sabato 27 novembre 2010

♦ OUTSIDE THE WALL

Outside the wall   è l’ultima traccia del mio disco preferito. Ed ha anche ispirato (in parte) il nome di questo blog.
Quando uscì The Wall, nel 1979 mi passò abbastanza inosservato. Passava in radio Another brick in the wall ma non è che mi avesse colpito più di tanto.
L’illuminazione l’ho avuta quando il mio “cattivo maestro”  mi ha convinto ad andare a vedere il  film (regia di Alan Parker e uno sconosciuto Bob Geldof nel ruolo di Pink).
Ero un adolescente inquieto e non riuscivo a mettere a fuoco i miei malesseri, vedere quel film  mi ha aperto gli occhi,  ovviamente non mi ha dato delle risposte ma mi ha messo in condizione di cominciare a farmi le domande giuste… (è già tanto!)
Comprai, in società con il mio cattivo maestro,  il disco, un doppio vinile  e ho sfinito il mio stereo a forza di suonarlo, E’ stata la colonna sonora della mia crescita.
Mi piaceva l’allegoria usata da Waters: tutti i condizionamenti (la madre possessiva, la scuola, gli amori sbagliati)  sono tutti mattoni che costruiscono il muro, un muro che ha più valenze: è il muro che ti impedisce di vedere l’orizzonte, è il muro che ti opprime ma è anche il muro che a volte ti protegge ma che spesso ti imprigiona, è il muro che ti impedisce di comunicare con i tuoi simili…..
In questo crescendo di difficoltà e incomprensioni, cresce l’isolamento di Pink  fino alla violenza e alla ribellione e, nei casi più fortunati, la capacità di rigenerarsi, ripartendo dal capire i propri errori. Questa autoanalisi è compiuta nella penultima traccia  The Trial  dove nella trasfigurazione  del giudice Worm Your Honour  vengono ripresi tutti i propri disagi e questa è la sentenza:
 
…but,  my friend, you have revealed your deepest fear                                                  
I sentence you to be exposed before Your peers                                                             
Tear down the wall!       
                                        
      (…ma, amico mio, tu hai rivelato la tua più profonda paura
            Io sentenzio che tu venga messo di fronte ai tuoi simili
      Abbattete il muro!  )
  
Beh, non male come sentenza!  Senza difese in mezzo agli altri!  E quindi la voglia di comunicare, di fare vedere un pezzetto di sé, senza (troppi) timori,  Alone or in twos,  Bleeding hearts or artist…..
 
Questo è il mio personale tentativo di uscire dal muro, di condividere un emozione con chi mi sta vicino, o con chi ha la bontà di leggermi,  quindi per questo quattro passi fuori dal muro!
 
Nelle scene finali del film, c’è un dettaglio bellissimo, una volta caduto il muro, c’è un gruppo di bambini che rovista tra le macerie, ce n’è uno che trova una bottiglia incendiaria. Toglie la “miccia”,  annusa il contenuto, e schifato, la svuota!  E’ una immagine meravigliosa.
 
And when they’ve given you their all
some stagger and fall after all it’s not easy
banging your heart against some mad bugger’s wall         
(E quando ti hanno dato tutto di   se stessi
qualcuno barcolla e cade, dopo tutto non è facile
sbattere il proprio cuore contro il muro di qualche fottuto.)       
 
 


 
 
  
(parlerò ancora di The Wall , non so se è una promessa o una minaccia.)
 
  

2 commenti:

  1. E se non ci fossero gli amici, che faremmo??? ^^

    Buona domenica e buon inizio settimana

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  2. Certo, i buoni amici sono come l'aria!

    Ma non sempre è facile lasciarsi andare ( almeno per me!9

    buone cose anche a te.

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