Ho sentito un commento sui fatti di Parigi di Francesco Guccini che ricordava una sua canzone di tanti, tanti anni fa "Libera nos domine" :
...da tutti gli imbecilli d'ogni razza e colore
[..] da visionari e martiri dell'odio e del terrore
da chi ti paradisa dicendo: è per amore
dai manichei che ti urlano "O con noi o traditore!"
libera, libera, libera nos Domine!
[..]
Da te, dalle tue immagini e dalla tua paura
dai preti d'ogni credo, da ogni impostura
da inferni e paradisi, da una vita futura
da utopie per lenire questa morte sicura
da crociati e crociate, da ogni sacra scrittura
da fedeli invasati d'ogni tipo e natura
libera, libera, libera nos Domine!
C'è da aggiungere altro?
Note emotive di un percorso quotidiano ♥ Genti e sentimenti ♦ Comics, cartoon & music ♣ il calcio (come ricostituente) ♠ il sociale (e l’antisociale)
domenica 22 novembre 2015
sabato 14 novembre 2015
♠ "non condivido la tua idea, ma darei la vita perché tu la possa esprimere.."
Vorrei partire da qui.
Da questa frase attribuita a Voltaire.
Direi che è il fondamento della nostra cultura.
Loro no, hanno disprezzo delle idee altrui. E delle vite altrui.
non condivido la tua idea e ti toglierò la vita perché tu NON possa esprimerla
Sembra essere questo il loro credo.
Ed è questa, forse, la parte più spaventosa.
Dobbiamo capire che non possiamo più permetterci il lusso di essere buoni.
Perchè loro buoni non lo sono.
E non dobbiamo più essere buonisti, perché con questa ipocrisia ci stiamo scavando la fossa.
Non sono cattolico praticante ma la mia, la nostra cultura è cristiana, una cultura che mi permette di essere critico con la chiesa ed i suoi uomini, senza rischiare nulla.
E allora non dobbiamo permettere a nessuno di farci togliere i nostri simboli (come i crocefissi) "perchè offende la loro sensibilità".
Se permettete gli oltre 200 morti del volo russo o quasi 150 morti a Parigi offendono la mia sensibilità!
Non è facile districarsi tra diritti e doveri, tra paura e accoglienza, non è facile il da farsi.
Una cosa è certa, queste 2 battaglie le han vinte loro; ci hanno terrorizzato, ci hanno colpito nei nostri momenti belli: una vacanza, un concerto, una cena al ristorante, una partita di calcio...
Sta a noi decidere se vogliamo vincere la guerra.
Settant'anni fa (abbondanti) l'Europa si trovò a combattere contro un'altra forza che dimostrava di disprezzare la vita, come i Nazisti.
E si allearono con il diavolo in persona (nell'incarnazione di Josep Stalin) pur di vincere.
La situazione non mi sembra molto dissimile.
Speriamo che lo sia anche la coclusione
Da questa frase attribuita a Voltaire.
Direi che è il fondamento della nostra cultura.
Loro no, hanno disprezzo delle idee altrui. E delle vite altrui.
non condivido la tua idea e ti toglierò la vita perché tu NON possa esprimerla
Sembra essere questo il loro credo.
Ed è questa, forse, la parte più spaventosa.
Dobbiamo capire che non possiamo più permetterci il lusso di essere buoni.
Perchè loro buoni non lo sono.
E non dobbiamo più essere buonisti, perché con questa ipocrisia ci stiamo scavando la fossa.
Non sono cattolico praticante ma la mia, la nostra cultura è cristiana, una cultura che mi permette di essere critico con la chiesa ed i suoi uomini, senza rischiare nulla.
E allora non dobbiamo permettere a nessuno di farci togliere i nostri simboli (come i crocefissi) "perchè offende la loro sensibilità".
Se permettete gli oltre 200 morti del volo russo o quasi 150 morti a Parigi offendono la mia sensibilità!
Non è facile districarsi tra diritti e doveri, tra paura e accoglienza, non è facile il da farsi.
Una cosa è certa, queste 2 battaglie le han vinte loro; ci hanno terrorizzato, ci hanno colpito nei nostri momenti belli: una vacanza, un concerto, una cena al ristorante, una partita di calcio...
Sta a noi decidere se vogliamo vincere la guerra.
Settant'anni fa (abbondanti) l'Europa si trovò a combattere contro un'altra forza che dimostrava di disprezzare la vita, come i Nazisti.
E si allearono con il diavolo in persona (nell'incarnazione di Josep Stalin) pur di vincere.
La situazione non mi sembra molto dissimile.
Speriamo che lo sia anche la coclusione
lunedì 9 novembre 2015
♥ Enrica
Estate 1997.
Una serata come tante, senza tanto da fare.
Mi fermo a guardare un torneo di calcetto, appoggiato alla ringhiera a bordocampo. Si avvicina una mia cara amica, in compagnia di Enrica, bionda, il cui abbigliamento estivo fa risaltare le forme.
Rimango colpito dal colpo d'occhio, poi passiamo un paio d'ore insieme e rimango ancor più colpito dalla sua competenza e passione per il calcio....
Veramente inusuale in una ragazza!
C'è simpatia reciproca, capita così che mi inviti ad uscire con lei e i suoi amici.
Cosa che avviene per circa un anno.
In questo anno imparo a conoscere meglio Enrica e la sua storia, direi singolare. Capita di parlare di tante cose, ma soprattutto di calcio e politica (sua grande passione ).
Figlia di una famiglia borghese aveva grandi sogni e grandi progetti per il futuro.
Come il cerchio dei suoi amici.
I suoi amici.
Dopo un po' di mesi di loro ne ho le tasche piene.
E cambio aria.
Nel tempo, capita saltuariamente di incontrala, sempre bella. Capita anche di scambiare due parole; è indubbio che c'è stima reciproca.
Da qualche tempo capita che la domenica mattina, passeggiando con uno o più dei miei figli, ci si veda, lei in compagnia del cane. un caloroso saluto con la mano e nulla di più.
Ma non ieri, ieri ero solo.
Enrica mi ha fermato e abbiamo colto l'occasione per raccontarci qualche frammento di vita.
Dei suoi sogni ne è rimasto qualche frammento, perso qua e la, tra una quotidianità diversa da quella immaginata anni fa.
Io avevo meno sogni. Ma ora ho una bella famiglia.
E nei suoi occhi mi è parso di vedere un'ombra di malinconia...
Mi spiace Enrica.
Meriteresti di essere felice.
Una serata come tante, senza tanto da fare.
Mi fermo a guardare un torneo di calcetto, appoggiato alla ringhiera a bordocampo. Si avvicina una mia cara amica, in compagnia di Enrica, bionda, il cui abbigliamento estivo fa risaltare le forme.
Rimango colpito dal colpo d'occhio, poi passiamo un paio d'ore insieme e rimango ancor più colpito dalla sua competenza e passione per il calcio....
Veramente inusuale in una ragazza!
C'è simpatia reciproca, capita così che mi inviti ad uscire con lei e i suoi amici.
Cosa che avviene per circa un anno.
In questo anno imparo a conoscere meglio Enrica e la sua storia, direi singolare. Capita di parlare di tante cose, ma soprattutto di calcio e politica (sua grande passione ).
Figlia di una famiglia borghese aveva grandi sogni e grandi progetti per il futuro.
Come il cerchio dei suoi amici.
I suoi amici.
Dopo un po' di mesi di loro ne ho le tasche piene.
E cambio aria.
Nel tempo, capita saltuariamente di incontrala, sempre bella. Capita anche di scambiare due parole; è indubbio che c'è stima reciproca.
Da qualche tempo capita che la domenica mattina, passeggiando con uno o più dei miei figli, ci si veda, lei in compagnia del cane. un caloroso saluto con la mano e nulla di più.
Ma non ieri, ieri ero solo.
Enrica mi ha fermato e abbiamo colto l'occasione per raccontarci qualche frammento di vita.
Dei suoi sogni ne è rimasto qualche frammento, perso qua e la, tra una quotidianità diversa da quella immaginata anni fa.
Io avevo meno sogni. Ma ora ho una bella famiglia.
E nei suoi occhi mi è parso di vedere un'ombra di malinconia...
Mi spiace Enrica.
Meriteresti di essere felice.
sabato 7 novembre 2015
♥ Camilla
Camilla potrebbe essere mia figlia.
Sì, perchè suo padre pochi anni più di me, anche se è diventato padre che era poco più che un ragazzo.
Camilla non è più con noi, una (lunga) malattia l'ha portata via.
A poco più di vent'anni, quando si dispiegano i sogni e si impegnano le forze per realizzarli, lei ha dovuto ripiegare i suoi perchè le sue forze servivano per combattere la malattia, che cominciava a manifestarsi.
Gli ultimi 10 anni abbondanti sono stati un saliscendi di speranze, paure, momenti di pace e peggioramenti.
Nell'ultimo periodo, il dolore era diventato insopportabile, lenito solo dalla morfina, e Camilla, intorpidita, voleva solo la visita dei suoi parenti stretti.
Non c'era più speranza. E Camilla lo sapeva.
A 31 anni la sua storia si è conclusa.
Non conoscevo Camilla, conosco però suo padre e ma soprattutto sua nonna, grande amica di mia madre.
Aldilà di tutto, sono rimasto molto addolorato dalla scomparsa di questa giovane donna.
31 anni.
Mi è venuto spontaneo pensare io a 31 anni. Non avevo ancora conosciuto la compagna della mia vita, i miei cuccioli erano solo nei sogni più arditi, la casa dove vivo era ancora quasi un rudere...
A 31 anni non avevo ancora posto le basi di quello che è il mio mondo.
La vita di Camilla è stata troppo breve, non ha avuto il tempo di costruire il suo mondo.
E forse non ha avuto il tempo di sognarlo, dovendo lottare contro un malattia che non lasciava molte speranze.
E lasciava poco tempo.
Ovunque tu sia, Camilla, spero tu abbia, finalmente, la possibilità di sognare.
Sì, perchè suo padre pochi anni più di me, anche se è diventato padre che era poco più che un ragazzo.
Camilla non è più con noi, una (lunga) malattia l'ha portata via.
A poco più di vent'anni, quando si dispiegano i sogni e si impegnano le forze per realizzarli, lei ha dovuto ripiegare i suoi perchè le sue forze servivano per combattere la malattia, che cominciava a manifestarsi.
Gli ultimi 10 anni abbondanti sono stati un saliscendi di speranze, paure, momenti di pace e peggioramenti.
Nell'ultimo periodo, il dolore era diventato insopportabile, lenito solo dalla morfina, e Camilla, intorpidita, voleva solo la visita dei suoi parenti stretti.
Non c'era più speranza. E Camilla lo sapeva.
A 31 anni la sua storia si è conclusa.
Non conoscevo Camilla, conosco però suo padre e ma soprattutto sua nonna, grande amica di mia madre.
Aldilà di tutto, sono rimasto molto addolorato dalla scomparsa di questa giovane donna.
31 anni.
Mi è venuto spontaneo pensare io a 31 anni. Non avevo ancora conosciuto la compagna della mia vita, i miei cuccioli erano solo nei sogni più arditi, la casa dove vivo era ancora quasi un rudere...
A 31 anni non avevo ancora posto le basi di quello che è il mio mondo.
La vita di Camilla è stata troppo breve, non ha avuto il tempo di costruire il suo mondo.
E forse non ha avuto il tempo di sognarlo, dovendo lottare contro un malattia che non lasciava molte speranze.
E lasciava poco tempo.
Ovunque tu sia, Camilla, spero tu abbia, finalmente, la possibilità di sognare.
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