mercoledì 24 novembre 2010

♠ Graziano e la pena di morte.

In gioventù ho avuto la ventura di lavorare un paio d’anni nella ristrutturazione di un carcere e ho avuti la possibilità di “viverlo” e “respirarlo” con la possibilità di tornarmene a casa la sera, già vedere tramontare il sole dietro le sbarre mi era sufficiente.
Sembra un argomento banale e trascurabile ma se è vero che lo stato delle carceri è lo specchio della civiltà di una nazione, è meglio che ce ne preoccupiamo, anche perché i numeri sono inquietanti : Le nostre carceri potrebbero “ospitare” circa 40 000 detenuti; a oggi invece ne sono costretti circa 69 000….. Di questi, circa il 30% sono in attesa di giudizio. Di questo 30%, il 50% risulterà non colpevole al processo; in altre parole ci sono più di 10 000 persone in carcere ingiustamente!
Graziano no, lui non era innocente, lui, il suo reato lo aveva commesso, e per quello era stato condannato a 30 anni. Li stava scontando alle carceri “due palazzi” di Padova, li stava scontando cercando di rifarsi una vita, collaborava a riviste sulla vita carceraria, ottima condotta,  tra 3 o 4 anni poteva essere libero.
Poco più di un anno fa accusa forti dolori alla schiena. Chiede di essere visitato in ospedale. Niente. Gli viene detto che sono acciacchi dell’età (Graziano ha 48 anni…) oppure che stà simulando.
Passano i mesi, la situazione peggiora, il dolore sempre più forte, fino a che, verso la fine di agosto Graziano è semiparalizzato e non riesce più ad urinare.
Viene (finalmente) portato in ospedale e visitato. La diagnosi è spietata: un tumore gli ha aggredito i polmoni e la spina dorsale e sta devastando anche altri organi…
In settembre viene intervistato, sa che non ha speranze. Sono parole di grande umanità e di grande determinazione e, per certi versi, di grande serenità: Graziano dice che la sua pena è la privazione della libertà e non di farlo morire.
La sera del 15 ottobre Graziano muore.
Se fosse stato visitato prima si sarebbe potuto salvare?  Forse sì o  forse no.  Il dramma è che non è l’unico: nel 2010 oltre 150 detenuti sono morti di malattia.
E non dimentichiamo i 60 suicidi tra i detenuti ed una decina tra gli agenti di custodia.
Ci sarebbero tante altre cose da dire, ma sono già abbastanza arrabbiato.
 
Io non ho mai conosciuto Graziano, gli ho voluto dedicare un pensiero perché ha pagato oltre alle sue colpe, per l’ignavia e la sciatteria della burocrazia.
Spero che il suo sacrificio non sia vano.
 
Per chi volesse approfondire puo’ ascoltare questa interessante trasmissione 

buona notte e buona fortuna

2 commenti:

  1. Sono ovviamente passata a visitare!
    Tornando ai commenti su mds tua moglie è davvero fortunata e te lo dico da figlia di una donna straniera che si è traferita qui a 23 dopo aver sposato mio padre che ne aveva 42. Lui lavorava tutto il giorno e lei passava le giornate con sua suocera e le sorelle di suocera (mia nonna e le zie di mio padre) che  non solo erano molto in la con l'età ma parlavano puro dialetto!
    Già lei non sapeva l'italiano figurati il resto! Per fortuna pochi mesi dopo il matrimonio è rimasta incinta di me e si sono trasferiti per lavoro in un'altra città. Con un marito assente com'è stato mio padre (dedito solo al lavoro) è stata dura integrarsi ma grazie alle figlie è riuscita a farsi un po' di amicizie e ora tramite anche internet riesce a comunicare con la famiglia :)

    Se ti va, passa dalla mia paginetta personale!
    http://quasivitanuova.splinder.com

    a presto!

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  2. @ LadySmith

    Che piacere la tua visita!
    La ricambierò quanto prima.

    Avevo dimenticato la faccenda del dialetto....!

    anche per mia moglie è stato un problema , soprattutto i primi anni a casa con i bimbi con la compagnia di mia mamma e di una vicina che, per quanto si impegnassero, finivano a parlare il dialetto...

    Per quanto riguarda la fortuna, beh a me piace pensare che siamo stati fortunati entrambi. 
    io senza di lei sarei un vecchio brontolone forse misogino,  sicuramente  un uomo peggiore di quello che sono oggi.

    Eppoi, se non ci fossimo incontrati, non avremmo avuto i nostri cuccioli!

    un caro saluto

    Lopo 

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