.
Non altrettanto si può dire di Caji che, tra problemini fisici, e la logopedia, ha avuto qualche inciampo.
E spesso ho dovuto aiutarlo a superare momenti difficili.
E questo crea un rapporto speciale. Purtroppo.
E il "purtroppo" lo si scopre quando meno lo si aspetta.
Come successe al padre del figliol prodigo, che non si aspettava quella reazione del suo primogenito ad un suo atto di generosità, che capisce che i suoi gesti sono stati fraintesi, non compresi....
Purtroppo mi sono occupato molto di Caji perché (oggettivamente) ha avuto bisogno; mi sono occupato meno di Ajie perché pensavo che avesse meno bisogno. Ma forse mi sbagliavo.
E allora una frase buttata la da Ajie è come una pugnalata.
E allora dopo un momento di disorientamento, mi è venuto in mente la parabola del figliol prodigo, e quel padre, che si trova davanti all'accusa di non trattare i figli allo stesso modo.
Ho deciso di raccontare quella storia al mio "figliol prodigo" e al suo fratello maggiore.
E mi sono emozionato quando ho marcato “Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo"
Ajie mi ha guardato. Mi ha detto che ha capito. Lo spero, ma non ne sono sicuro.
Anch'io spero di aver capito.
Ma non ne sono completamente sicuro.......
Egli si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. Ma egli rispose a suo padre: “Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze per lui hai ammazzato il vitello grasso”. Gli rispose il padre: “Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”».
Anche io ho due figli (vabbè ora 3, ma il piccolo è ancora un cucciolino...);
Ajie, il primogenito, non ha mai dato grandi pensieri o grattacapi.
Non altrettanto si può dire di Caji che, tra problemini fisici, e la logopedia, ha avuto qualche inciampo.
E spesso ho dovuto aiutarlo a superare momenti difficili.
E questo crea un rapporto speciale. Purtroppo.
E il "purtroppo" lo si scopre quando meno lo si aspetta.
Come successe al padre del figliol prodigo, che non si aspettava quella reazione del suo primogenito ad un suo atto di generosità, che capisce che i suoi gesti sono stati fraintesi, non compresi....
Purtroppo mi sono occupato molto di Caji perché (oggettivamente) ha avuto bisogno; mi sono occupato meno di Ajie perché pensavo che avesse meno bisogno. Ma forse mi sbagliavo.
E allora una frase buttata la da Ajie è come una pugnalata.
E allora dopo un momento di disorientamento, mi è venuto in mente la parabola del figliol prodigo, e quel padre, che si trova davanti all'accusa di non trattare i figli allo stesso modo.
Ho deciso di raccontare quella storia al mio "figliol prodigo" e al suo fratello maggiore.
E mi sono emozionato quando ho marcato “Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo"
Ajie mi ha guardato. Mi ha detto che ha capito. Lo spero, ma non ne sono sicuro.
Anch'io spero di aver capito.
Ma non ne sono completamente sicuro.......
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sabato 8 novembre 2014
♦ ..di Uomini ( più che di topi....)
" Come stai?
Devi stringere i denti... Devi farcela
Non devi morire! "
" E perché? "
Respiro il suo odore
E' roba buona.
"Il tuo mondo non mi vuole,
Il tuo mondo non mi vuole.....
E io non voglio lui....
E io non vo...."
Queste sono le ultime battute di "Uomini e topi", un racconto, scritto da Lorenzo Bartoli e splendidamente disegnato da Massimo Carnevali nel 1997 (o giù di lì).
Mi colpì molto questa storia, era un periodo complicato per me, c'era una lei ma il suo mondo non mi voleva.
E alla fine io non volli più il suo mondo....
Sono passati tanti anni, ma il ricordo di questa storia è ancora vivo.
Segno che mi è entrata nel cuore, e lì ha trovato un posto.
Come la lei di quel periodo.
Segno che Lorenzo Bartoli ha scritto una bella storia. Una gran bella storia.
Come tante altre che Bartoli ha scritto.
Tra le tante mi piace ricordare una serie di una trentina di numeri di umorismo e fantascienza a piene mani... E storie ispirate da titoli di canzoni ( S'io fossi foco di De Andrè, Bussando alle porte del cielo di Dylan per esempio ).
Siamo anche qui all'inizio degli anni '90, e Lorenzo Bartoli insieme con Andrea Domestici creano Arthur King un divertente cacciatore di cyborg (Blade Runner vi dice qualcosa?) aiutato da un draghetto di nome Rex.
Fu un piacere collezionarlo, all'epoca.
Fu divertente leggerlo.
Ossigeno puro.
E' tanto che non lo rileggo; forse è arrivato il momento di farlo.
Segno che mi è entrata nel cuore, e lì ha trovato un posto.
Come la lei di quel periodo.
Segno che Lorenzo Bartoli ha scritto una bella storia. Una gran bella storia.
Come tante altre che Bartoli ha scritto.
Tra le tante mi piace ricordare una serie di una trentina di numeri di umorismo e fantascienza a piene mani... E storie ispirate da titoli di canzoni ( S'io fossi foco di De Andrè, Bussando alle porte del cielo di Dylan per esempio ).
Siamo anche qui all'inizio degli anni '90, e Lorenzo Bartoli insieme con Andrea Domestici creano Arthur King un divertente cacciatore di cyborg (Blade Runner vi dice qualcosa?) aiutato da un draghetto di nome Rex.
Fu un piacere collezionarlo, all'epoca.
Fu divertente leggerlo.
Ossigeno puro.
E' tanto che non lo rileggo; forse è arrivato il momento di farlo.
Lorenzo Bartoli è venuto a mancare qualche giorno fa.
Non ho mai incontrato di persona Lorenzo Bartoli, ma mi è capitato di leggere molte sue storie.
Che rimangono a farci compagnia.
Per fortuna.
Che rimangono a farci compagnia.
Per fortuna.
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