Attenzione: questo non è un post sul calcio, è un post su un uomo che, incidentalmente, gioca a calcio...
qualche tempo fa, a giugno, celebravo l'addio al calcio di uno degli ultimi romantici interpreti di quello sport, Paul Scholes, the silent hero.
I tifosi dello United hanno salutato con affetto questo campione silenzioso che per 676 volte ha indossato la maglia dei red devils.
Smessi i panni del calciatore, Scholes era rimasto nello staff tecnico dello United, occupandosi di una squadra giovanile, lavorando nel centro sportivo dove si allenano i suoi vecchi compagni,
Piano piano, nel cuore di Paul cresceva la nostalgia per il calcio giocato, fino a che.....
fino a che, zitto, zitto. ce lo siamo visto in panchina, l'8 gennaio, nel match di FA Cup contro il City.
Poteva essere un favore alla sua società, con più giocatori in infermeria che in campo....
No.
Non è così.
E' la voglia di dare ancora qualcosa.
E' la voglia di inseguire ancora un pallone con la gioia di un ragazzino.
E così, senza proclami, senza luci della ribalta, senza lucrare soldi per un clamoroso ritorno, Paul è tornato.
E, tanto per non farsi mancare niente, alla sua seconda partita della sua seconda parte della carriera allo United, alla sua prima partita all'Old Trafford, ha fatto anche il goal che ha sbloccato il risultato, a cui si riferisce la foto.
Grazie ancora, Silent hero.......
Secondo me è una questione di adrenalina, di stile di vita... Gli sportivi hanno vissuto mezza vita così e quando smettono, nonostante possano permettersi di non lavorare e vivere agiatamente (e dici poco!!) hanno bisogno di vivere quelle emozioni.. Credo sia un po' lo stesso motivo per cui Schumi continua a correre nonostante non sia più quello di una volta.. Ne ha bisogno, un bisogno fisico però, non tanto di portafoglio :)
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