Lo so, il mio è un piccolo mondo.
Fatto di rinunce, scelte e stanchezza.
Fino a qualche settimana fa poteva essere visto come un difetto: poca vita sociale (e sui social...), sveglia, lavoro, casa e i weekend con la famiglia.
E invece adesso si dimostra comodo, in quanto la semi-quarantena imposta dalla situazione non ha modificato più di tanto il mio mondo:
continuo ad alzarmi, ad andare al lavoro (in una piccola azienda), torno a casa dalla mia famiglia.... senza troppe rinunce e senza troppe tensioni.
Per certi versi il mio piccolo mondo si è rivelato un lusso. E cerco di fare del mio meglio per preservarlo.
Un lusso che altri, purtroppo, non hanno.
E penso ai medici, agli infermieri e alle infermiere, a tutto il personale che in questo momento sta lavorando negli ospedali e nelle case di riposo.
No, loro non hanno il lusso di nascondersi dentro un mondo piccolo.
Li chiamano Eroi, con un retrogusto di retorica che non mi è mai piaciuto.
Non sono Eroi, non hanno il cuore impavido dell'eroe senza macchia e senza paura.
Sono uomini (e donne), hanno paura, hanno stanchezza, hanno rabbia.
E ci sono le persone che vogliono a loro bene, che conoscono le pieghe del loro cuore, che soffrono per loro, con un senso di impotenza che li opprime.
E non sono Supereroi, non hanno una Bat-caverna piena di attrezzature fantastiche, non hanno tutte i congegni del costume di Bat-man.
Hanno poche attrezzature, spesso insufficienti per proteggersi, spesso insufficienti per attaccare.
E hanno coraggio, ma anche paura. Hanno determinazione ma anche stanchezza. Hanno un gran cuore, ma anche rabbia.
Non sono Eroi.
Non sono Supereroi.
Sono Uomini e Donne.
Nel senso più nobile del termine.
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