Me lo ricordo così anche 35 anni fa (mamma mia, fa paura scrivere 35 anni fa….), alle elementari. Era uno o due classi avanti a me, un bambinone con delle cosce che esplodevano in pantaloni corti un po’ troppo stretti; un bonaccione, per nostra fortuna, in quanto era quasi il doppio di noi.
Poi i nostri anni, le nostre capacità hanno cominciato a correre.
Le sue no; cresceva la rallentatore. Il suo corpo cresceva ma la mente rimaneva quella di un bambino(ne).
Poi le scuole medie. Poi le scuole superiori, in un paese vicino. Ho perso di vista Marione, io, adolescente inquieto ad inseguire i miei fantasmi, le mie paure, le mie scoperte….. E lui? Non lo so.
Ho avuto occasione di lavorare con lui, a vent’anni o giù di lì, entrambi stagionali. Me l’hanno affidato per un po’ di giorni. E’ stato un piacere, buono, docile, gli dicevo: - “Mario, dobbiamo fare questo.” E lui cominciava, a testa bassa, fino a che gli dicevo : - Va bene , Mario, adesso basta!”
Poi ho ripreso al mia strada, così diversa, così distante dalla sua. Ma ogni tanto, all’improvviso, ho incominciato ad incrociarlo per strada. Stranamente nei periodi più difficili, quando la rabbia cresceva e incominciavo a piangermi addosso, quando cominciavo a pensare “ quanto sono sfigato!” , lo incontravo, quasi un monito a non prendersi troppo sul serio.
Quel faccione, sempre spettinato, il sorriso con i denti radi, gli occhiali e dietro, quegli occhi che si illuminano quando lo saluto:
" Ciao Mario!”
“ Ciao come stai? ” risponde pronto, quasi felice, con il movimento delle mani che sottolineano la sua risposta al saluto.
L’ho incontrato anche un Natale: Ero appena stato lasciato dalla morosa. Me lo sono ritrovato a fianco durante la messa. Credo che sia stata la volta che ho capito il senso di scambiarsi un segno di pace…..
Tutte le volte che sono triste, arrabbiato, deluso, mi aspetto che incroci la mia strada.
E ciò puntualmente avviene. Mi fa piacere incontrarlo. Mi fa piacere salutarlo. Mi fa piacere il calore con cui risponde al mio saluto.
Non so onestamente se risponde al mio saluto perché sono io o perché qualcuno gli ha prestato attenzione. Ha importanza? Per me no.
Era un po di giorni che pensavo ad un post su Marione.
E’ un po di giorni che c’è un po’ ti tensione sul lavoro.
Puntualmente l’ho visto, rastrellava le foglie nel cortile della scuola dove va Aie; Nella sua salopette arancione, della cooperativa per la quale lavora, sempre spettinato, lo sguardo dolce.
“ Ciao Mario!”
“ Ciao come stai” risponde, come la solito
e Aie mi chiede: - “chi è quel signore?”
- “ Un mio amico, Aie, un mio amico…”
Son quelle cose che ti fan pensare che nulla avviene per caso!
RispondiEliminaMarione in realtà potrebbe essere uno di quelli che chiamano angeli....
RispondiElimina@ LadySmith
RispondiEliminaqueste (ed altre cose) mi fanno pensare che nulla avvenga per caso.
Purtroppo, spesso, non ne cogliamo immediatamente il senso.....
@ chitarradanzante
Non l'avevo mai vista in quest'ottica.
Ma mi sai che hai ragione.
Grazie.