sabato 7 marzo 2020

♥ Le regole. (della ragione)

Sono troppo vecchio per fare i test per i profili psicologici. 
Anche perché avendoli utilizzati io stesso per lavoro, lo so dove vanno a parare.
Ma mi è stato chiesto di farne uno dalla azienda per la quale lavoro, e io, diligentemente l'ho fatto.
I risultati non mi hanno sorpreso: individualista ma empatico, disordinato ma rigoroso, focalizzato sull'obbiettivo, con un livello importante di stress, rispettoso delle regole ma aperto al nuovo. Insomma una certificazione delle contraddizioni che fanno parte del mio bagaglio.
E' stato comunque interessante guardarmi un po' allo specchio, con qualcuno che mi prendeva le misure.
E nel test mi sono trovato spesso a sostenere l'importanza delle regole. E del loro rispetto. Troppo spesso. 
Credo che le regole sono importanti, sono quelle che permettono alle organizzazioni di funzionare. Siano queste aziende o famiglia. Mio padre mi ha insegnato il rispetto delle regole. E di questo gli sono grato.

Casa. Il posto dove ci si dovrebbe sentire al sicuro e sereni... E invece entro, rimuginando di regole e rispetto di organizzazioni e trovo l'eterna lotta tra il bene e il male, quest'ultimo impersonato da Ajie, sempre più insofferente alle cento (e altre cento) regole che il bene (impersonato dal di lui madre) impone.
E rimanere neutrale in questa tenzone è un lusso che raramente mi è concesso.
Stasera no. E quindi devo prendere le parti del bene, ovviamente (anche se delle volte avrei più simpatia per la controparte).
E dopo aver passato un campionario di cose da non dire e toni da non tenere, arriviamo misteriosamente a un momento di calma. Io e Ajie ai lati opposti di un tavolo, non solo metaforicamente.
E io, da uomo presumibilmente maturo gli parlo dell'importanza dell'impegno, del rispettare le regole, del fare le cose per la scuola in funzione del suo futuro e di non sprecare il tempo....
Mi guarda e mi ascolta. Poi è il mio turno di ascoltarlo. E il giovane che presumibilmente sta diventando uomo, mi racconta del suo mondo e del suo modo di affrontarlo, di fare quello che gli serve per avere un rendimento più che buono a scuola, ma non gli interessa che sia ottimo, perchè vuole il tempo per fare anche altre cose (l'ultima in ordine di tempo imparare a fare il giocoliere con 4 palline), e vuole il tempo per uscire con i suoi amici..
E poi la stoccata finale: voglio vivere al massimo questo momento.

Di primo impatto sarei in disaccordo, ma taccio, ascoltando Ajie che sostiene il suo punto di vista con vigore. Metto da parte il mio essere padre e ritorno per un attimo figlio, a cui è sempre stato detto che non era mai il momento giusto per fare quella cosa, che il momento di farla sarebbe stato un domani. Un domani che spesso non è arrivato.
Anche questo mi ha insegnato mio Padre, ma di questo non gli sono grato.
E allora penso ai miei bauli di desideri inespressi, di sogni interrotti, di progetti abortiti, sempre in attesa di un momento giusto.
E ho capito troppo tardi che non c'è mai un momento giusto per fare le cose, c'è solo un desiderio forte che rende le cose fattibili.
E non c'è posto per aggiungere anche i suoi bauli ai miei.
E allora ragazzo mio, ti appoggerò per quanto possibile. Anche a costo di lottare contro il Bene.
Perché le regole sono importanti, ma il buonsenso e la felicità lo sono di più.

Soprattutto la felicità.


3 commenti:

  1. Credo che dovrei fare ogni sforzo per divincolarmi da questo retaggio del mio passato. Dovrei lottare per le cose che mi rendono felice, senza lasciare passare troppo tempo, perchè quello che mi è rimasto non è eterno.
    (e non sempre i treni passano una seconda volta)

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  2. Siamo stati cresciuti con l'etica della formica. I nostri genitori l'avevano perché era la generazione cresciuta dopo una guerra, prima ricostruisci e trovati un futuro serio, poi un giorno potrai godere i frutti del tuo lavoro. Noi l'abbiamo assorbita, ma il futuro non è monodirezionale e in crescita come lo vedevano loro. È tutto più fluttuante e precario, è importante cercare di costruire ma bisogna anche vivere l'attimo. Si sta come in zona tropicale, si pianifica e ci si gratifica al contempo, perché tutto potrebbe saltare al primo tifone. Stai già maturando la svolta, oltre i piani è importante anche concedersi un po' di felicità

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  3. La tua riflessione è veramente interessante. Ne farò tesoro.
    Come faro tesoro del consiglio...

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